Tutti
artisti e nessun fruitore. Una volta tutti raccontavano storie e poi c’era il
cantastorie ufficiale, un cantastorie dei cantastorie.
Con
la divisione del lavoro è nato l’artista.
Man
mano che aumenta il numero degli artisti, si può essere sicuri di trovarsi di fronte a una
società in declino.
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Industriali
di tutto il mondo, unitevi! Si tratta di distruggere alla radice l’ultimo
baluardo di dignità di quegli straccioni che producono i vostri prodotti.
Fateli produrre ancora più all’estero, all’estero dell’estero, per meno di
quattro soldi. Poi compratevi voi stessi i vostri prodotti e ficcateveli su per
il culo.
Inducete
al coma diabetico strati sociali sempre più elevati di popolazione!
Schiacciateli sotto il loro stesso peso che voi avrete contribuito ad
alimentare. Fate che si divorino da soli! Fate straripare il pianeta di carni
molli, puzzolenti, maleodoranti. La gente sa ancora leggere e scrivere, non va
bene! Non deve più riuscire a compitare nemmeno una schedina del totocalcio.
Devono essere ottusi sempre più, fino ad accasciarsi negli angoli delle strade.
Perché
ci sia l’assoluta uguaglianza, la disuguaglianza deve trionfare! Quando ci
saranno trilioni di schiavi in giro, i padroni saranno condotti alla rovina.
Verranno schiacciati!
Tutto
imploderà, rimarrà solo da tirare lo sciacquone.
Una
volta che lo spettacolo è iniziato non ha senso rimpiangere quello che
succedeva dietro le quinte. Devi recitare e poi sparire.
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Essere
guardato così, perdio, ti ripaga di
tutta una vita. Essere guardato così,
come si guarda chi ti vuole trovare.
Essere guardato così, come celebrare
un appuntamento con il destino. Essere guardato così, è il senso della vita.
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Freddezza
degli abissi. Cuore e piedi caldi.
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Tristi
euforie. Ma in fondo vorresti solo tracimare e vedere quello che succede.
Lasciare macerie sotto il sole, per provare un rimorso.
Solo
smania di protagonismo? Non direi. Più che altro, le energie non utilizzate
sono assai distruttive. La volontà di potenza frustrata diventa istinto di
distruzione. È così semplice.
Per
non finire male, basta non prendersi sul serio. Ma il dolore, quello, ha un’altra
origine.
Ci
si prende sul serio e non si deve. Allo stesso tempo il dolore devasta.
Hai
un bel non prendere sul serio il dolore, quello ti devasta.
Al
mondo ci sono troppe opinioni e soprattutto, troppa gente.
Questo
sovraffollamento di gente e opinioni non può portare a nulla di buono.
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Echi
della tua voce, dopo tutto questo tempo. Le tue gambe dai polpacci magri. Una voglia color caffè sul tuo
avambraccio destro. Allegra per finta, volonterosamente superficiale. Occhi
ridenti, capelli biondi a caschetto. La tipica donna che non avrebbe mai
potuto essere mia. E infatti non lo sei stata.
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Pazzia
clamorosa. Buttare per aria un continente.
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Un
barlume di esitazione nei tuoi occhi, e, in quell’istante, mi arrivi da un’altra
prospettiva. C’è un lato di te che ancora non si è mostrato, ma mi si mostra
ora, una stanchezza arruffata, un imbarazzo adulto, sotto quell’aria da
ragazzina. No, non sei esattamente giovane, ma proprio per questo sei ancora
più desiderabile.
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Appuntamento
con i tuoi occhi. Immancabile.
C'è del metodo nel tuo delirio :)
RispondiEliminaC'è delirio nel metodo. Sono metodicamente delirante.
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