È
possibile che il mulinare delle concezioni metafisiche-religiose elaborate
dalla razza umana nel corso delle ere, possa essere classificato in uno schema
come quello esposto qui sotto: faccio gentilmente notare che il presente schema
non ha la pretesa di essere esaustivo. Faccio altresì notare che mescolo
volutamente concezioni occidentali e concezioni orientali, perché da un certo
punto di vista c’è poca differenza tra i due sistemi. Se l’Oriente ha un
approccio più yin, femminile e meno individualista e l’Occidente è più yang,
maschile concquistatore e feroce assertore di ideali di progresso, il risultato
in termini di guerre, stragi, nefandezze politiche di ogni tipo, conflitti
religiosi e disprezzo per la singola vita umana è pressochè lo stesso. Un
eccesso di yin genera lo yang e viceversa. Nei secoli dei secoli. Amen.
Dunque.
Ogni concezione metafisica elaborata dal pensiero umano ricade più o meno in
uno di questi cinque aspetti:
1. Animismo e senso di
comunione con gli esseri senzienti e insenzienti. Forte tendenza a cogliere
nessi causali inusuali tra gli eventi: è la fase della superstizione. In
genere si riscontra nelle popolazioni primitive, ma anche nelle grandi
metropoli del XXI secolo.2. Monoteismo. Avvento della concezione di fede.
Fede in un unico Dio, oppure in un unico principio dispensatore di senso. Le tre grandi religioni monoteiste diventano la chiave per interpretare gli eventi sociali, politici, economici. Anche il marxismo e il liberismo. La fede è, da un altro punto di vista, una fregatura perché ti costringe a chiudere gli occhi sulle troppe incongruenze della realtà.
In compenso però, è un ottimo tranquillante per lo spirito.
3. Maggiore percezione della complessità delle relazioni causali. Introduzione dei concetti di karma, reincarnazione, ecc. Ricerca della liberazione dalla sete di vivere che ci incatena alla catena causale, vista come responsabile della sofferenza. Affermazione del concetto di responsabilità individuale. In genere questa concezione subisce una variazione nel senso che non si cerca più la liberazione, ma l’utilizzo consapevole della catena causale per avere vantaggi in questa vita e rinascite favorevoli. Queste fasi sono presenti nelle più avanzate civiltà orientali e culminano nel Mahayana buddhista con lo sviluppo della figura del bodhisattva, colui che vuole guidare tutti gli esseri alla salvezza attraverso la consapevolezza. Gradualmente queste idee degenerano ritornando a una specie di monoteismo sui generis (come l’amidismo giapponese) o peggio ancora, di spiritualismo magico. Nell’Occidente moderno subentrano invece, come sistema di analisi delle relazioni causali, l’astrologia e l’economia politica.
4. Razionalismo e culto del pensiero scientifico. Questa fase è presente in Occidente a partire dall’Illuminismo ed è culminata nel positivismo ottocentesco. Sradicamento dell’idea di Dio a favore dell’evoluzionismo. Tuttavia, dopo la crisi degli ideali religiosi e sociali che ha raggiunto l'apice nel secondo dopoguerra mondiale, non solo il concetto di Dio, ma anche il primato della scienza è venuto meno. Tutto si è ridotto a un pastone dove ogni tipo di credenza, superstizione e scientismo si mescolano. Ogni concezione e il suo contrario diventano possibili. Il dubbio divide elegantemente il suo regno con il dogmatismo.
E questo regno è quello dei diritti umani. Ognuno, almeno in Occidente, rivendica il diritto di pensare e credere come gli pare. Nessuno osa altresì mettere in dubbio questo diritto. Grosso modo corrisponde all’epoca attuale. È la fase dell’ottimismo della ragione, che però è anche la fase della superstizione, della fede e di una presunta responsabilità individuale, indistinguibile però da un comune senso di colpa. È tutto mescolato insieme.
Un mix ubriacante.
5. L’ultimo aspetto è quello del nichilismo.
Nulla di quanto affermato dall’uomo ha senso e tutte le concezioni filosofiche e religiose sono semplici deliri antropocentrici. L’unica soluzione possibile è l’estinzione di questa malattia perniciosa per il mondo che è diventata l’essere umano.
È chiamata anche fase del vaffanculo a tutto.
È importante notare che le grandi masse umane non sono praticamente mai toccate dal quinto aspetto, e come potrebbero? La massa è sospesa in una specie di limbo nel quale le concezioni dell’esistenza sono fissate su un misto di antiche credenze ereditate pedissequamente dalla propria cultura d’origine, mescolate a fanatismo e superstizione o, nel caso dell’Occidente capitalista, indifferenza. Grosso modo si pensa che esiste Dio, l’aldilà, il paradiso, l’inferno, oppure la reincarnazione, che è un concetto molto più affascinante. Tutte le spiegazioni sui perché dell’esistenza sono racchiuse, più che nei testi sacri, nelle parole di qualche carismatico leader. E, in ultima analisi, non ci si pensa più di tanto.
Gli
aspetti sopra menzionati vengono vissuti dunque sempre da alcuni singoli
individui, che solo dopo molto tempo riescono a influenzare le masse.
Attualmente sono i grandi mezzi di comunicazione che si fanno carico di
trasmettere l’insieme di credenze che costituisce l’aspetto della società
moderna: questo sistema di credenze è costituito dai valori etici, tra
cui il libero mercato, l’espansione economica, il diritto al benessere.
L’umanità nel suo complesso vive nel quarto aspetto.
A
questi valori etici la parte della società al riparo dal bisogno aderisce con
convinzione.
Negli
ultimi due decenni sono diventati progressivamente importanti anche valori come
i diritti umani e il rispetto delle diversità, segno di una
maggiore apertura umanitaria della società mercantile. Ormai è nel nostro DNA
di occidentali europei il fatto che bisogna rispettare le minoranze, almeno a
parole. Questi valori rischiano di essere fortemente incrinati dalle massicce migrazioni di poveri verso il Vecchio Continente e l'Occidente in generale. Qui si vedrà se ci si crede veramente. Ne vedremo delle belle.
Al culto del benessere e del diritto ha corrisposto un inarrestabile
declino del pensiero filosofico. I pensatori di professione, i sistematici: gli
Spinoza, i Kant, i Cartesio, gli Hume, gli Hegel, non esistono più. Neanche
coloro che gettano dubbi e spalancano abissi, gli Schopenhauer, i Nietzsche,
esistono più. La società non ne sente il bisogno. Forse non ne ha mai sentito il
bisogno.
E,
in fondo, di abissi spalancati ce ne sono già abbastanza.
È
per via di questo saliscendi che in genere viviamo un’esistenza abbastanza stupida, io, noi, tutti, sicuramente anche
tu, caro lettore, oscuro abitante di quest’epoca.
In
questo siamo fratelli, anche se non lo ammetterai mai.Se invece, caro lettore, dovessi appartenere a qualche futuro lontano, tipo il 2100, coraggio.