Avanti viaggiatori! senza fuggire dal passato
a vite differenti o a qualsiasi futuro.
Voi non siete la stessa gente
che ha lasciato la stazione
o che arriverà a una destinazione qualsiasi,
mentre i binari sfuggenti si stringono dietro di voi;
e sul ponte pulsante del transatlantico
mentre guardate il solco che s’apre dietro di voi,
non dovete pensare che “il passato è finito”
o che “il futuro è davanti a voi”.
Al cader della notte tra le antenne e il cordame,
c’è una voce che canta (ma non all’orecchio,
mormorante conchiglia del tempo, né in linguaggio alcuno).
“Avanti, o voi che credete di viaggiare;
non siete voi quelli che videro il porto
allontanarsi, né quelli che sbarcheranno.
Qui, tra la sponda di qua e quella lontana,
mentre il tempo è sospeso, considerate il futuro
e il passato con mente imparziale.
Nel momento che non è d’azione né d’inazione
potete ricevere questo: “in qualunque sfera dell’essere
la mente dell’uomo possa essere intenta
al tempo della morte” – ecco l’unica azione
(e il tempo della morte è ogni momento)
che darà frutto alla vita degli altri:
e non pensate al frutto dell’azione.
Andate avanti.
“O viaggiatori, o naviganti,
voi che giungete al porto, e voi il cui corpo
soffrirà la prova e il giudizio del mare,
o qualsiasi altra fine, questa è la vostra destinazione.”
Così Krishna quando ammoniva Arjuna
sul campo di battaglia.
sul campo di battaglia.
Non: buon viaggio…
ma: avanti, viaggiatori.
Thomas Stearns Eliot
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