Guardandomi intorno vedo una grande confusione: confusione ideologica, morale, esistenziale. Confusione politica, confusione artistica, confusione di ruoli, mezze verità, il regno delle opinioni, fumoso come il regno delle ombre.
Il cielo stellato sopra di me, il disordine morale dentro di me.
Nonostante tutto, fuori c’è il sole. Da questo angolo si vedono gli alberi e il cielo azzurro. Intorno, case in costruzione. L’avanzare del Capitale tutto intorno fa un rumore sordo. Non bisogna perdere di vista il contesto. Primi anni del XXI secolo. Crisi economica mondiale. Fossi nato nel 1932, forse ce l’avrei fatta.
E invece. 1962.
I pensieri vengono a tratti, faticosi, poco allineati. Di malavoglia. Basterebbe poco per inebetirsi completamente. Smettere di essere un giunco pensante e diventare un giunco e basta. I miei pensieri, poi, non sono così penetranti per distinguermi dall’inorganico. Quello che rende me, me, è solo memoria. Basterebbe un attacco di Alzheimer per rendermi privo di ogni identità. Pura biologia. Per inciso, è stato il destino di Norman O. Brown, filosofo freudiano marxista della Vita contro la Morte. Gli ultimi tempi si sarà cagato addosso. Ha raggiunto lo scopo. Il nirvana.
Io, piccolo giunco pensante del 2011, guardo il cielo sopra di me. Totale Impotenza.
La notte si vede Orione. A fatica.
Forse dovrei scrivere della Rivoluzione che non c’è.
Forse dovrei tornare al surrealismo.
Forse dovrei descrivere il Principio del Piacere. Scene staccate, grottesche, violente, comiche, surreali, diaboliche, angeliche. Ne sarò mai in grado?