-
- Beh,
ma voi siete impazziti.
Sandra: li ho guardati e ho pensato: ma voi
siete impazziti.
Federico: Questa ci ha guardato e ci ha
detto: ma voi siete impazziti.
Giuseppe: c’era questa donna, capisci, continuava
a urlare, siete pazzi, siete pazzi!
-
Taci
scema, stanno arrivando, mettiti giù.
Giuseppe: a un certo punto ho dovuto dire a
questa isterica: stia giù signora, stanno arrivando.
Federico: qui, capite, eravamo in pieno marasma
e questa … come posso dire, questa mentecatta,
se ne esce con, ma voi siete impazziti!
Sandra: Questi due … come posso dire,
questi due bastardi, mi hanno sopraffatta, ecco. Ho avuto una paura folle.
Ma non è l’unico
problema che affligge Sandra. Sta ancora discutendo con i due energumeni (lei
non ha ancora capito che fanno parte delle forze dell’ordine) che
improvvisamente la terra si mette a tremare. Signori, l’en plein. Non solo la
tentata rapina, proprio nello stesso giorno arriva un terremoto. Sesto grado
Richter. Il paese di Sandra sta proprio su una faglia. Gli abitanti non sanno che
proprio il giorno prima una gigantesca esplosione provocata dagli ingegneri ha
squassato la faglia in una disastrosa operazione di fracking a caccia di metano,
provocando ripercussioni lungo tutto il territorio. La terra trema e uccide. Il
governo mette a tacere tutto. Le vittime sono numerose. Tra di esse i nostri
tre eroi.
Sandra, così come
Federico e Giuseppe, non immaginano cosa riserva loro il destino.
-
Oh,
mio Dio!
Sandra: si è messo
a tremare tutto e ho detto: Oh, mio Dio!
Giuseppe: questa
deficiente si è messa in mezzo nell’operazione e ci mancava anche il terremoto,
c(bip!).
Federico: ha
cominciato a tremare tutto e devo confessare che mi stavo cagando addosso.
-
Che
posso dire? Mi sto (bip), (bip), e che caz(bip)!
Sandra: a questo
punto mi sono vista morta, capite?
Federico: ho
pensato, è finita, che posso fare? Vaff(bip).
Giuseppe: ho
pensato, anche se c’è il terremoto quei rapinatori di m(bip) non se la
caveranno!
I rapinatori
intanto stavano guadagnando l’uscita della farmacia portandosi appresso il
bottino. Una cinquantina di confezioni di Bromepam e un armadietto intero
contenente Citalopram e Zypressa compresse. In più inalatori per aerosol e
cortisonici, oltre a medicine per diabetici. Proprio in quel momento la terra
si è messa a tremare.
-
Usciamo
da questo inferno.
Rapinatore 1: capite, avevamo tutto questo
materiale per la nostra organizzazione anarchico – umanitaria, sapete, la
nostra comune è all’avanguardia, noi tentiamo, come dire …
Rapinatore 2: Sì, la nostra comune è alla’avanguardia,
noi tentiamo di sopravvivere a questo indicibile regime plutocratico. Noi non c’entriamo
niente con le organizzazioni criminali … però abbiamo bisogno di medicine …
capite, la sanità opera speculazioni intollerabili!
-
Abbasso
le case farmaceutiche! Libertà di cura! Libertà di vita!
Rapinatore 3: Sì, è facile dire, voi siete dei delinquenti.
Chi è delinquente, qui? Io sono laureato in scienze della comunicazione. Non
sono un delinquente. Stiamo creando una società nuova, ditelo a quelli della
TV.
Rapinatore 1: Anch’io sono laureato, in
teatro e drammaturgia …
Rapinatore 2: che importanza ha se siete
laureati? Che garanzie dà una laurea? Nel nuovo mondo non ci sarà …
Rapinatore 3. Ad ogni modo stavamo uscendo
dalla farmacia con tutte le medicine per la comune … a proposito, se rapinare
le farmacie sembra poco pertinente potete farci un versamento. Ecco il nostro
conto corrente …
-
Dio
mio, siamo bloccati! Bloccati! Aiuto.
Sandra: La parete di fronte ha cominciato a
creparsi nel mezzo e ho gridato: siamo bloccati!
Giuseppe: ho visto questo sbrego sulla
parete e mi sono cagato addosso.
Federico: in mezzo alla polvere ho visto i
tre rapinatori sepolti dalle macerie. Stecchiti.
Gli era crollato tutto l’ingresso addosso. Poveri
sfi(bip)ti. Si può dire sf(bip)ti?
-
Aaaaaagggghhhhh!
