Nel Discorso contro i Cristiani di Celso (II secolo), si racconta di un Cristo figlio
illegittimo di un soldato romano.
Dalla
follia vendicativa di questo ragazzo, né Ebreo, né Romano, nasce l’Occidente.
Il
figlio ripudiato di un falegname, impara le arti magiche in Egitto e si
autoproclama Figlio di Dio.
In pratica, due millenni di storia umana sarebbero
stati ricavati dalla follia di un mitomane. La speranza di una
resurrezione, il paradiso, secoli di arte eccelsa, dispute teologiche, Bach … tutto deriva da un povero mitomane, che si credeva figlio di Dio.
Il
regista Paul Verhoeven vuole realizzare un film su questa storia. Precedentemente ci ha
scritto un libro.
È una storia formidabile.
Gesù
ha un’anima insieme romana e giudaica.
Roma e Gerusalemme sono in guerra tra
loro, inconciliabilmente. Gesù, nel pacificare il proprio conflitto interiore,
cerca un modo per pacificare i conflitti esterni.
Egli
sacrifica sé stesso, per purificarsi del fatto di essere frutto di uno stupro,
o per lo meno di una relazione totalmente
illegittima tra una donna giudea e un
nemico del suo popolo.
Gesù
chiede di amare i propri nemici e non a caso. Egli è nemico di sé stesso, ha in
sé stesso il nemico.
Come può GC vivere con sé stesso? Non può. Deve redimersi
cercando una punizione. Il comportamento autodistruttivo si sublima, nel farsi
mettere a morte riscatta le due parti della propria anima.
La
madre, accusata di essere una puttana, diviene una vergine.
Il
padre, un violento stupratore romano, diviene Dio.
Il
Cristianesimo non avrebbe potuto mai nascere senza il fenomenale mescolamento
di romanità e giudaismo.
È
veramente una storia formidabile.
Però
si dice che Gesù ebbe un gemello, Tommaso detto Didimo. Oppure, secondo le
ricerche di Luigi Cascioli, Gesù fu uno
zelota e si chiamava Giovanni da Gamala.
Insomma, le versioni sono tante al
punto che c’è l’imbarazzo della scelta.
L’ipotesi dell’origine mezzo romana di Gesù è quella più affascinante.
Gesù dice di essere venuto a portare non la pace ma una spada e la discordia dentro la famiglia. In pratica Gesù
vuole scardinare la famiglia, i valori della famiglia. Vuole che tutti
tradiscano tutti. In questo modo la specie umana può evolversi. Nel rimescolamento dei ruoli.
Solo un bastardo in cerca del Padre Potente che l'ha ripudiato, poteva autoproclamarsi Figlio di Dio.
Forse Gesù era un carpentiere, un costruttore al servizio dei Romani. Non è
detto che debba essere stato necessariamente povero. Magari, anzi, se l’era
passata bene fino a quando non aveva deciso di diventare profeta.
Gesù
Cristo. Un carpentiere mezzo romano, mezzo giudeo, che ha plasmato mezzo
pianeta per millenni interi.
Essere
un destino significa morire o impazzire.
Proclamare l'amore universale, vuol dire desiderare la dissoluzione dei confini, in ultima analisi, la morte.
GC predicava non tanto, come si ritiene, un amore universale, quanto l'odio per
l’amore egoista di padri, madri, fratelli e sorelle.
Qualcosa
di simile lo diceva anche Buddha. Per ottenere l’illuminazione bisognava
abbandonare la famiglia, disconoscere genitori, mogli e figli.
La
famiglia biologica è sempre un
impedimento a mete spirituali o conoscitive. Questo accade
perché la famiglia è una struttura che prevede in primo luogo la sopravvivenza
biologica dell’individuo, a livello genetico, e non il suo sviluppo morale.
Gli
ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi, dice GC.
Da qui il concetto di
“risentimento” di cui parla Nietzsche.
Io,
l’ultimo, la pietra di inciampo, immagino un mondo in cui sarò il primo e
quelli che adesso mi umiliano, mi baceranno il culo.
In
accordo con Nietzsche, i Vangeli parlano della psicologia dell’uomo GC. Amore
universale come mezzo di rivalsa. Il nichilista vuole a tutti costi scegliere tra la Vita e la Verità.
