Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

mercoledì 15 maggio 2013

Ius soli e cattiva coscienza




Grande confusione. Solo in parte voluta dai potenti. In verità provocata da una fenomenale stupidità. La Destra. La Sinistra. Che sciocchezze. Ci basiamo su pregiudizi.
Nazionalismo. Internazionalismo. Immigrazione. Non immigrazione.
Ius Soli. Ius Sanguinis.
Si dovrebbe ragionare, almeno provarci. 
Per ragionare occorrono dati certi su cui discutere. Esistono dati certi? Ognuno sfodera i suoi.
Sui diritti degli immigrati già presenti, non mi sembra ci siano particolari dubbi. Non credo si possa dire che gli immigrati presenti in Italia non godano di diritti. Diritti scolastici, diritti alla casa, diritti al lavoro. Poiché scuola, casa e lavoro in Italia sono quello che sono, gli immigrati hanno i loro problemi, certo minori di quelli che si sono lasciati alle spalle nei loro paesi.
A fronte di milioni di disoccupati italiani e no, non si capisce bene perché dovrebbero entrare in Italia e nascere qui milioni di altre persone. 
Qual è l’obiettivo? Lo chiedo con una certa ingenuità. 
Creare una sempre maggiore povertà non fa altro che alimentare una sempre maggiore delinquenza. Dovrebbe essere una constatazione semplice e ovvia, ma per qualche motivo non lo è. Si continua a dire che gli immigrati producono ricchezza. Bene: ma per chi producono ricchezza? Per il paese nel suo insieme, o per chi può guadagnare su una forza lavoro sempre più a buon mercato? E se non c’è domanda di lavoro, i milioni di nuovi cittadini italiani a getto continuo garantito dallo Ius Soli, cosa andranno a fare nel futuro? Che tipo di ricchezza produrranno?
Lo stesso discorso non vale, naturalmente, per chi risiede già qui, è nato qui, diventa maggiorenne qui.
Queste persone condividono già le sorti di questo paese, nel bene e nel male. È naturale che siano, se lo vogliono, italiani. Ma per gli altri? 
Lo ripeto, sempre ingenuamente: a che serve tutto questo?
Farsi questa domanda è razzismo? Possibile che si creda ancora che la motivazione di una istintiva perplessità per questa formidabile aspettativa, sia un moto di ripulsione verso i “negri” e i “marocchini”, delinquenti e stupratori? 
Se uno va in giro per le strade di una città come Milano, si accorge che l’integrazione c’è già stata. Quattro o cinque etnie diverse passeggiano tranquille fianco a fianco, senza che nessuno spari a nessuno.
Ripeto: qual è il vero fine di questa richiesta di legge?
L’episodio recente del picconatore ghanese è statisticamente irrilevante: poteva essere turco o italiano o belga.
Una cosa però è sicura: se fosse stato un “bianco” a picconare tre africani e a ucciderli, ci sarebbe stata una interrogazione parlamentare sulla violenza razzista.
Cosa spinge a essere più realisti del re?
Secondo me è la coscienza sporca. Chi è al potere sa benissimo, in fondo alla propria anima, di disprezzare i poveri, i ceti più deboli, di qualunque razza siano. Vuole che si mescolino, che perdano la loro identità, per poterli manovrare ancora meglio, per avere eserciti di sudditi senza reali diritti, in lotta l’uno contro l’altro per le briciole.
Un popolo atomizzato, spossato, sradicato, è un popolo che si lascia manovrare e stuprare docilmente. La casta dei padroni lo sa bene, lo impara istintivamente, succhia questa verità innominabile con il latte materno.
Cattiva coscienza, si respira come un fiato rancido, mortifero.
La cattiva coscienza di chi non ha mai sgomitato in mezzo a una folla, o fatto una fila per mangiare, o anche solo per aspettare un autobus sovraffollato. La cattiva coscienza di chi si lascia scappare, di fronte a tre suicidi nelle Marche, la frase “non credevo che in Italia ci fosse tanta miseria.” È proprio questa frase che illumina la realtà di queste persone, mette in luce l’inesorabile abisso fatto di soprusi che separa i privilegiati dagli altri.

12 commenti:

  1. Orbati dall' ottimistica propaganda della mésaillance edenica, i fiduciosi sudditi della globocrazia si apprestano a condividere una miseria senza frontiere. Tutto cominciò in transoceaniche contrade. E continua qui.

    A.

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  2. In sintonia con la tua ingenuità, ripeto le stesse tue domande ingenue. Grazie di averle espresse.

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  3. Per nostra fortuna in un futuro prossimo, un mondo dominato dai padroni della tecnica soppianterà gli schiavi con servi automatizzati. Un padrone è un essere dipendente finché ha bisogno di straccioni che, per campare, ne eseguano gli ordini. I miserabili faranno il loro tempo, e con la scomparsa degli ultimi spariranno i problemi connessi alle loro "libertà" e ai loro "diritti".