Rapinatore 1: quando, ecco, il soffitto mi
è cascato in testa ho pensato aaaaaaaagghhh. Mi sa che l’ho anche detto. Quando
si muore si vorrebbero pronunciare parole più intelligenti che fare versi di
animale scannato. Dopo tutto ho una laurea in drammaturgia. Cioè, l’avevo. Dopo
che si è morti, però, diciamo che nulla sembra più così importante …
Rapinatore 2: si, beh, avevamo questa cosa,
questo progetto della comune autonoma per salvarci da … cosa? Non ricordo bene.
Comunque qua non è male. Ditelo a quelli della TV.
Rapinatore 3: che fregatura a pensarci. Grazie
di averci chiesto come va. Non eravamo poi così cattivi, non crede? Beh, allora
fottetevi. Bip. Fo(bip, bip)vi!
-
Dio
mio, siamo bloccati? Bloccati! Aiuto!
Sandra: che potevo fare? ripetevo Siamo
bloccati, siamo bloccati. Eravamo bloccati.
Federico: eravamo bloccati. Il soffitto era
quasi interamente crollato. Rimaneva pericolante solo sulle nostre tre teste. Funzionava
solo la luce di emergenza, cupa, spettrale e non si sa quanta aria avevamo a
disposizione. E questa idiota continuava a urlare.
-
Stia
zitta, mentecatta!
-
Come
si permette?
-
Federico,
risparmia il fiato.
Giuseppe: facevano troppo casino, ho detto
a quei due, risparmiate il fiato. Devo dire che la signora per terra, tutta
impolverata, aveva la gonna buttata all’insù, poveretta, non si era accorta e,
insomma, aveva un gran bel paio di cosce.
-
Ma
che fa? tenga le mani a posto!
Sandra: a un certo punto uno dei due ha
cominciato a toccarmi le cosce.
Giuseppe: ho pensato, ma sì, un’altra
scossetta, anche piccola ed eravamo fottuti. Questione di minuti, massimo ore e
siamo morti. E io un paio di cosce così non l’ho viste mai, madonna che
f(bip)a!
-
Vieni
qua, sticchione! Quanto sei buona, mad(bip) e che ca(bip) stai ferma,
putt(bip)a!
Federico: il mio collega si era impazzito,
toccava il c(bip) della signora e sbavava, e insomma non lo riconoscevo più. Sapevo
che era sposato e tutto e fedele e tutto e sa cosa le dico, signora mia? Non ci
si deve fidare mai di nessuno di questi tempi. Capite, eravamo lì che potevamo
morire da un momento all’altro e questo ti tocca le cosce di questa …
mignot(bip)na! Ecco cosa! una gran mi(bip)a! Stiamo per morire e lui … mi
lascia solo!
Quanti anni ormai che lavoriamo insieme? Non
gliel’ho mai detto, mai, giuro, neanche un accenno … noi siamo uomini e che
c(bip)! Sto per morire, lo devo fare, lo devo fare!
-
Giuseppe!
-
Amfff!
Urghh! Oh, sì, siiiiì, bella, bella …
-
Giuseppe
…
-
Mi
lasci, mi lasci, che fa?
-
Stiamo
per morire, tro(bip)na, lo vuoi capire … cosa hai da perdere?
-
Ma
lei mi sta usando violenza …
-
Violenza?
Violenza?
-
Giuseppe
…
-
Io
ti sto amando, dolcezza! Violenza! Sei bellissima, ma quanti anni hai, una
ragazzina sembri, che pelle, che pelle …
-
Davvero?
Davvero ho una bella pelle?
-
Giuseppe
…
-
Bellissima
pelle, cogliamo il fiore supremo, non senti, non senti l’abisso che ci chiama?
-
GIUSEPPEEEE!
-
Dio
mio, che è?
Giuseppe: sento questa voce tonante che mi
chiama e dico, che è? È l’angelo sterminatore? Datemi ancora un minutino,
Signore …
Federico: ho preso tutto il coraggio che
avevo, dopotutto mica solo lui stava per morire … sempre protagonista deve
essere … omaccione ….
Sandra: insomma, non è che volessi cedere …
per chi mi avete presa? È che mi sentivo così sola e in fondo, era vero che
stavamo per morire, no? Cioè, si sentivano tutte quelle piccole scosse e i
calcinacci ci cadevano addosso e la luce d’emergenza tremolava e una scossa
appena più forte ci avrebbe seppellito e insomma lui non era neanche brutto …
sono sola da così tanto tempo … da tanto nessuno mi dice sei bella … e insomma …
-
GIUSEPPE!
-
Ma
chi è? Federico? Che ca(bip)o ti prende?
-
Ti
amo, Giuseppe.
-
Cosa,
come?