Curioso che Gesù Cristo abbia detto di sé:
Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Gesù (chiunque sia stato e se sia mai
esistito) ha ritenuto di assumere dentro di sé questi attributi. Attributo
forse non è il termine adatto, ma non me ne viene in mente un altro.
Gesù non
aveva bisogno di scegliere: era.
Gesù si è suicidato. Certo, secondo le Scritture, Gesù fu giustiziato, ma il minimo che
si può dire è che l’abbia fortemente
voluto.
Chi realizza pienamente l’Essere – Divenire,
si annienta.
Cos’è la Resurrezione, in questo schema?
Una favola inserita successivamente, oppure, più profondamente, una aspirazione a un livello umano superiore, nel quale l'uomo così com'è non può vivere?
I primi cristiani parlavano di Resurrezione
della Carne.
È una aspirazione universale. Non
possiamo vivere senza il pensiero di una continuità.
In questo senso la genetica è in lotta
contro il nichilismo, quasi quanto la religione, poiché entrambe cercano la continuità, la sopravvivenza ad ogni costo.
In questo scienza e religione, hanno basi
comuni, molto più di quanto non si creda.
L'amore universale richiede una trasformazione che va al di là della vita umana, la risoluzione di tutti i conflitti e, in definitiva, l'abolizione della vita stessa.
Questo è il motivo per cui l'insegnamento di GC non poteva non essere frainteso, modificato e trasformato ad uso del potere.
La radice romana del cristianesimo sta proprio qui: proclamare l'amore universale negandolo nei fatti.
L'aquila e la colomba stanno bene insieme solo nel mondo dei sogni.
Questo è il motivo per cui l'insegnamento di GC non poteva non essere frainteso, modificato e trasformato ad uso del potere.
La radice romana del cristianesimo sta proprio qui: proclamare l'amore universale negandolo nei fatti.
L'aquila e la colomba stanno bene insieme solo nel mondo dei sogni.
"Amore" e "universale" sono termini incompatibili e mutuamente esclusivi. Buddha infatti, che la sapeva lunga, non parla mai di amore, sentimento particolare e rivolto al particolare tanto quanto l'odio, quindi di fatto un intralcio alla liberazione. Buddha parla, semmai, di compassione, che è il riconoscimento della universalità del dolore. Non si può com-patire altrimenti. Il che, tra l'altro, unisce tutti gli esseri senzienti e non solo gli uomini. Le dottrine soteriologiche mediorientali, che informano anche il Cristianesimo e di cui Gesù era espressione, limitano lo sguardo all'umano. Quella di Gesù è una dottrina del sentimento, quella di Gotama una dottrina della conoscenza.
RispondiEliminaE infatti la storia occidentale è basata sulla "ragione" del sentimento.
EliminaCristo e il Buddha, però anelavano entrambi alla dissoluzione della vita così come la conosciamo. Buddha nell'estinzione gioiosa nirvanica, Cristo nella fine del mondo e nell'avvento del Padre.
I salvatori del mondo vogliono salvare il mondo da sé stesso, dissolvendolo.
Solo il buddhismo zen arriva a una totale accettazione della Cosa Così Com'è. Ma la totale coincidenza di essere - divenire, porta al ... niente.
Uscire dal nichilismo non è affatto semplice, una volta che si accettano fino in fondo le premesse religiose.
Difficile uscire dal nichilismo soltanto se si continua a "trarre le conseguenze", cioè a dare un peso agli argomenti. Che è esattamente quello che lo Zen e il Madhyamika deplorano. Sospetto che non ci sia altra liberazione se non nel sonno, nella demenza e nella morte. Il primo ci è dato per alcune ore, la seconda è un dono o una fortuna, la terza è, diciamolo, alla portata di tutti.
EliminaUn GC ibrido a denuncia dell'identità personale (e non solo) come nevrosi. Mica male!
RispondiEliminaNevrosi universale. Ma in fondo anche così è possibile, a volte, godersela.
EliminaSuggestiva lettura. Tuttavia l'anima "romana", a Gesù, gli viene appiccicata dopo la sua morte.
RispondiEliminaSalverei Bach, a prescindere.
RispondiEliminaE rimando all'interpretazione gnostica che vede il Cristo ridere sulla croce...ghigno di demenza illuminata (in fondo anche il Buddha ride di noi).
A.
Bach. A prescindere. Ma anche Lucio Dalla, poverino.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuello dei settanta, quello biblico.
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