Ritrovarsi significa ritrovare il proprio dolore, la propria gioia. Significa partire dalle nostre albe, dai nostri tramonti, da tutto ciò che ha lasciato un'impronta sulla cera molle del nostro essere, trasformando quello che c'è in noi. Significa ritrovare questa intoccabile solitudine, da cui tutto ha origine.
Conoscere se stessi. Diventare se stessi. Cioè?
Io mi sento avviluppato da questa cosa che è me stesso da sempre, come una qualità addirittura un po' vischiosa dell'aria. Mi soffoca, certe volte. Essere me stesso è un limite: io vorrei essere tutto. Ma il mio me stesso è poca cosa, pochi fatti di memoria che fanno di me, me. Se mi fosse tolta la memoria che cosa sarei? Un essere vivo e palpitante e confuso, tutto qui.
Essere se stessi nell'epoca dell'Alzheimer, strana pretesa.
Ma dunque la formuletta "conosci te stesso" vuol dire qualcosa di più che l'impossessarsi delle proprie memorie e idiosincrasie per farne una specie di monumento a se stessi.
Che significa, dunque? Essere autentici, non portare maschere. Bene, ma già scrivere significa incarnare un ruolo, quello del diarista, che è quanto di più inautentico si possa pensare. Forse la riflessione stessa porta all'inautenticita', è sovrapporre a quello che c'è una pellicola stampata a uso e consumo di chi legge.
Com'è un essere umano autentico, qualcuno che è diventato se stesso?
Si diVenta se stessi man mano che si riduce l'alienazione ai minimi termini possibili, forse.
Dire ad esempio che Buddha è un essere realizzato significa che Buddha non è più un individuo centrato sull'ego, ma sul Se'. Questa bella frase a effetto vuol dire che il Buddha ha compreso le connessioni tra la sua individualità psicofisica e l'universo circostante e le ha trovate indissolubili.
Ha superato il dolore della separazione e si è scoperto tutt'uno con la baracca.
La fusione è avvenuta. Così si racconta.
È la felicità di non temere ppiù la morte.
Buddha è dunque il superuomo di cui balbettava Nietzsche? No, perché Nietzsche aveva delle idee imprecise sul buddhismo: per lui era una religione materna, di rinuncia alla vita e non di reale superamento del nichilismo.
Nietzsche aveva avuto nel buddhismo per così dire la.soluzione sotto gli occhi e non l'aveva colta
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