Giuseppe: vedo Federico, che sembra un
fantasma sotto la luce d’emergenza, mi fissa e fa: ti amo. Ma che sei, scemo? Gli
faccio, pussa via.
Federico: alla fine l’ho detto. Era da
tanto che volevo farlo. No, se non stessimo per morire non sarebbe mai
successo. Ditelo pure in TV.
Sandra: io l’avrei detto che l’altro era
gay. Si capiva. Non che ci sia qualcosa di male, per carità. Ho un sacco di
amici gay. Cioè li avevo prima di morire … perché a questo punto mi sa che
moriamo davvero.
-
Giuseppe,
ti amo!
-
Fede,
tu sei pazzo!
-
Non
sono pazzo.
-
Non
vedi che sto cercando di sc(bip)rmi la signora? A proposito, il suo nome?
-
Sandra.
Giuseppe: gli ho detto, non vedi che sto
cercando di farmi, insomma, un’ultima sc(bip)ta)? Che ti prende?
Sandra: a questo punto quasi mi dispiaceva
per quell’altro ragazzo, insomma si vedeva che era sensibile, chissà da quando
teneva dentro questo segreto. Però, insomma, lì sotto, ehm … faceva caldo, insomma mi ero eccitata. Si
può dire eccitata?
La situazione sta prendendo una piega a dir
poco singolare. Dopo una tentata rapina, cui bottino era un quintale di
farmaci, per lo più psicotropi, da parte di singolari terroristi appartenenti a
una organizzazione che pratica isolazionismo culturale, la farmacia della
signora Sandra è colpita da un terremoto. I poliziotti incaricati di prendere i
terroristi sono intrappolati nel negozio con lei. I terroristi sono morti
spiaccicati dalla parte di soffitto sprofondata sulle loro teste. I due poliziotti,
Federico e Giuseppe, e la farmacista, signora Sandra, sono spacciati. Basta una
piccola scossa e il resto dell’edificio crollerà su di loro uccidendoli. In questa
disperata situazione, l’impulso cieco della vita sembra trionfare. Giuseppe vuole
avere un rapporto sessuale con Sandra. Lei, dapprima reticente, pare
convincersi a poco a poco, ma Federico dichiara il suo amore da sempre represso
per Giuseppe. Che succederà adesso?
-
Ti
amo, Giuseppe!
-
Fede,
Fede, tu non sei normale!
-
Sei
uno schifoso omofobo razzista!
-
Ma
che caz(bip) dici?
Federico: a me, viene a dire, tu non sei
normale, capite? Ma chi (bip)zzo crede di essere? Stiamo morendo, neanche di
fronte alla morte riesci a dimenticare di essere un fot(bip)to maschio omofobo?
E violentatore, anche!
Sandra: a questo punto non volevo più avere
a che fare con questo uomo così rozzo … per quanto bello … e insomma ben messo …
ma ho i miei principi, per la miseria. I diritti delle minoranze sono sacri.
Giuseppe: non capivo cosa (bip)zzo mi
stavano dicendo. Non riconoscevo più il mio compagno. Omofobo? Ma che vuol
dire? Io non sono omofobo. Cioè, non mi piacciono certe cose … ma insomma io
tutelo la legge …. Questo ricch ... no, non posso farlo, conosco Fede da anni …
è mio amico …
-
Cosa
vuoi che faccia, Federico?
-
Davvero
lo vuoi sapere?
-
Sì.
-
Sì
che lo vuole sapere.
-
Lei
che c’entra, scusi?
Sandra: gli ho detto, certo che lo vuole
sapere! Dopo tutti questi anni!
Federico: gli ho detto, davvero lo vuoi
sapere?
Giuseppe: gli ho chiesto, cosa vuoi che
faccia?
A questo punto, di fronte alla morte
imminente, Federico fa una richiesta al compagno con il quale condivide anni di
missioni pericolose.
-
Davvero
lo vuoi sapere?
-
Sì.
-
Sì
che lo vuole sapere.
Si sente un brontolio cupo. La terra trema.
-
Amami.
Giuseppe, amami!
-
Mio
Dio, crolla tutto!
-
Ma
io vorrei …
-
Mi
stringa, signor Giuseppe!
-
Stringi
anche me, Giuseppe.
-
Va
bene, venite qui.
Sandra: gli ho detto, stringi anche me, a
questo punto, se mi permettete vaff(bip)lo a tutto.
Federico: gli ho detto amami e lui ha
detto, va bene vieni qui. Ero così felice, capite, anche se stavamo morendo.
Giuseppe: mi sono detto, ma sì, tanto che
differenza fa? Però che cosce la signora, bellissime.
