Uomo
e verità: un ossimoro.
Donne
che si muovono svelte vestite quasi come paggetti medievali.
La
gentilezza è così importante.
Una
qualche forma di intelligenza pervade tutti, in fondo. Noi siamo Dio,
collettivamente. Un dio stronzo, per lo
più. Frammenti di questa divinità sbucano da dentro di noi, a volte, nei
momenti impensati.
Wittgenstein:
il mondo è tutto ciò che accade.
Ma
non solo. Il mondo è tutto ciò che accadrà.
Che è sempre accaduto. Il mondo è inevitabile. È la totalità dell’inevitabile.
Vivere
è tutta questione di estetica.
Due
giorni a casa con febbre, vomito e diarrea per un bel virus influenzale. Non ho
provato neanche per un minuto la voglia di leggere o informarmi di qualcosa.
Fluttuando nella nebbia della febbre e della debolezza, la mia mente si accontentava
di vividi dormiveglia e sogni improbabili a ripetizione. Tutta l’arte, tutta la
letteratura, la scienza, erano diventate completamente prive di importanza.
La
realtà per quello che è.
Chi
cerca Dio, chi la pazzia, chi una ruota di scorta, chi l’anarchia, chi si
lascia andare, chi si perfeziona, chi staziona e il circo continua.
Si
pretende che ci sia una comprensione finale che non esiste in natura. La mente
non ha blocchi finali. Non ci si arriva mai a quel punto e in questo senso, veramente,
l’anima è immortale: perché non ha pareti.
Ogni
autunno mi sembra di ricominciare a vivere. In fondo io odio l’estate e amo le
cose intime e raccolte, la bellezza dei colori autunnali; il grigio tanto
odiato da tutti, mi è sempre sembrato un gran bel colore, anche nel cielo.
Se
togliessimo veramente tutte le sciocchezze, cosa resterebbe? Penso praticamente
nulla.
Sonnambuli.
Abbiamo edificato una civiltà senza mai aprire gli occhi.
Non
ci sarà mai conciliazione tra “realismo” e “relativismo”, perché entrambe le
posizioni sono vere. Non ha senso dire “Dio esiste”, più di quanto abbia senso
dire “Dio non esiste”. Questo ormai è un assunto sui cui si può stabilire un
punto comune.
“Non
esistono fatti ma interpretazioni”, e tuttavia, al di là delle interpretazioni,
brillano i fatti. La complessità della vita si dà in primo luogo perché la
mente umana è strutturata per strati complessi successivi. La pretesa complessità
della vita è, essenzialmente, la pretesa complessità della mente umana.
Siamo
alla post filosofia, che dopo il post moderno continua a fare sfracelli nelle
menti di chi vorrebbe capirci qualcosa.
Logica
fuzzy, matematica dell’infinito. Cantor che smentisce Nietzsche, come dice
Borges.
Tutto
molto interessante, ma a cosa porta?
Derrida
è un mezzo cialtrone (cosa che ho sempre sospettato) e la filosofia analitica
ha i suoi limiti.
Eppure
niente viene smentito mai completamente. Si deposita, sedimenta e diventa il
guano sul quale si scivola mentre si ha una corda al collo.
C’è
qualcosa di più umano dell’umano e che è ancora umano. Si rimane animali pronti
a mordere anche quando si tratta di analisi filosofiche. Ma questo va bene, nel
senso che non è un problema.