Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 31 luglio 2018

La malattia mortale dei nostri tempi

A che punto è lo stato delle cose? Si può cambiare la realtà o si subisce il reale? Possiamo pensare una superiore civiltà, un gradino più alto nella scala evolutiva per questa sperduta specie umana?  Possiamo diventare migliori di così?
Essere oltre le categorie della colpa, dell'inganno, viaggiare verso la luce di una nuova comprensione delle cose... accadrà mai?
Kierkegaard diceva che la disperazione è la malattia mortale, la malattia per la morte. Esistono anche malattie per la vita, quelle da cui, una volta guarito, ti ritrovi più forte, più sano, più felice. Nietzsche considerava questo tipo di malattia la più grande benedizione.
Noi ora siamo malati per la morte che cercano di camuffare la natura della loro malattia. Cerchiamo di fare finta che vada tutto bene, ci proibiamo di essere disperati.
L' imperativo categorico della società globale è : godi! Sii felice!  Sii forte! Sii sano!
E quindi cerchiamo di nascondere agli occhi di Dio (la società globale) che non godiamo, non siamo felici, non siamo forti, non siamo sani. Non possiamo farci scoprire in peccato mortale. E quindi facciamo come se. Come se stessimo andando verso la salute, la felicità, la salvezza, la forza. Chi non regge la finzione è lasciato al suo destino, la morte sociale. La morte fisica non viene presa in considerazione se non quando accade, o peggio si viene sostituiti prima ancora di decedere, vedi Marchionne.
Tutto è volontà di potenza.
Dobbiamo - vogliamo - possiamo - facciamo.
"Lasciarsi andare" in che rapporto sta con la potenza?
È lasciare che la potenza (che in ogni caso esiste in noi e nel mondo) agisca senza che il nostro io interferisca con le sue paure, le sue proiezioni, i suoi desideri. È lasciarsi andare alla immensa corrente che ci circonda, di cui siamo parte integrante.
È smettere la finzione dell'io e nuotare felice come un bambino, ma saggio come le stelle.

lunedì 30 luglio 2018

Nuovi tempi, vecchie ossessioni

Nel nostro mondo umano le categorie sono necessariamente mediate storicamente. Dire che destra e sinistra non sono concetti superati (secondo Eco il fascismo è addirittura una categoria "eterna"), significa contraddirsi.
Ma come, tutto è mediato storicamente tranne proprio destra e sinistra, a guisa di eterni avversari,  bene e male, yin e yang, Ahura Mazda e Ahriman?
La coscienza infelice continua a operare nella storia anche ora che la classe che ne era più afflitta, la borghesia, non esiste più. Sono solo dei morti viventi percorsi da scariche elettriche di finta bontà universale. Le elite di sinistra non riescono proprio a staccarsi dalla loro coscienza infelice, neanche ora che il male è perfettamente compiuto, nel senso della "compiuta peccaminosita'" di cui parlava Fichte: "l'età della assoluta indifferenza verso ogni verità è dell'assoluta sftenatezza senza un concorde filo conduttore".
In quest'epoca è semplicemente impossibile trovare una via d'uscita dall'impasse con le vecchie categorie.
Occorre inventarne di nuove, oppure soccombere.

