Cronache Babilonesi

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Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 8 gennaio 2013

The Master: riflessioni molto a margine



In genere, quando un film lascia perplesso, disorientato e con un certo grado di insoddisfazione il pubblico medio dei cinema, si può essere quasi sicuri che il film in questione ha qualcosa di diverso dagli altri.
Sia o meno un cosiddetto capolavoro, ci si trova di fronte a un'opera che agisce a vari livelli.
Le recensioni entusiastiche della critica e la garanzia di una interpretazione magistrale (garanzia peraltro pienamente mantenuta) hanno attirato gli spettatori a vedere The Master.
Il direttore Paul Thomas Anderson, è quello di Magnolia, il film della tipa che sniffa coca mentre canta in coro, ma in geniali scene parallele, con Jullianne Moore, Tom Cruise, Jason Robards e altri, il bel pezzo Wise Up di Aimee Mann. Quello della pioggia di rane, quello della sequenza di apertura dove si dipanano sei storie intrecciate, e quasi non si capisce un cazzo. Un film californiano, intellettuale, Magnolia: pretenzioso, eppure umano. 
Gli americani sono specialisti nello sfornare film e romanzi di questo tipo. Il vulcanismo intellettuale, che adopera emozioni mettendole in un frullatore, che accumula esperienze una accanto all'altra: una continua Commedia Umana post moderna.
Da Don de Lillo a David Foster Wallace a Jonathan Franzen, passando per Bret Easton Ellis, and so on, il cinema americano è sempre letterario. Questo stesso tipo di visione post moderna, questi enormi database emozionali, si sono riversati pari pari nelle numerose serie TV di qualità. 
Insomma, gli americani, sanno costruire situazioni umane al massimo grado possibile di complessità, provocando a comando emozioni e nello stesso tempo evocando incredibili nuovi punti di vista. Un esempio tra tutti: la serie del Dr. House.
Che c'entra, si dirà, con The Master? 
Poco, da un certo punto di vista. Molto, se si comprende l'origine di questo modo californiano di fare cinema: ritrarre la vita, in modo di creare una sorta di IperVita, dove c'è tutto e non può esserci meno che tutto. C'è talmente tutto, che a volte pare quasi di sentire la risata di sottofondo degli sceneggiatori che dicono: "ma sì, mettiamoci anche questo, il figlio trans non operato che ha un rapporto incestuoso con la sorella: it's cool, vediamo che cazzo succede."
PTA vuole però qualcosa di più. 
In questo ambizioso film egli vuole in primo luogo ritrarre due fallimenti del Grande Sogno Americano. Due fallimenti di segno opposto. 
Il film è ambientato nel 1950.
Il pazzo, allucinato, deforme, bestiale Freddie Quell (un assoluto Joaquin Phoenix), reduce della IIGM, cerca una improbabile salvezza e guida nel guru di una nuova psico setta, Lancaster Dodd (un altrettanto assoluto Philip Seymour Hoffman).
Dodd (ricalcato solo in parte su R. L. Hubbard) è un uomo curioso, un leader carismatico, una figura paterna per eccellenza, un mistificatore che cerca di credere a quello che fa, protettivo ma a sua volta protetto, guidato e quasi plagiato dalla dolcissima moglie, più invasata e dittatoriale di lui nella gestione della setta. Una coppia di potere come ce ne sono in ogni dramma che si rispetta, dove i ruoli evidenti non sono conformi ai ruoli reali. E' lei a governare sulla stanchezza del guru, è lei a suggerire quelle correzioni dottrinarie necessarie, cui Dodd si adegua, divorato dal senso di colpa di non essere realmente all'altezza del suo ruolo, agli occhi della moglie. E' sempre lei quella che nelle sedute pseudo ipnotiche, aiuta di più Quell.
Dodd trova in Freddie Quell una follia dionisiaca, selvaggia, senza rimorsi, senza ombre. Quell è un istintivo puro, un uomo che sente e non pensa, che non si conosce e che pure capisce: un fallito con pulsioni criminali su cui non ha controllo.
L'incontro tra i due si trasforma in una apparente relazione maestro e discepolo, nel quale segretamente il maestro invidia la libertà del discepolo.
