Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

venerdì 28 giugno 2019

Situazione disperata ma non seria

Il critico d'arte Tomaso Montanari ha osato affermare che Zeffirelli, passato a miglior vita qualche giorno fa a 96 anni, era un regista mediocre. Apriti cielo, gli sono piombati addosso tutti, compreso Sgarbi. Il malcapitato ha pure sommessamente aggiunto che anche l'altra fiorentina doc, la Fallaci, non era un granché e in più era dotata di idee orrende.
La destra in coro ha cominciato a ululare .
Nella stessa settimana l'impareggiabile Vittorio Feltri ha commentato la probabile vicina dipartita di Camilleri con un sanguigno/alcolico "spiace per lui  ma almeno Montalbano ha finito di rompere i coglioni".
La sinistra in coro ha cominciato a ululare.
Io sono d'accordo sia con Montanari che con Feltri. Che ne sarà di me?
Zeffirelli era un regista patinato e ampiamente sopravvalutato, la Fallaci una acida signora ex giornalista con vedute geopolitiche perlomeno discutibili, Camilleri uno scrittore di media levatura che ha avuto la fortuna di emergere in un panorama di nani letterari. La patria letteratura è talmente desolata che Camilleri può sventare come un Gadda redivivo, per difetto degli altri e non per merito suo.
Intanto destra e sinistra vanno avanti a ululare. Guai a toccare i loro ninnoli di chincaglieria.

Ha tutte le carte in regola per stare sui coglioni

La capitana Carola Rackete della nave Sea Watch, sfida il governo italiano forzando l'ingresso nelle acque territoriali e cercando di sbarcare a Lampedusa con il suo carico di migranti. Ululati della destra e ululati della sinistra. Lei, faccino duro, un po' mascolino, dread  e canottierina sexy, ha tutte le carte in regola per stare sui coglioni all'italiano medio: giovanissima, bella  ricca, determinata, idealista, esperienze in Antartide, giro del mondo varie volte, appartamento a Londra comprato dai genitori ma mantenuto con  il suo lavoro di capitana di navi  un'esperienza che manco Conrad si sarebbe sognato. Sicuramente scriverà un libro che sarà edito da Einaudi con la prefazione di Saviano.
Che poi il suo bel faccino androgino venga usato per quella che è una squallida operazione politica atta a destabilizzare un governo che, quello sì, sta sui coglioni a tutta Europa, è un altro discorso.
Lei, la Rackete, è la donna del futuro e quelli in disaccordo sono scimmie puzzolenti e ululanti, malcontente e sudaticce. Non si riesce a immaginare la Rackete sudare per il caldo, o se lo fa, saranno graziose macchie simmetriche e l'umidore sulla fronte avrà un tocco sexy, come il ciuffetto che sfugge spettinato dalla coda di cavallo di Lara Croft. È la donna del futuro, quella che sente come dovere cosmico salvare esseri che sente meno fortunati di sé. È l'eterno femminino che ci trae verso l'alto, come la piccola Greta dalle cui labbra pendono i grandi del mondo.
L'epoca ha bisogno di madonne superumane, o meglio, veramente umane, la cui presenza non può fare altro che scatenare la reazione delle scimmie grugnenti il loro dispetto e risentimento.
Salvini esemplifica bene anche dal punto di vista fisico questa primitivita '.
È un Neanderthal che cerca di impedire ai Cro Magnon di invadere il suo territorio, ma una parte di sé ha già capito che non c'è niente da fare: la selezione naturale ha già deciso.
Indipendentemente dall'esito della vicenda, la capitana ha già vinto. Lei è la donna del futuro, i Neanderthal possono solo agitarsi e sbavare. Umani e subumani, il nuovo ordine del mondo è in arrivo ed è inarrestabile. I migranti sono solo una faccenda di contorno: esseri indefiniti da aggredire con una continua, ineluttabile, instancabile pietà. Per tutti i secoli dei secoli di beata schiavitù.