Cronache Babilonesi
martedì 27 maggio 2014
Il valore delle cose
E' abbastanza chiaro sul blogroll a fianco ma ci tengo a sottolinearlo qui.
C'è troppa arroganza, troppa poca umiltà in questo paese: è faticoso riconoscere il valore delle cose.
Si possono fare mille dotte analisi, calcoli meticolosi, mostrare abilità strategiche e dialettiche, ma il risultato non cambia.
Era un tentativo e soprattutto, il primo vero tentativo nobile che questo bolso paese abbia mai avuto dal dopoguerra.
A questa parola molti rideranno. E' un riso amaro. Forse un giorno si arriverà a capire cosa avrà voluto dire questo tentativo e probabilmente a rimpiangerlo.
La libertà di voto o di astensione dallo stesso, è, e rimane indiscutibile. Ognuno ha le proprie motivazioni e va bene così.
Per il resto vi rimando al link. Come al solito è spiegato tutto molto meglio di come potrei fare io.
lunedì 26 maggio 2014
Non c'è molto da dire
Non c'è molto da dire. Quello che penso sull'ennesima elezione all'italiana, viene spiegato molto meglio di come saprei fare io qui.
venerdì 23 maggio 2014
L'intelligenza del fanatismo
Elezioni europee. Strilli di scimmie sugli spalti. Pro e contro.
Tutto nel pallido miraggio di un cambiamento che non potrà mai avvenire da quei
pulpiti. Grillo, devo ammetterlo, mi è simpatico, da sempre. Molto di quel che
dice, è condivisibile. Anche quel che non è condivisibile, comunque, va sempre
visto in una prospettiva che non è mai fissa.
Quel po’ di carica rivoluzionaria presente nel M5S fa raddrizzare
i peli sulla schiena dei puristi: quelli che hanno depositato il copyright
della rivoluzione da qualche parte. Alt, dicono. Tizio (o caio) ha scritto che
la rivoluzione è questo e quest’altro.
Certo la “rivoluzione” grillina non va a toccare i modi di
produzione. Niente al mondo lo può fare. Per ora.
È qualcosa, però, di cui non si è mai visto l’eguale finora. I
tentativi di assimilare il M5S al fascismo del 1919, al Partito dell’Uomo
Qualunque, al nazismo, al comunismo, non riescono. È sempre la vecchia tendenza
di vedere l’oggi con gli occhi di ieri. Vedere la storia come un fenomeno che
si ripete mi sembra una fallacia logica. C’è sempre qualcosa che sfugge,
qualcosa che appartiene solo al presente.
Mi piace il M5S perché è una delle risposte del XXI secolo alla
merda novecentesca. È un prodotto odierno, nato dall’oggi, destinato a navigare
a vista verso il domani. Niente futuri radiosi, niente sol dell’avvenire: soltanto
gente che si mette insieme a rimestare sulle macerie dell’adesso per provare a
trarne qualcosa di diverso, un pragmatismo fiabesco.
È l’utopia del presente, la sola possibile in quest’epoca.
Intendiamoci, nonostante ribadisca la mia simpatia per il M5S, so
quasi per certo che è destinato a fallire, sia che vinca, sia che perda: non
credo, in altre parole, che potranno realmente cambiare la sostanza delle cose.
È però un grande tentativo. È bello che succeda proprio in Italia, paese ormai
completamente cinico e ottenebrato.
L’Italia è il laboratorio dei più grandi esperimenti sociali,
diceva il solito Debord (cosa non ha anticipato quel povero alcolista suicida?
Si dovrebbe studiare nelle scuole e invece è rimasto solo un nome che fa figo
pronunciare, di solito senza averlo letto).
Ripeto, qualunque cosa accada, il M5S è destinato al fallimento, o
alla trasformazione in qualcosa di altro. Ma nonostante tutto quello che
possono dirne i detrattori, la vita lì dentro pulsa, stranamente in
controtendenza con i tempi.
È proprio questo che fa incazzare e allarmare tutti, sentire
l’alito del possibile sul collo.
Sentire che c’è qualcuno che si muove, a tentoni, sbagliando,
fuori dagli schemi, da profano, tutto quello che si vuole: è intollerabile, mi
rendo conto.
Meglio pensare che il M5S sia solo una banda di accoliti di un
guru pazzo e incazzoso, dei lobotomizzati, dei poveri di spirito plagiati.