giovedì 5 luglio 2018

Contro la rete contro i media contro tutto e il suo contrario

Youtubers di ogni tipo (che però tendono pericolosamente a somigliarsi) si schierano in fazioni che si combattono tra loro sputtanandosi. Il contendere verte su: è giusto sostenere immigrazione, non è giusto farlo, con corollario di: 1) è vero che X fa Y e provoca Z, 2) non è vero, Y ha provocato Z che ha reagito producendo X che 3) a sua volta è una imitazione di W come viene evidenziato in questo video. Subscribe, please.
Poi c’è la forsennata questione dei media mainstream che mentono come respirano (un media non respira, è solo una metafora) tutti tesi a sostenere i propri padroni a ogni costo. Poi si scopre che anche certe informazioni in rete sono pilotate, certi opinionisti youtubers sono evidentemente prezzolati e si urla allo scandalo, poi si scopre che è una fake news. E si ricomincia daccapo.
La Gabbanelli è informazione mainstream per cui, mentre sembra spiegare bene le collusioni di T con K in realtà mostra solo un pezzo del discorso in quanto si scopre che K è nemico giurato di H che ha tutto l’interesse a che T venga quanto meno ridimensionato. Le Iene fanno lo stesso sputtanando certi maghi e incensandone altri e così pure Otto e mezzo e La gabbia e Piazza pulita sono tutti rigorosamente contro il neo governo, così come erano tutti rigorosamente a favore del governo precedente. Tutta l’informazione mainstream è fatta da programmi che in fondo tutelano gli interessi del loro padrone, cioè il sistema capitalistico finanziario. Nel frattempo si scopre però che lo stesso sistema capitalistico ecc, finanzia anche Google e Facebook lasciando non pochi dubbi su quanto l’informazione web possa essere libera.
Le opinioni, le teorie, le rivelazioni, le notizie, le contro notizie si accavallano e si intrecciano senza fine, come strani animali vermiformi che pullulano nell’oceano virtuale del Sistema.
Nessun idealista tedesco, nemmeno nei suoi più elevati sogni (o deliranti incubi) avrebbe potuto prevedere che un giorno un intero pianeta sarebbe assurto al livello delle Idee platoniche digitalizzate.
In questo oceano l’indifferenziato cerca di incarnarsi goffamente. Agire significa intorbidare ancora più le acque, illudersi di fare la differenza, ma è solo un’altra opinione che erutta dal fondo.
Si scopre dunque che la carne fa bene e la pasta male, e che le malattie non esisterebbero se l’uomo vivesse ancora nelle caverne. Salvo smentita dalla scienza ufficiale, ma si sa che la scienza ufficiale, è tutta al servizio del grande capitale, e anche sull’evoluzione ormai ci sono grossi dubbi, in quanto anche Darwin è al servizio del grande capitale poiché la teoria dell’evoluzione avalla il più spregiudicato neoliberismo. Gli scienziati cercano di spiegare che la teoria di Darwin è complessa e sottoposta ormai a numerose revisioni, nonostante il suo nucleo essenziale rimanga inalterato. Darwin non ha mai veramente detto che l’evoluzione è basata sulla sopravvivenza del più forte, bensì del più adatto, e che oltre a meccanismi di sopraffazione, la natura mette anche in atto meccanismi di cooperazione. Ma la scienza, mente quasi al pari dell’informazione mainstream. L’unico vero scienziato è rimasto Zichichi, si sa.
L’obbiettivo del demone della dialettica, in questo marasma quotidiano, è che ognuno scelga la sua opinione e con essa si trastulli, la utilizzi come bambola gonfiabile con cui galleggiare nel mare dell’indifferenziato e ogni tanto sfogare i propri istinti.
Se un essere di un altro pianeta cercasse di capire qualcosa della specie umana immergendosi nel bailamme chiamato informazione contemporanea, a un primo impatto si troverebbe in mezzo a un tornado di cose che gli ronzano intorno e addosso. Sembrerebbe impossibile riuscire a destreggiarsi lì in mezzo. Poi il nostro essere ultraterreno comincerebbe a capire lo schema. Si accorgerebbe che ogni discorso, sebbene apparentemente complesso, verte intorno a un nucleo centrale costituito dall’interesse personale di chi lo esprime. Per interesse personale si può intendere, più in generale l’interesse del gruppo di cui fa parte chi fa il discorso.
La verità contenuta nel discorso stesso è ininfluente. Ci possono essere discorsi in cui la percentuale di verità (cioè di riscontro con la realtà fattuale esterna al discorrente) è molto elevata, ma non è questo che si ricerca, quanto piuttosto la preservazione e, ove possibile, l’incremento sociale del proprio gruppo di appartenenza.
Se questo essere ultra terreno, per uno strano effetto sinestetico che noi umani non possiamo neppure immaginare, “vedesse” le varie informazioni, queste le apparirebbero come vorticanti macchie di colori diversi tutte tendenti a inglobare macchie di altri colori, senza tuttavia mescolarsi quasi mai. A volte una macchia riesce a inglobarne un’altra e il colore di quest’ultima si mescola con quella più potente: ma in questo modo anche l’identità della prima macchia, pur vittoriosa, è cambiata per sempre. Questa nuova entità si scontra con altre macchie formando schemi di colori senza limiti.
È un gioco come quello di Krishna che crea l’universo. Trastulli. Il movimento delle macchie è creato dal frangersi continuo dei colori nel mare della volontà di potenza. Espansione, contrazione, spiegazione, colorazione, tutto virerebbe verso il bianco se cessasse di agitarsi.
Vedere questo schema generale è come vedere il gioco di Dio. Non c’è verità se non fuori dallo schema. Chi è dentro lo schema non è dentro la verità, ma dentro a una macchia colorata che lotta per inglobarne un’altra.
“Il senso del mondo giace fuori di esso.” Wittgenstein.

martedì 3 luglio 2018

Sull'utilità e il danno della storia nella vita

Sì dice che la rivoluzione russa fu finanziata da alcuni banchieri tedeschi e americani. Lenin ricevette soldi, parecchi soldi, dal Kaiser Guglielmo II e il ritorno di Trockij in Russia nel 1917 fu finanziato niente meno che dalla  J P Morgan di New York. Lo scopo principale nel finanziare questi famosi rivoluzionari era mettere fuori gioco una volta per tutte la Russia zarista. L'obbiettivo dei banchieri tedeschi e americani era potersi spartire i nuovi e fiorenti mercati petroliferi mondiali e tutto il resto del commercio internazionale, senza quella che sarebbe stata una concorrente troppo forte per risorse. La Russia aveva il difetto di essere ricchissima, con una popolazione poverissima e tutte e due le gambe infilate in Europa. Era troppo da sopportare. Cosa c'era di meglio di una bella rivoluzione popolare per metterla in ginocchio definitivamente?
Cosa c'è di vero in questa versione dei fatti non lo so, è quantomeno verosimile.
Di solito chi parla di queste cose fa partire un pippone sul complotto giudeo - pluto - massonico con accompagnamento di Illuminati vari, per finire con il Nuovo Ordine Mondiale ecc ecc.  Me ne guarderò bene. Ci provo' quell'ingenuo di Celine e gliene incolse talmente male che la sua vita ne fu rovinata.
Oggi, grazie a Internet, un po' di complottismo non si nega a nessuno. Come sempre però, verità e idiozia si mescolano a tal punto che non si distingue più nulla.
Un controllo assoluto su questo verminaio che è la storia umana, non mi sembra verosimile. Le variabili sono troppe perfino per le elite più potenti. Tuttavia la volontà di potenza non dorme mai. La storia è un incubo idiota dal quale non vogliamo svegliarci. Il fiume del divenire è una corrente spaventosa dentro la quale ha luogo una strabiliante eterogenesi dei fini, come dire che le cose vanno a cazzo come vogliono, nonostante tutti i complotti. Le analisi sono sempre tutte fatte a posteriori.
E intanto ancora non capiamo veramente cosa fa di noi, noi.