Essere
liberi da ubriacarsi di questa libertà, da averne paura e tremare sperduti di
fronte a immense pianure. Eppure berla tutta, fino in fondo.
Essere
un uomo del mio tempo e, pur sapendo
esattamente e senza dubbio di esserlo, non avere la benché minima idea di che
cazzo significhi questo.
Glenn
Gould. Tutta un'arte costruita sul difendersi dalla vita. Essere
bambino di sé stesso per non dover morire. Perché la morte rivela il corpo nella sua
essenza. Di qui la ripugnanza per il qui e ora. Questa ripugnanza si trasforma
in un feroce istinto di purezza. Allora ti metti a suonare Bach
contro Bach. Riesci a fare di Bach quasi un romantico in nome del più feroce
antiromanticismo. Non vuoi mai essere dove sei, eppure in brevi meravigliosi
momenti, ci sei, effettivamente e
senti la gioia nel corpo, dopotutto. Una intera vita geniale a non voler
suonare alcuni tasti e inciamparci sopra, ineluttabilmente, alla fine.
Sei postmoderno quando non puoi porti certe domande
“ontologiche” senza sentirti ridicolo o proiettato in una serie TV americana.
Mi capita, a volte, di sfogliare i blog complottisti.
Sono la naturale metafisica del XXI secolo. Mi rilassano. È
confortante sapere che non siamo mai stati sulla Luna, che l’11 settembre è una
bufala, che gli Stati Uniti, la massoneria e gli Illuminati sono colpevoli di
tutto.
Il
complottismo è un’altra religione, l’ennesima di questa epoca tormentata e i
suoi adepti hanno un loro codice di linguaggio preciso attraverso i quali si
riconoscono.
Intendiamoci, potrebbero avere ragione su qualcosa, magari addirittura su tutto. In
fin dei conti anche le “versioni ufficiali” sono una religione. Ma cosa cambierebbe? Al mondo ci vuole più filosofia, più bellezza.
Al 95% della popolazione mondiale non dovrebbe essere concesso
esprimere opinioni. Anzi, no. Dato che il 95% della popolazione mondiale non ha
potere di decidere un cazzo, tanto vale lasciarli nell’illusione di avere delle opinioni.
Non c’è niente di più facile e allo stesso tempo difficile che
avere una fottutissima opinione.
La gente sembra ragionare bene. Sembra saperla lunga. A citazioni
si seguono contro - citazioni. Si sanno delle cose. Apparentemente si sanno
delle cose. I complottisti sono degli idioti. Ma lo sono anche gli
anticomplottisti.
Ci sono schemi ripetitivi. Succede una cosa e nasce la versione
ufficiale della vicenda. Successivamente proliferano versioni che confutano la
versione ufficiale. Si crea una bibliografia pressoché sterminata su un fatto e
il suo contrario. Esistono versioni ufficiali e confutazioni, glosse e
commentari, praticamente su ogni cosa, dalla Bibbia, al Tao, alla politica
internazionale, al campionato, ai denti finti di zio Peppino.
Non c’è che dire, in principio era il Logos. Ma anche alla fine
e nel mezzo.
Il problema sta nei nessi causali, o meglio, nella nostra
incapacità di percepirli e comprenderli.
Questo crea angoscia. L’angoscia si placa erigendo sistemi, di
qualunque tipo.
Vivo di surrogati. Intorno a me palpita la felicità e, a volte,
la vedo. Ne percepisco l’essenza meravigliosa. Mi rotea intorno ma non la posso essere. Posso solo assorbire
qualche goccia della pioggia d’oro. Mi tocca la pelle ed esulto.
Comprendi che il meccanismo è semplice e inesorabile.
Nessuno ha nessuno. Da qui nasce la civiltà.
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