Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

giovedì 3 gennaio 2013

Italia culinaria, o della difficoltà di approntare nuovi paradigmi della conoscenza




Dopo avere letto e riletto migliaia di libri, mi sento ignorantissimo. Non ricordo un granché, confondo la madeleine di Proust con la bagnacauda di Peppino.
La complessità nel pensiero di Morin mi affligge più della sciatica.
La teoria degli insiemi mi fa andare insieme la vista.
Il balzo quantico mi sembra più un salto quandico. Un capitombolo dovico.
La Montalcini mi sembrava la testimonial per protesi dentarie mobili per centenari. Poi ho scoperto che la Montalcini è morta, per cui non ne posso pensare nulla che sia meno che rispettoso.
Nietzsche ormai per me è solo quello del cavallo. Abbracciava il cavallo di Troia per le vie di Torino insieme a Primo Levi. O era Jung?
L’Anti – Edipo è una crema per combattere la cellulite.
L’uomo a una dimensione, senza acca.
L’uomo deve accontentarsi della dimensioni che (h)a.
La cultura, la cultura, cosa è la cultura?
Non se ne vede la fine.
È un viaggio lunghissimo in compagnia di una folla di gente che parla tutta insieme.
La gente che parla tutta insieme mi spaventa. Già faccio fatica a capire quando mi parla una persona sola, ma quando sono migliaia e migliaia e dicono tutte cose così interessanti, mi sento perduto. Sono così intelligenti, tutti. Io sono affascinato dall’intelligenza.  
Intelligenza, intelligenze, che meraviglia possederne. Ancora meglio, esserne posseduti.
Io vengo posseduto dall’intelligenza. Non la mia, magari. La loro.
Diventa difficilissimo tirare le somme.
Camus è quello che faceva rotolare massi su e giù per le colline e si divertiva.
Michel Onfray, lo invidio, è filosofo ed è bello. Capisce un sacco di cose, è figlio di gente umile e adesso fa i dibattiti televisivi in Francia e sputtana tutti quei zebedei parrucconi che credono di avere capito qualcosa.
Onfray è il mio eroe. Davvero.
Peccato che batta un po’ troppo il tasto sull’edonismo, che francamente mi mette un po’ tristezza. Se mi dicono “goditi la vita, perdio!” rimango perplesso. Cerco di capire cosa fare, poi mi viene immancabilmente sonno.
Comunque, dicevo, in Francia c’è Onfray, giovane e bello. Mi piace la Francia, è un paese dove mi trovo bene. I filosofi francesi, gli intellettuali francesi, sono pazzescamente fighi.
Anche qui in Italia abbiano un sacco di intelligenze, come Severino, bello ma non giovane.
Severino dice che tutto è eterno e che gli enti entrano ed escono non ricordo da dove, però nessun problema, perché tanto tutto è eterno. Dunque anche Berlusconi. Ma quello già lo sapevamo.
Severino però è un filosofo, nel senso che ha creato una filosofia tutta sua, più o meno parmenidea.
Per il resto in Italia abbiamo dei gran professori. 
Come Monti Mario. Come Celentano.
Gente che spiega, di solito da Fazio, che è così contento di farsi spiegare. Da casa la gente è contenta di non capire.
Ma poi in Italia abbiamo anche dei gran scienziati. La Hack, Zichichi, Piero Angela. 
Gente che spiega.
Siamo pieni di gente che spiega. Sarà per via di tutta questa gente che spiega che il popolo italiano è notoriamente tra i più istruiti d’Europa, se non del mondo. Gente a cui non la si fa. Eccellenze, eccellenze.
Io però continuo a sentirmi ignorantissimo. Tutta questa cultura mi affatica. Mi spiegano, ma non riesco a seguire.
Se va avanti così, tra un po’ non saprò più leggere.
Vorrei tanto arrivare a capo di qualcosa, che so, smettere di avere questa confusione in testa. Almeno ricordassi la ricetta della bagnacauda.
Ecco, la cucina: l’arte culinaria è la prima vera cultura italiana. L’Italia è tutta protesa in questa gloriosa battaglia nell'eccellenza culinaria.
In culinaria nessuno ci batterà mai. Noi siamo nati culinaria.
Anche nel 2013 tutti culo in aria, pronti per le prossime elezioni.
A pranzo, i menù di Benedetta.

2 commenti:

  1. ahahahahah divertente, se pur amaro...
    so che non ami la poesia, dici!, cmq mi hai ricordato "la stanchezza" di Pessoa :)
    buon 2013

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  2. Buon anno anche a te, S. Pessoa? Mica male, direi.

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