Il venti maggio 2014, una folla di
migliaia e migliaia di persone inferocite, unite dall’unico pensiero che i
politici abbiano colpa di tutte le loro sofferenze, un pensiero del resto non
molto lontano dal vero, marcia compatta, come si dice, verso il palazzo del
governo.
A nulla serve che la polizia spari
lacrimogeni ad altezza d’uomo, a nulla serve che decine di morti rimangano a
coprire di sangue l’asfalto delle strade, a nulla serve qualsiasi tipo di
discorso dei leader dei partiti.
Noi vogliamo quello che ci avete tolto,
urlano gli Straccioni.
Noi vogliamo quello che avete voi.
Noi vogliamo la felicità che voi avete
solo perché l’avete tolta a noi.
Voi ci avete condannato all’inferno.
Noi vi condanneremo ad assaggiarlo questo
inferno. Così urlano dai megafoni gli Straccioni e subito dopo entrano nel
palazzo del governo e massacrano indiscriminatamente, come si dice, tutti
quelli che trovano.
In quel terribile giorno di maggio
duecentoquindici deputati di tutte le fazioni politiche e tredici uscieri vengono
trucidati a colpi di ascia, spranghe, coltelli, pistole, alcuni vengono
impiccati ai lampioni del cortile interno, altri gettati dalle finestre e solo
verso sera l’esercito ha ragione degli Straccioni a colpi di cannone e
mitragliatrice.
Il risultato di una simile giornata è la
cifra di seicentotrentotto vittime, tra deputati e rivoltosi. Il Consiglio di
Sicurezza dell’ONU e l’esercito americano, assieme ai membri del governo
superstiti assumono il comando provvisorio di emergenza del paese e proclamano la legge marziale. In nessun caso
è possibile permettere che quello che è successo in Italia possa estendersi e
dilagare in qualche altro paese europeo o del mondo. Tutto deve finire qui
e ora. E la punizione per i ribelli deve essere esemplare.
Cominciano gli interminabili processi agli
Straccioni che vengono trasmessi in diretta dalle TV di tutto il mondo. Viene
invocata la pena di morte per i più irriducibili, come si dice, che sono neri,
albanesi, rumeni, molti italiani disoccupati. Il novanta per cento di questa
gente è di sesso maschile. Da qui nasce un’altra furibonda protesta sul fatto
che la violenza ha sempre origine maschile e che il potere maschile non
protegge abbastanza le donne. Nei disordini scoppiati dall’inizio dell’anno le
vittime donne hanno superato il centinaio ma, nonostante nella maggior parte
dei casi queste donne siano state uccise negli scontri con la polizia, la colpa
di questa violenza maschile ricade sui rivoltosi sconfitti.
Quindi questi criminali nemici
dell’umanità, questa macchia inaccettabile in una Europa pacificata da quasi
settant’anni, come dice il capo del governo scampato miracolosamente al
massacro, questi rimasugli di una sanguinosa epoca ideologica e maledetta,
devono essere eliminati. Ci sono diversi problemi per realizzare questo
obiettivo. Il primo problema è che la pena di morte non è più prevista dalla
legge fin dalla fine della seconda guerra mondiale. Occorre dunque fare una
revisione totale del codice penale con il rischio di tornare indietro di un secolo
nell’ambito dei diritti civili. Ci sono discussioni etiche interminabili, come
si dice.
Ciò che resta del governo, però, vuole
fare piazza pulita degli Straccioni. E anche la cosiddetta gente comune, che
sotto sotto ci ha goduto nel vedere massacrati a colpi d’ascia e spranghe certe
facce che per decenni sono apparse in televisione a dire sempre le stesse
stronzate, anche la gente comune, ne ha abbastanza. Vuole pace e ordine. Vuole
vedere sparire gli Straccioni. Vuole godersi le esecuzioni capitali in diretta
da casa.
Troppa violenza per le strade, pensa la
gente comune, ora basta, lo spettacolo è durato troppo. Il secondo problema è
che molti dei rivoltosi sono stranieri,
per lo più senza permesso di soggiorno.
Il governo è inflessibile. Italiani o
stranieri, devono essere puniti con la morte per quello che hanno fatto a un
governo democratico di un paese democratico.
Attraverso una procedura paradossale,
dovuta al timore che qualcosa di simile a quello che è successo il venti maggio
possa ripresentarsi in qualsiasi altra democrazia europea, gli Straccioni
vengono equiparati ai terroristi internazionali e processati da un tribunale
internazionale per crimini contro l’umanità.
I governi dei paesi di appartenenza, non
possono e non vogliono impedire il processo ai danni dei loro concittadini.
Tutti i governi sono unanimi. Mai più, mai più si deve verificare la
possibilità che la popolazione più povera e dunque moralmente più
debole e influenzabile da ideologie distorte, come dice il presidente degli
Stati Uniti, possa aggredire fisicamente un governo democratico. I
governi romeno, albanese, senegalese, marocchino, filippino, peruviano,
ecuadoreño accolgono la decisione del tribunale internazionale senza batter
ciglio. Solo i governi scandinavi avanzano delle riserve ma non vengono
minimamente ascoltati. L’unica condizione che viene posta dagli altri governi è
che l’esecuzione deve avvenire in territorio neutro e che gli esecutori siano
cittadini dei paesi coinvolti.
