Pascal vedeva sempre un abisso
sotto di sé, anche a casa: per tranquillizzarsi ci sistemava sopra una
seggiola. Adesso si potrebbe parlare di disturbo d’ansia generalizzato o
agorafobia. “Il silenzio di questi spazi infiniti mi atterrisce” è una frase
assolutamente indicativa di uno stato che il XXI secolo (il secolo dei viaggi
low cost) definirebbe patologico. Ma Pascal vedeva giusto. Il suo errore
consisteva nel pretendere che anche gli altri vedessero l’abisso che lui
vedeva. Ma per vedere l’abisso bisogna essere nudi e senza difese, come di
fronte a Dio. Un mondo che porta solo maschere non vede l’abisso, ne diventa
parte integrante. Guai a chi non vede l’abisso, l’abisso lo inghiottirà.
Dio è tremendo.
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