Conta così poco l’individuo, da stupirsene, se ci si sofferma a
pensare. Ci sono milioni di pensieri, opinioni, desideri, preferenze,
sensazioni, intuizioni, maschere, simboli, miti personali, errori di
valutazione, difetti, pregi … e tutto questo moltiplicato per miliardi di facce
e corpi sensibili in giro per il pianeta. È sconvolgente. Viene la nausea, come
se si fosse in alto mare, su una nave. Quest’oceano sterminato dell’essere,
questi miliardi di prismi riflettenti, sgomenta. Per salvarsi occorre ridurre
tutto ai minimi termini, prestare attenzione alle illusioni, veri segnali
indicatori nel caos: basarsi su piccole cose, questo tavolo, questa persona,
qui, ora. Pensare di ritrovarsi tutti dopo la morte è atroce.
Cento miliardi di facce. Solo un Dio può ricordarsele tutte.
Una volta che ci sei in mezzo, non puoi far altro che pensare
stronzate.
Stupore nei confronti del mio corpo. Come si trasforma. La pelle, i nei, il sesso, i muscoli, le ossa. Il mio viso, la mia testa, sono molto più vecchie del mio corpo, che, magro com’è, sembra quello di un ragazzo, anche se ho superato la cinquantina.
Sono altresì stupito delle mie reazioni corporali, il pisciare, il
cagare, il rumore dei visceri, il sapore dentro la bocca, il rumore dei
pensieri nel cervello, la fenomenale attività che mi attraversa e mi
costituisce e che do per scontata. E invece è una specie di universo di cui non
mi sono finora reso conto. La mia vita, la mia carne, la mia essenza, è un
mistero per me stesso.
Me ne accorgo ora che vivo da più di cinque decenni. È prodigiosa
tanta continuità.
Ci si accorge di essere un corpo, solo quando ci si sente separati
da esso. L’invecchiamento sancisce la separazione, tra il corpo e la mente.
Nascono prospettive differenti.
Voglio dire, io cambio, eppure sono sempre lo stesso. Ma il
cambiamento stabilisce tutta una serie di nuove regole, che l’apparente
immutabilità del sé non accetta spontaneamente.
L’individuo, che conta così poco, nell'economia dell'universo, è il mistero più incredibile. La vita
individuale è incredibile.
Solo per l’individuo esiste la morte. Il resto è solo
trasformazione da uno stato all’altro. Che fortuna, eh?
L’idealismo, come pure in qualche misura il pensiero scientifico, non prendono in considerazione il contingente. Tuttavia il contingente è tutto ciò che c’è.
Ora è come se ci fosse stato un cambiamento nel mio corpo. Non
sono realmente dimagrito, ma sembro più magro, come se la forma del mio fisico
si fosse assottigliata. A nulla serve mangiare e fare attività fisica, le cose
rimangono identiche. Misteri del metabolismo.
Uscire dal nichilismo è facile. Basta non entrarci. Come non
entrarci? Affidandosi a Nostro Signore Gesù Cristo, al Kamasutra, a qualche
effetto speciale, onde evitare punizioni a base di ictus o cancri al retto.
Il problema di ogni afflato romantico è la speranza di un’epifania. È un
colossale errore di valutazione. Non bisogna cercare di attuare strategie infantili con la
vita.
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