La cosa viene accordata in fretta. I
governi democratici o meno democratici di Europa, Africa e Sud america si
mettono d’accordo alla svelata.
I rivoltosi vengono tutti condannati a
morte per fucilazione.
Alcuni rivoltosi italiani riescono a farsi
convertire la pena dalla fucilazione all’ergastolo. Tutti quelli stranieri
invece sono spacciati. La comunità internazionale grida all’ingiustizia ma la
cosa viene messa presto a tacere con il pretesto che i fatti del venti maggio,
anche se riguardano nello specifico il governo di un solo paese, sono in realtà
una minaccia potenziale per qualunque governo del mondo e quindi di competenza
internazionale.
Il governo più danneggiato ha la
precedenza nel giudizio finale di clemenza. La polemica non si sgonfia così
facilmente e anzi rischia di far mandare a monte tutta la faccenda e allora il
governo italiano fa marcia indietro. Verranno risparmiati dall’esecuzione
capitale solo dieci ragazzi e tre ragazze, tutti ancora minorenni. Gli altri
italiani verranno fucilati assieme agli altri.
I membri dei diversi plotoni di esecuzione
vengono presi dall’esercito albanese, rumeno, peruviano, ecuadoreño,
senegalese. Per solidarietà anche il governo americano e perfino quello
iraniano offrono plotoni di esecuzione per gestire la faccenda in maniera più
neutra possibile. Il governo israeliano offre un plotone specializzato in
esecuzioni per manifestare la solidarietà con la democrazia messa in pericolo
dalle rivolte popolari.
È una vera rivoluzione sociale. Anche fazioni che si sono fatte la
guerra fino a poche settimane prima, si riunisce in concordia per condannare a
morte gli Straccioni.
Le TV di tutto il mondo riprendono i
plotoni israeliano e iraniano fianco a fianco, mentre caricano i fucili,
puntano e invece di mirare gli uni addosso agli altri, sparano contro i
rivoltosi Straccioni legati ai pali.
Quando i corpi legati sobbalzano sotto i
colpi e si afflosciano, un boato di applausi, come si dice, esplode nelle
piazze dove sono allestiti i maxischermi che permettono a migliaia di persone
di assistere all’evento.
La pace è finalmente scesa sul mondo. La
democrazia del nostro paese e, di conseguenza, la democrazia di tutti i paesi
del mondo, è salva. Il sangue dei rivoltosi viene velocemente ricoperto di
segatura.
Quando i rivoltosi del venti maggio sono
stati passati per le armi, una bella mattina di giugno, durante una diretta
televisiva trasmessa dal cortile di una prigione in disuso nell’isola di Pianosa,
il movimento degli Straccioni ha cominciato a mangiare sé stesso. Quando
milioni di persone avevano visto sui loro schermi i plotoni di esecuzione
scaricare pallottole su decine e decine di uomini legati ai pali, quando hanno
visto le figure legate afflosciarsi a terra, hanno provato un doppio brivido
dovuto all’eccitazione della morte violenta e al pensiero tremendo che dopo
questo passo indietro di civiltà l’Europa e il mondo avrebbero fatto molta
fatica a tornare a un livello accettabile di convivenza civile. Ma il
terrorismo, la ferocia inaccettabile di chi usa la violenza per distruggere le
fondamenta della nostra vita, deve essere combattuta con fermezza e senza
inutili e fuorvianti sentimentalismi, ha detto il capo del governo.
Anche il Vaticano ha approvato
tacitamente, come si dice, le esecuzioni, pur pregando per le anime irrequiete
di queste persone che non hanno avuto, come dice il papa, rispetto per i ruoli
sociali che sono la base della civiltà cristiana.
L’attaccamento alle cose materiali come il
vile denaro, ha detto il papa apparso con il suo vestito bianco dalla sua
solita finestra , l’attaccamento alle vuote aspettative del più vile
consumismo, il mille volte sciagurato attaccamento a ideologie pseudo
libertarie che la storia del novecento ha già ampiamente condannato e che
niente hanno a che fare con la verità di Cristo, hanno portato a questa iattura
che affligge oggi la società.
La civiltà come la conosciamo corre grave
pericolo oggi, ha detto il papa. Non possiamo permetterci debolezze nel
condannare il terrorismo ideologico, anche se bisogna implorare il perdono di
Dio su queste povere anime.
Il presidente degli Stati Uniti ha
approvato completamente le parole del papa e anche il presidente della Russia e
quello della Francia e quello della Gran Bretagna e così via. E così il
movimento degli Straccioni, passato alla più assoluta clandestinità, condannato
agli occhi del mondo, si è dissolto nel nulla.
Nel giro di poche settimane i poveri hanno
smesso di prendersela con i ricchi e hanno ricominciato a prendersela tra di
loro, come è sempre stato.
L’ordine delle cose è stato ristabilito da
adesso fino allo spegnimento del sole.
Il mio paese è diventato l’avanguardia di
un nuovo movimento sociale nel quale i ruoli sono sacri e inviolabili.
Dio lo vuole. Il potere lo vuole. I poveri
stessi lo vogliono.
Proteggeteci da noi stessi, dicono i
poveri ai governanti.
Diteci cosa dobbiamo fare e lo faremo.
Per tutti i secoli dei secoli, amen.