Io ho fatto parte di una setta, nella mia vita passata. I
meccanismi della psicologia di gruppo, li ho dapprima vissuti sulla mia pelle e
poi, quando a fatica me ne sono staccato, studiati.
Le dinamiche gruppali sono molto simili tra di loro. Dentro al
M5S, si è ancora nella fase in cui c’è molta attenzione alla purezza iniziale
del messaggio e c’è una forte coesione intorno al messaggio stesso, molto più
che intorno al personaggio Grillo. Si fa attenzione, si coltivano capacità
individuali.
Hanno resistito al fuoco di sbarramento ininterrotto di tutti i
media nazionali, tesi a screditare il loro movimento. Si sono fatti largo nella
palude di menzogne o peggio, mezze verità, che avvolgono la coscienza civile di
questo paese. Non si sono mescolati, errore che gli italiani, avvezzi al
compromesso, ancora non gli perdonano.
Ci vuole intelligenza e fanatismo per fare questo. Il fanatismo
dell’intelligenza: quella percentuale di intransigenza che se è proiettata
verso scopi “nobili” può essere motore di trasformazione.
Resta solo da vedere quando il fenomeno comincerà a degenerare.
Hanno dalla loro parte il fatto di essere circondati in ogni
direzione solo da esempi negativi. Questo è un grande sprone a cercare di fare
qualcosa di meglio.
Dubito che saranno eletti. Dubito anche (sono costretto a
ripeterlo ancora), qualora lo fossero, che riusciranno a fare molte delle cose
che si prefiggono, ma è importante che qualcosa del loro movimento rimanga.
Quello che non potranno fare adesso, lo farà qualcun altro magari tra venti o
trent’anni.
L’astuzia della ragione, l’ha sempre messo nel culo a tutti, a
partire da Hegel stesso, per finire a Marx, Gramsci, Hitler, Stalin, Roosevelt,
Gandhi, King, Pippo Baudo, Berlusconi, Madre Teresa, Jovanotti, Renzi … e anche
Grillo.
martedì 13 maggio 2014
Adesso è adesso
Sei
tornato, ti dicono le cose.
Implorano
i muri,
bisbigliano
le carte da parati
crepitano
le sedie,
lampeggiano
i quadri appesi,
fremono le
lampade,
urgono le
cose tutte
di essere
risparmiate
dalla
catastrofe del tempo,
strappate
dalla morte per annegamento
nell’eterno
flusso dell’Adesso.
Il tempo
intanto intorno danza
la danza
del sogno infranto
Vedi, sei
tu quel bambino
che gioca
solo in una stanza
Tutto è
come è sempre stato
Eternità
dolcezza e incanto
L’orlo del
letto è una scogliera
e il
pavimento è il mare
Ti diverti
a scagliare
un
soldatino giù dal letto
mandandolo
ad annegare
sul
pavimento.
Dal salotto
arriva il rumore
della
televisione.
La squadra
del babbo,
sembra sul
punto di accedere
alla finale
per lo scudetto
Ma non ti
importa
Pensi
soltanto all’invasione in atto
dei soldati
americani sul tuo copriletto.
Ti rivedi
sdraiato su quel letto-scogliera
mentre
scruti dall’alto quel solido mare.
L’abisso
dei decenni si è dissolto come cera.
Ciao,
piccolo, dici al tuo te stesso.
Sono qui
con te.
E lui si
ferma e si guarda in giro,
come se
davvero
potesse
sentirti parlare: sta quieto un poco,
poi
ricomincia il gioco.
Sono qui,
bisbigli al suo piccolo orecchio.
Non ti
lascerò mai più da solo.
Una
striscia di sole crea barbigli sullo specchio,
attraversa
in diagonale
quell’immenso
pavimento-mare
fino alla
riva del muro opposto.
I soldatini
mandano deboli riflessi
In fondo
siamo tutti
soltanto
figli di noi stessi.
venerdì 9 maggio 2014
La dura legge del sogno
Il nostro mondo è tristemente solo quello esistente nel nostro
cervello. L’unica cosa che possiamo fare è ampliare il più possibile le nostre
conoscenze. Nonostante questo tipo di ampliamento, ci accorgeremmo dopo un po’,
che il cervello continua lo stesso a proporre gli “scenari” acquisiti per primi.
Per potersene accorgere, bisogna avere buona memoria e una discreta
passione per il sogno. Io sogno tanto e in modo veramente esuberante, in quanto
a visionarietà.
Proprio per questo ho potuto verificare la dura legge del sogno:
da se stessi non si esce.
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