    E se il mondo non può privarsi degli schiavi, giacché c'è sempre chi comanda e chi è comandato, la cosa migliore che possiamo sperare è l'avvento di una società Huxleyriana. Servi sì, ma dopati, dementi e contenti.

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    1. Il fatto è che il capitalismo ha cominciato già da qualche decennio ha produrre non surplus di merce, ma surplus di persone. L'obiettivo finale di questo demenziale sistema sembra essere la Disoccupazione Totale. Gli schiavi esistono finché servono. Troppa gente non può nemmeno essere più schiavizzata. Cosa succederà?
      Quello che questa società atroce maschera è che mentre la vita umana vale sempre meno, fanno finta che valga di più. Carità pelose che tolgono dignità ai popoli, popoli che non hanno altro che i figli come ricchezza: tanti figli, tanta ricchezza, perché i figli più sono e più ti aiutano quando sei vecchio. Questa è la mentalità che ha portato all'esplosione demografica del Terzo Mondo e che ci travolgerà immancabilmente.
      Il sistema globale si è inceppato. Ormai siamo detriti che impediscono alla macchina di girare, ma non possono e non vogliono dircelo.

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    2. A che serve che ti dicano quello che già sai?
      E a che serve che tutti sappiano quello che noi sappiamo?
      Siamo diventati grandi e sappiamo che l'Uomo è un problema senza soluzione.
      E in ogni caso, essere schiacciati è la norma. La storia che cos'è, se non esseri umani che schiacciano e vengono schiacciati?
      Questa volta tocca a noi, ed era anche ora che arrivasse il nostro turno.

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  4. il fatto che la discussione pubblica si svolga tutta all' interno del Diritto dovrebbe essere oggetto di revisione critica

    se qualcuno pensa di poter impedire che coloro che hanno solo la propria forza lavoro da vendere segua le medesime rotte che percorrono i capitali investiti in produzione quel qualcuno non sa come funziona e su cosa si basa la stessa civiltà che pensa magari di difendere

    ancora oggi mi chiedo su cosa si radichi uno specifico popolo, le risposte comunemente suggerite -appartenenza etnica e/o territoriale- mi sembrano quelle meno vere e più funzionali al dominio, tappe di passaggi storici, solo in apparenza contrapposte con l'estensione globale della competizione, dell' omologazione mondiale al modello produttivo

    il caso storico italiano spingerebbe verso una ipotesi linguistica: il linguaggio peculiare come sedimentazione complessiva ed immanente della vicenda storico-sociale, un portato affatto statico e sempre pronto a tradurre il passato nell' oggi, a volte seppellendolo. io stesso trovo un pò debole questa argomentazione

    ma le macchine non si possono sfruttare, mica producono più di quanto consumano

    da



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    1. Il problema enorme è che il meccanismo si è inceppato: si va avanti a importare gente per sfruttarla, senza neanche più la possibilità di sfruttarla tutta. Le eccedenze sono sempre più numerose. Il futuro prossimo del pianeta sarà costituito da miliardi di eccedenze tutti però dotati di bocche e buchi di culo.
      Non promette niente di buono tutto questo.

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  5. sono nato a Beunos Aires, figlio di italiani emigrati nel dopoguerra.
    La mia famiglia ha poi deciso di rientrare in Italia. Sono italiano.
    Ma se avesse deciso di restare laggiù, io sarei oltre che italiano anche Argentino, uguale agli altri concittadini, avrei avuto gli stessi diritti degli altri, non avrei dovuto richiedere permessi, autorizzazioni, deroghe o che altro.
    Per la scuola, il lavoro, la casa, per altri diritti così come per i doveri.
    Pur con i tanti difetti che si possono imputare a quel Paese, di questa "americanità" io sono orgoglioso.

    Il problema è tutto qui, di parità diritti ed egualgianza e di doveri, in un paese dove l immigrazione non dev'essere selvaggia ma ordinata e regolata.
    cio
    marco

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    1. Bella esperienza la tua, Marco Eugenio. Buenos Aires deve essere una città meravigliosa in cui cominciare la propria esistenza.
      Purtroppo dubito che l'applicazione di uno Ius Soli totale, qui in Italia, risolverebbe problemi. Piuttosto ne creerebbe altri.

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  6. Braccare la cattiva coscienza. Operare come fisiologi (il metodo genealogico nietzscheano) consente di leggerne i sintomi, la rende udibile.

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    1. Se si comincia a braccare la cattiva coscienza si finisce per esserne braccati ...
      Tutta questa oscena società è basata sulla menzogna, l'ipocrisia e la cattiva coscienza. I media "ufficiali" sono i vermi che brulicano nel cervello morto delle masse.

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