E
sono ancora qui, a tentare di scrivere qualcosa di diverso. È la mia passione,
maledizione, ossessione, come se avessi puntato tutto su una singola posta e
questa non uscisse mai, come se avessi infilato la testa in un cancello e non
riuscissi più a tirarla fuori, come se fossi in un vicolo cieco con la fronte
contro il muro e non sapessi girarmi. Se rinunciassi, mi dico, se rinunciassi.
Ma non ce la faccio. Non ce la faccio. Sarebbe meglio per l’umanità, forse. Un
imbecille in meno da sciropparsi. Ma non ce la faccio. Questo è il mio
pezzettino di vita. Non riesco a non scrivere. Non riesco a non rendermi
ridicolo.
Scrivere
per respirare, dilatare i polmoni, uscire dalla tomba
Scrivere
come se fosse un dio metallico a dettarmi le parole, spezzate e diverse,
echeggianti nei corridoi della memoria
Scrivere
per non darla vinta a chi dice che dovrei smettere di scrivere
Scrivere
come una promessa che ho fatto milioni di anni fa, quando le costellazioni
erano diverse ed ero un giovane e felice dinosauro
Scrivere
per scoprire se esiste il nuovo, dopo me stesso, dopo il mondo, dopo la morte
Scrivere
per gonfiare le vele del tempo, renderlo eternamente felice
Scrivere
per dare forma alle mattine di sole
Scrivere
per sentire le voci
Scrivere
per capire le voci
Scrivere
per parlare con i morti
Scrivere
come un grande dono d’amore al deserto e ai suoi fiori
Scrivere
di un mercoledì di autunno
Scrivere
di un bagno pubblico e di un’estasi religiosa
Scrivere
una lettera d’accompagnamento per Dio
Scrivere
di un dolore precoce e una tarda felicità
Scrivere
per non cancellare niente
Scrivere
per cancellare tutto
Scrivere
di un’attesa mai conclusa
Scrivere
del sonno, del sogno, della tenebra
Scrivere
da un’orbita geostazionaria posizionata sull’Antartide della mia anima
Scrivere
a te che non leggerai mai
Scrivere
a te proprio perché non leggerai mai
Scrivere
per nascondermi
Scrivere
per rivelarmi
Scrivere
perché non mi basterò mai
Scrivere
perché la mia solitudine è come un palo conficcato in una laguna morta
Scrivere
diecimila cose diverse che sono una
Scrivere
perché voglio contenere l’oceano nei miei pensieri
Scrivere
come se stessi precipitando
Scrivere
per sentire il plesso solare espandersi, le lacrime scendere
Scrivere
per sentirmi come Buster Keaton
Scrivere
immaginando mille epitaffi per una sola tomba
Scrivere
scavando nel ridicolo, quello che non fa ridere, ma che taglia
E meno male che continui a farlo.
RispondiEliminaNon so se hai letto la mia colonna, a destra, nel blog. Lo spazio in cui mi descrivo in duecenntosette parole: Ecco, leggi le ultime quindici righe e capirai.
(fantastico Buster Keaton)
Siamo malati, ecco la verità ... un po' di megalomania marginale. Curabile con qualche goccia di Tilia ...
EliminaScrivere è ininterrotto colloquio con i morti. Con la propria morte.
RispondiEliminaEsatto. Colloquio con la propria interminabile morte in vita.
EliminaScrivere è proprio dell'essere umano. Condivido i motivi che hai espresso. Tutti.
RispondiEliminaScrivere in rete apre prospettive diverse, non sempre piacevoli e costruttive. Si scrive ugualmente poichè alla fine si scrive anche per se stessi.
Si scrive perché si soffre, in qualche misura, di qualche cosa. Altrimenti non si scrive. Non in quest'epoca.
Elimina33 modi di scrivere quanto la scrittura sia tutto e niente nel medesimo tempo ...
RispondiEliminapanta rei ;-)
ciao Max!
La scrittura non è tutto e non è nemmeno niente. E' un vizio come un altro, forse peggio di tanti altri. Innocuo per gli altri, tossico per sé e comunque irrinunciabile.
Eliminanon sempre è innocuo per gli altri. a volte le parole "tagliano" ...
Eliminacomunque è una buona terapia, scrivere ;-)