A che punto è lo stato delle cose? Si può cambiare la realtà o si subisce il reale? Possiamo pensare una superiore civiltà, un gradino più alto nella scala evolutiva per questa sperduta specie umana? Possiamo diventare migliori di così?
Essere oltre le categorie della colpa, dell'inganno, viaggiare verso la luce di una nuova comprensione delle cose... accadrà mai?
Kierkegaard diceva che la disperazione è la malattia mortale, la malattia per la morte. Esistono anche malattie per la vita, quelle da cui, una volta guarito, ti ritrovi più forte, più sano, più felice. Nietzsche considerava questo tipo di malattia la più grande benedizione.
Noi ora siamo malati per la morte che cercano di camuffare la natura della loro malattia. Cerchiamo di fare finta che vada tutto bene, ci proibiamo di essere disperati.
L' imperativo categorico della società globale è : godi! Sii felice! Sii forte! Sii sano!
E quindi cerchiamo di nascondere agli occhi di Dio (la società globale) che non godiamo, non siamo felici, non siamo forti, non siamo sani. Non possiamo farci scoprire in peccato mortale. E quindi facciamo come se. Come se stessimo andando verso la salute, la felicità, la salvezza, la forza. Chi non regge la finzione è lasciato al suo destino, la morte sociale. La morte fisica non viene presa in considerazione se non quando accade, o peggio si viene sostituiti prima ancora di decedere, vedi Marchionne.
Tutto è volontà di potenza.
Dobbiamo - vogliamo - possiamo - facciamo.
"Lasciarsi andare" in che rapporto sta con la potenza?
È lasciare che la potenza (che in ogni caso esiste in noi e nel mondo) agisca senza che il nostro io interferisca con le sue paure, le sue proiezioni, i suoi desideri. È lasciarsi andare alla immensa corrente che ci circonda, di cui siamo parte integrante.
È smettere la finzione dell'io e nuotare felice come un bambino, ma saggio come le stelle.
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