Cronache Babilonesi
venerdì 14 ottobre 2016
I tempi stanno a - cambiando
Un Nobel se ne va, un Nobel se ne viene.
Non mi voglio inserire nel filone delle polemiche è - giusto, non - è - giusto dare il Nobel a uno strimpellatore di chitarra con una brutta voce. La somma giuria di Stoccolma ha deciso così e pace.
I suoi testi sublimi hanno cambiato il destino dell'umanità, si dice: e chi sono io per contraddire la giuria del Nobel?
Quello che accomuna i due Nobel, quello uscente per cause naturali e quello entrante per cause di ristrutturazione del pensiero svedese in senso spettacolare - debordiano, è una certa marginalità dal settore della, non saprei come altro chiamarla, letteratura.
E' dunque evidente che la giuria del Nobel ormai intende la letteratura in senso molto lato. A questo punto sarebbe giusto dare il premio anche a qualche autore di fumetti e ce ne sono certi che sicuramente lo meriterebbero. Molti manga giapponesi sono letterariamente stupendi. Anche gli autori di certe serie televisive come I Soprano o il Dr. House meriterebbero il Nobel, come pure quelli di Gomorra o House of Cards: perché no, sarebbe giustissimo.
Tutto ciò che influenza l'immaginario collettivo merita il Nobel. Questa è l'intuizione dei giurati svedesi. Anche Berlusconi meriterebbe il premio Nobel per la letteratura. Ah no, lui è di destra. Niente premio allora.
Grillo non è ancora al suo livello. Poi non si capisce se è di destra o di sinistra. Nemmeno Renzi.
Premio Nobel per la letteratura a Papa Francesco, dunque.
Premio Nobel per la letteratura anche a Paperino (anche se è solo un personaggio immaginario).
Insomma i giurati del Nobel hanno pienamente compreso quello che sta avvenendo da un po'.
Da un certo punto di vista questo a - cambiamento dei tempi è stimolante.
La vita si nutre di paradossi, ormai mi è chiaro da molto tempo.
Il paradosso di quest'epoca (uno dei tanti) è che mentre la letteratura così come la si intendeva fino alla fine del secolo scorso è diventata ininfluente, tutto il mondo è diventato letteratura.
Il fantasma della letteratura aleggia in mezzo a milioni di semianalfabeti e analfabeti di ritorno.
La specie umana vive ormai in un lunghissimo ininterrotto romanzo planetario con miliardi di personaggi tutti intercambiabili, tutti uniti nel guardarsi vivere tramite mezzi inconcepibili fino a mezzo secolo fa.
Viviamo in tempi letterari quanti altri mai: una balzachiana Commedia umana si snoda attraverso le reti televisive, Internet, smartphone e il traffico congestionato delle metropoli con tutti i drammi e le farse che si consumano sotto questo breve strato di atmosfera che avvolge il corpuscolo sul quale stiamo viaggiando verso chissà dove.
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Mi sono appena riguardato questo:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=-njxKF8CkoU
Ciao Massimo!
Il vecchio TWA aveva sicuramente tutte le ragioni ma si prendeva troppo sul serio. In fondo la superficialità è ciò che ha impedito al mondo umano di esplodere fino adesso.
EliminaCiao HIV
Il Nobel perde sempre più credibilità. A questo punto, meglio Guccini che s’intende di letteratura sicuramente più di Dylan. Di quest’ultimo ho letto stralci di un libro di poesia, “ Tarantula”, dato alle stampe nel 1971, e non mi è sembrato eccezionale. Un semplice epigono della Beat Generation. Lo leggerò per intero e vedrò se cambiare idea. Sugli autori di fumetti sono d’accordo. Pratt parlava di “ letteratura disegnata” ma credo che i tempi non saranno mai maturi per premiare uno Spiegelman, per dirne uno, o un Go Nagai, per dirne un altro.
RispondiEliminaChi lo sa? Un NObel a Spiegelman ci sta proprio bene ... Caro Ettore perché fare la fatica di cambiare la tua impressione su Tarantula? Con tante cose intereressanti da leggere ... in questo priodo sto leggendo Del terrorismo come una delle belle arti di Mario Prrniola. Una delle cose più interessanti che ho letto negli ultimi anni. La Beat Generation è defunta, Alleluja. L'ho sempre trovata un po' noiosa, meglio la fantascienza. Ma ho deciso di disintossicarmi dallo snobismo (mi hanno detto che sono snob) e accettare tutto.
EliminaIl Nobel a Dylan è lo specchio dei tempi, qualunque cosa voglia dire.
Ciao