Pascal vedeva sempre un abisso
sotto di sé, anche a casa: per tranquillizzarsi ci sistemava sopra una
seggiola. Adesso si potrebbe parlare di disturbo d’ansia generalizzato o
agorafobia. “Il silenzio di questi spazi infiniti mi atterrisce” è una frase
assolutamente indicativa di uno stato che il XXI secolo (il secolo dei viaggi
low cost) definirebbe patologico. Ma Pascal vedeva giusto. Il suo errore
consisteva nel pretendere che anche gli altri vedessero l’abisso che lui
vedeva. Ma per vedere l’abisso bisogna essere nudi e senza difese, come di
fronte a Dio. Un mondo che porta solo maschere non vede l’abisso, ne diventa
parte integrante. Guai a chi non vede l’abisso, l’abisso lo inghiottirà.
Dio è tremendo.
Cronache Babilonesi
sabato 8 febbraio 2020
venerdì 7 febbraio 2020
Un quasi umano a Sanremo
Roberto Benigni che legge il Cantico dei Cantici (a modo suo) a Sanremo. Un quasi umano che dona antiche vestigia di splendore a una platea di scimmie capaci solo di tirargli addosso banane di incomprensione. Benigni sembra uno che in qualche modo ricorda lo splendore, ma che avendolo tradito da troppo tempo, se ne fa carico, come se fosse uno sberleffo. Non può dire quello che sa, o non sa fino in fondo quello che dice.
giovedì 6 febbraio 2020
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