Il film è un lungo dipanarsi attraverso quello che sembra il lento processo di guarigione di Quell, che orfano totale, orfano della vita da sempre, cerca un padre e una madre immaginari. La Grande Madre da amare incestuosamente, la donna fatta di sabbia da penetrare sulla spiaggia, l'algida irraggiungibilità della moglie di Dodd, incinta per quasi tutto il film. Chi è il bambino che porta in grembo? Nel'ultimo colloquio dei tre, alla fine del film, lei non sembra essere più incinta. Perché? Dopo quel colloquio Quell abbandonerà tutti e due e riprenderà la sua vita di pazzo vagabondo, ma qualcosa gli sarà rimasto dentro. 
Era Quell stesso, simbolicamente, il bambino?
L'abilità d PTA sta proprio nel non dare risposte. 
Nessuno vince, nel film. Il sogno americano è naufragato già negli anni cinquanta, pare dire PTA.
Perché naufraga? Perché nessuno vince e non c'è salvezza, e la felicità non è possibile se non, a tratti, nella vita pulsionale, mortifera di Quell. 
Tornare alle vite passate è un esercizio inutile, di fronte alla costante alienazione di noi stessi, da noi stessi. 
L'uomo non è, come pretende la dottrina di Dodd, un "essere originariamente perfetto". Anzi, viene il sospetto che il Master comprenda anche troppo bene che Quell, nella sua originaria follia pulsionale, è lui, l'essere "originariamente perfetto". Come tale non può guarire. Dalla vita non si guarisce.
E' quello che dice la moglie di Dodd nell'ultimo colloquio (significativamente l'unica scena dove i tre protagonisti vengono inquadrati insieme): "Lui non guarirà mai."
L'attrazione fatale, omoerotica e filiale, tra Dodd e Quell viene interrotta dalla rivendicazione di libertà dell'asociale, inutile Quell. 
Quell è l'uomo che, non resistendo a nessuna tentazione, vince sulla tentazione di avere qualcuno che lo guidi.
Lui è natura, incarna le forze basse, ma potenti della natura. 
Tutto quello avrebbe desiderato è un padre e una madre che avessero potuto renderlo umano. Questo è anche il suo sogno, raccontato all'inizio del film allo psichiatra dell'esercito: il semplice sogno di lui, suo padre e sua madre insieme, a tavola, che bevono e ridono.
Quando la ricerca della Famiglia Originaria in casa Dodd si rivela infruttuosa, Quell ritorna nel grembo della natura, nel grembo della Grande Madre - donna di sabbia, nei grembi di donne conosciute per caso. E questa è la rivincita di Quell su Dodd e contemporaneamente il suo fallimento come umano.
Il titolo del film rimanda a Dodd. E' su di lui, il Maestro, il Padrone,
il maschio che non può che fallire, che verte il tutto: il suo ruolo di guida non può essere che fasullo.
Come indicano le numerose inquadrature di navigazioni, flutti, orizzonti marini, oppure deserti sterminati di sabbia e sassi, siamo tutti in cammino, siamo tutti soli, a caccia di qualcosa, che nessun maestro ci può dare.
Il maestro è pure lui alla ricerca. Il maestro non può fare nulla per te. Il Padrone non può che dominarti ed essere dominato lui stesso.
Molto ci sarebbe da dire anche sulla colonna sonora, strepitosa. liquida, informe, suggestiva, basata su dissonanze che sfociano in accordi solenni, come galleggianti sull'acqua. Pare provenire da dietro il mondo.
Non so se il film è un capolavoro, solo il tempo lo dirà. Di sicuro, è un film che partendo da un tipo di cinema molto americano, forse troppo intellettuale, arriva al cuore delle domande essenziali che si pone l'uomo da sempre, arriva al cuore della condizione umana, sfiora la poesia con distacco, guarda da lontano arrivare e ripartire la Nave dei Folli, sulla quale siamo imbarcati tutti.
Emergiamo dalla natura e pretendiamo di conoscerla, ma ogni pretesa oggettiva, naufraga - è il caso di dirlo - contro il fatto che noi, lungi dall'essere "originariamente perfetti", siamo natura. Coscienti e incoscienti allo stesso tempo. Scaturiti da una guerra continua e sempre in mare aperto, a navigare, in cerca di piacere e amore. In attesa del prossimo Maestro da cui farci ingannare.

1 commento:

  1. Interessanti le tue riflessioni Massimo, concordo pienamente sul dionisiaco di Freddie, così come sull'invidia che Todd prova nei confronti della sua istintività che non si lascia imbrigliare.
    Metto il link al tuo post nel mio blog.

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