Passare
giornate su giornate in azioni vuote, puerili, inutili. Passare giorni interi
gonfi come sbadigli di tuono. Passare giorni immemorabili, destinati solo a
lasciare una scia umida, invisibile, dietro di te che corri su questo
trampolino.
Giornate
come la scia di una lumaca gravida di sonno.
Giornate
che non torneranno più, il cui unico scopo è fare numero su e giù per il
calendario, e in ognuna di queste giornate prive di valore, le molecole avranno
palpitato lo stesso, scintillando nel buio.
Giornate
come questa, che sai già che se non crepi improvvisamente, ti porterà dritta
dritta verso il divano di casa, la televisione, la stanchezza ibernante.
Giornate
di un morituro che non saluta nessuno.
E
queste giornate sono le giornate di tutti. Tutte le giornate del mondo. Solo il
sesso e la morte le rendono uniche. Solo il sesso, la carne dirompente, ti crea
una giornata atrocemente bella. Oppure l’amore, due cose scisse che diventano
una. Capolavori irripetibili, tentativi continui di ripetizione frustrante. Bagliori
di luce intermittenti. Dio che si manifesta a tratti, poi torna nell’oscurità
che gli compete.
Invece
abbiamo tutti lo sguardo ottusamente fisso al prossimo fottuto e ottuso istante
inconcludente. Ci hanno fregato, tutti. Ci siamo fregati il nostro stesso
tempo. Forse ne avevamo così tanta paura, che abbiamo preferito schiumarcelo
così, senza assaggiarlo.
La
vita è atrocemente bella. Per questo è intollerabile.
Se
guardi negli occhi un essere umano, scorgi l’anima prigioniera, il Tempo
Incatenato.
Noi
siamo coloro che dovranno scatenare lo schiavo.
Lo
schiavo senza catene, resterà in piedi, ebete, a fissare quello che ha perso, la
schiavitù, come il suo prezioso tesoro.
Correrà
urlando verso il prossimo ceppo. Gli facciamo torto a volerlo affrancare.
E
questo torto glielo facciamo volentieri, solo per sentirlo annaspare.
Più
crudeli i liberatori dei carcerieri. I liberatori non conoscono gli uomini,
questi ricettacoli di losche abitudini.
I liberatori sono arroganti. Pasticciano con il quadro comandi. Per questo sbagliano sempre. I liberatori
sono tutte canaglie.
Resta
solo la vacanza low cost, per fingere di essere vivi. Ci affolliamo in aerei
low cost, sfidando altitudini e morte per passare
il tempo, facendo milioni di foto in digitale che non riguarderemo mai,
forse da vecchi, rimandando tutto alla putredine dei ricordi finti. Sfidiamo
paesaggi maestosi, sempre low cost, facendoci venire le lacrime agli occhi
dalla bellezza, ma per i motivi sbagliati. I turisti non sono degni della
bellezza. La bellezza esige un prezzo da pagare, e questo prezzo, in genere, è
la propria anima. Ma se l’anima è low cost, la lacrimuccia di fronte alla
cascata vale quello che vale. Esseri indegni che muovono l’economia andando in
giro a evacuare nei cessi di tutto il mondo, la stessa merda predigerita.
L’uomo
turista del XXI secolo è un animale immondo, parassita della Terra. Dovrebbero
proibire alla gente di viaggiare. Gli zombie non dovrebbero avere diritto di
volare da un posto all'altro solo per mettersi in costume e farsi fotografare.
Un
viaggio dovrebbe essere una trasformazione del proprio essere e invece diventa
un prodotto da consumare, come le ciabatte infradito, la merda cosmica, il cibo
etnico che non esiste, il sesso youporn consumato in camere d’albergo tutte
uguali. Immondizia e morte e senso di inutile demenza assalgono l’essere
pensante che vede una fila a un check in.
Merda
su merda, nella merda, con la merda.
Ave
Merda, piena di Merda, la Merda sia con Te e con la Tua Merda. Dacci oggi la
nostra Merda quotidiana e rimetti a noi la nostra Merda, come noi rimettiamo la
Merda ai nostri merdoni e non ci indurre nella Merda, ma liberaci dalla Merda,
Merda.