Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

mercoledì 27 maggio 2015

Pensieri nani 15

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 http://www.youtube.com/watch?v=EcRFFmgVGlc

Ho ascoltato “L’Orfeo” di Monteverdi: lacrime di leggera gioia e dolce affanno.
 
Sarebbe interessante però, cercare di capire come immaginare una eventuale società globale migliore. L’ostacolo più grosso è dato dal semplicissimo fatto che l’uomo di quest’epoca ha come modello, da un polo all’altro, il tipo di realizzazione che può portare il denaro. Non c’è un modello di uomo nuovo cui aspirare. L’uomo è vecchio, irrimediabilmente. Ha disimparato tutto. Ha ucciso Dio e lo tiene in vita per finta. Sta uccidendo perfino la merce, ormai ridotta a immagine di riuscita paradisiaca. L’uomo si è lasciato alle spalle ogni tipo di via d’uscita. Morirà e risorgerà nel paradiso del Mulino Bianco.
Epifania di biscotti.
 
Come può evolversi l’uomo? Cambiamo domanda: l’uomo può ancora evolversi? Ha senso crederlo? Farsi queste domande significa essere, tutto sommato, ottimisti.
Voilà, da non credere: sono ottimista malgrado me stesso.
L’uomo potrebbe creare il suo stesso superamento, grazie alla tecnologia. E' un'ipotesi come un'altra.
Già ora, in ogni caso, l’uomo è superfluo: ha senso solo come consumatore.
 
Debord e l’impossibilità dell’arte. È per quello che i “bianchi” di Battisti Panella sono inarrivabili.

In buona sostanza tutto si riduce a questo: perché esiste qualcosa anziché nulla? Seguono infinite teorie e corollari.
Un esempio di tentativo di risposta letteraria a questo insolubile quesito è costituito dalla tetralogia Il mare della Fertilità di Mishima Yukio.
Personalmente ho avuto molto spesso la sensazione inspiegabile che l’io e il mondo esistano per consuetudine. L’essere è una vecchia abitudine presa da … l’essere.


Il ticchettio dell’orologio a muro scandisce il liquefarsi del mio tempo. Non mi dà angoscia, ma uno strano senso di pace. Materializza con quel suono questo mondo di sogno. A ogni ticchettio gli atomi ronzano trasformandosi nel caos della fine.
Di tutto ciò per cui si farnetica sotto il sole, niente ha più verità di questo allontanarsi placido dell’istante.
Il tempo non si può che perdere.





venerdì 8 maggio 2015

Pensieri nani 14




Ogni persona che cammina per strada è un miracolo di sublime, metafisica, idiozia.
Specialmente se è un uomo. Le donne hanno qualcosa che le salva dall’idiozia, ma non dal rimanente orrore pestilenziale del cosmo: forse è il culo. O le tette.

Il ridicolo nasce da regioni nascoste, che coincidono quasi perfettamente con la stessa oscurità del sesso e della morte.
Noi ridiamo di qualcosa, quando è totalmente nudo. Dio (indipendentemente dalla sua esistenza o inesistenza) non ride. Dio è una risata. Il pianto è sempre della creatura.

La noia non è semplicemente un vuoto da riempire. È, come dice Leopardi, il sentimento che qualunque cosa, perfino Dio, non ti basti mai e in questo è sentimento totalmente umano. La noia è quando il tuo sentimento non si ferma ai primi fenomeni ma sprofonda dentro il cuore della vita. Fin da bambino, allora, contrariamente a quanto ho sempre creduto, ho sentito il morso crudele della noia.

Finora ti sei salvato fuggendo. Ora che ti giri ad affrontare l’avversario fugge lui: o meglio, non dimostra nessuna importanza.  

Non si ama veramente qualcuno se non lo si vede dormire.

La sottile arte del fraintendimento: su di essa si basa la civiltà.

Trovare la propria poesia. Parise diceva che la poesia non ha eredi. Devi trovare quel tono, quell’accordatura sul tono principale dell’essere, che è solo tua. Alla fine non è nemmeno indispensabile essere letti da qualcuno. Tanto non esiste il lettore ideale: in Italia, poi, è un essere leggendario. Bisogna cercare le cose che ci nutrono e sono differenti per ognuno.

Chiunque abbia in bocca la parola "amore", spesso non sa di che parla.
È l’ennesima mistificazione del tutto. È egoismo codificato.
Anzi, bisogna guardarsi da chi ti parla d’amore. Sono i primi a essere appestati emotivamente. L'amore si può solo vivere. L'amore vero è silenzioso.

L’originalità è un frutto del processo elaborativo proprio dell’apparato conoscitivo umano. La vita in sé non è originale. Pur nell’infinita varietà dei fenomeni, si conduce sempre allo stesso modo: creazione e distruzione continua. L’originalità di espressione invece è una velleità moderna. Una illusione tarda  della borghesia mercantile. Ha origine, più o meno, all’inizio dell’Ottocento, con lo Sturm und Drang, il protoromanticismo e il romanticismo. Comincia con Hölderlin, con Beethoven, con Mendelssohn,  con Hugo, con Listz, con Dumas padre,  con Byron, con Goya. Prima di allora i canoni espressivi erano patrimonio comune. I compositori, ad esempio,  si copiavano tra loro le melodie senza problemi. Bach spesso copiava temi musicali da Vivaldi senza preoccuparsi.