A questo punto la situazione precipita. Una
forte scossa di terremoto percuote la terra e abbatte i resti della farmacia
sui tre.
-
Togli
quella mano dal mio ucc(bip), fr(bip)cio di m(bip)rda!
-
Aaaaaaaaaaggghhhh!
-
Aiuuuuuuuuuuu
…
-
Dio
Gesù, perdonami …
-
Aaaaaaaaaaaaaaaaaggggghghghhhhhhhhh
…
-
Togli
… togli quel …
Il bilancio di quella tragica giornata è
tremendo. Tra le numerose vittime, anche i nostri tre eroi, oltre ai
terroristi.
-
Ehi,
perché terroristi?
Rapinatore 1: quelli ci chiamano
terroristi.
Rapinatore 2: beh, a me non sembra per
niente giusto. Voglio dire, e quegli sporcaccioni allora, a loro non dite
niente? Noi volevamo solo portare alla nostra comune delle medicine. Sì, metodi
poco ortodossi, ma tutti fanno cose poco ortodosse. Mica sono terroristi per
questo.
Rapinatore 3. Noi siamo contro il … eravamo
cioè contro il … non ricordo …
-
Comunque
non ci sta bene che ci chiamate terroristi. Ditelo pure in TV.
I tre corpi giacciono abbracciati sotto le
macerie della farmacia di paese. Sui loro volti devastati lo stupore della
morte. Una farmacia che esisteva, pensate, da più di quattro generazioni,
spazzata via in poche ore dal furore della natura.
Furore della natura o incuria dell’uomo? Si
aprono le inchieste.
Sandra: e così, mi sono detta, ecco la
morte.
Federico: pensavo peggio, mi sono detto. Così
mi sono detto, ricordo, pensavo peggio.
Giuseppe: mi sono guardato intorno e ho
pensato, beh, è questa la morte? Sembrava in tutto e per tutto … non ricordo. Eppure
mi ricordava … mah.
Sandra: ecco, i terroristi, eccoli là anche
loro, saltellavano in giro, come erano buffi.
-
Ehi,
noi non siamo terroristi.
-
E
cosa siete?
-
Siamo
… siamo … cosa siamo, numero 1?
-
Non
ricordo. Comunque non siamo … come hai detto?
-
Come
ho detto cosa?
-
Come
ho detto cosa, cosa?
-
Non
so di che parli.
Sandra: cioè, non è che si sta male qui. Come
dite? Se prima di morire abbiamo consumato? Ma, direi che … non so, credo di …
non ricordo. Ma perché volete saperlo? Qui siamo al cospetto di … di … boh, non
si vede niente.
Giuseppe: parlavano sempre di quel tunnel
con la luce … solo che qui non si vede nulla …
Federico: anch’io aspettavo quel ca(bip)o
di tunnel … solo che qui non c’è … ma cos’è quello?
-
È
il tunnel!
-
È
proprio il tunnel di luce!
-
Il
tunnel! Il tunnel! Evviva!
Federico: ho pensato, ma quello cos’è? E poi
ho visto meglio ed era il tunnel di luce. Beh, mi sa che ci dobbiamo salutare.
Giuseppe: quando ho visto il tunnel devo
dire che mi sono commosso …
Sandra: piangevo e dicevo il tunnel, il
tunnel Dio mio!
Rapinatore 1. Quante storie per un tunnel. È
l’ossigeno che … che … non ricordo.
Rapinatore 2: non è strano non ricordare
nulla di nulla?
Rapinatore 3: quello è l’oblio. Si chiama
così, dicono. Ditelo pure in TV.
Giuseppe: ragazzi, ma non vi pare strano,
gli ho detto, non vi pare strano che questo collegamento non si interrompa mai?
Federico: anch’io avevo detto, hai ragione
Giuseppe, ma com’è che questo collegamento non si interrompe mai?
Sandra: a questo punto sarebbe anche giusto
che questo collegamento si interrompa. Voglio dire, quando è troppo è troppo. In
fondo siamo morti.
Rapinatori in coro: scollegate, ci siamo
messi a urlare, scollegateci tutti. Ditelo pure alla TV che basta. Basta e che
ca(bip)zzo!
-
Scollegate!
-
Scollegate!
-
C’è
il tunnel, scollegate, Dio Buono!
-
Salviamoci
dal collegamento! Saltiamo nel tunnel!
-
Sì!
Sì! In c(bip)o al collegamento!
-
Vigliacchi!
Scollegateci subito!
-
Forza,
dentro al tunnel, tutti! Tutti!
-
Ohhhhhhhhhh
…
Silenzio. Vuoto e silenzio come dopo la
fine di una grande festa. Luce gialla e poi bianca e poi silenzio e poi fine
del collegamento.
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