Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

mercoledì 25 novembre 2015

Scampoli di ordinario malessere II



Imbecilli e/o gente in malafede, ovunque intorno. Compagnucci della parrocchietta, sgomitanti, presenzialisti, amanti dell’aperitivo facile, amici degli amici degli amici degli amici, con relative amichette, viaggiatori dell’occulto, cineasti buddisti, amanti del brivido, gente che sta sempre in mezzo, gente che ci prova, quelli con i chakra aperti, quelli con i chakra chiusi, quelli che amano la parmigiana di melanzane biologica, quelli che il sagittario o l’acquario, i pacifisti, i guerriglieri, i distinti (nel senso che distinguono tutto il distinguibile per non arrivare mai da nessuna parte), i critici, i critici dei critici, i critici dei critici dei critici, i complottisti, gli anti complottisti, i giovani imprenditori, i fanatici del kilometro zero, i vegani, i crudisti, quelli dell’olio evo, quelli di sinistra, quelli di destra, quelli con le sciarpe, quelli con la barba alla ZZ Top evocante deliri ottocenteschi americani mentre lavorano a un baracchino di specialità street food, quelli che parlano in televisione di cose che non sanno, i giovani, i veri giovani, i veramente veri giovani, quelli che si drogano e quelli contro le droghe.

Gente senza dubbi, non fidatevi se dicono che li hanno, i loro dubbi sono finti come i loro pensieri, strutturati per starci in un cucchiaino da the. Sono quelli che Pasolini e bla bla bla, roba che Pasolini probabilmente li avrebbe schifati.

È gente che è nata con l’olfatto fine nel capire quale merda annusare, si autoconvincono così facilmente a tutte le cazzate che sentono, da seguire autonomamente la strada bella spalancata davanti a loro, magari fingendo più avanti, per darsi un tono, le mille difficoltà che hanno dovuto affrontare.

Incarnano la vera borghesia e tutti i suoi interessi meschini, però facendo finta (in primo luogo con se stessi) di avere una certa attenzione per il sociale. Il guaio grosso è che la loro viscida solidarietà si è attaccata come carta moschicida al presente, inglobandolo completamente. Ormai la società europea (italiana, ma non solo) è a misura di questi cagoni.

Grazie ai loro "buoni" pensieri, il fuoco di sbarramento della censura “buona” non fa arrivare niente altro che merda “buona”.

Ma non facciamoci illusioni. Questi borghesucci orrendi fanno da contraltare a una classe bassa altrettanto orrenda. Una volta i contadini con solo la licenza elementare, si esprimevano con semplicità ma con chiarezza, ora tutti mugugnano le loro escrescenze tumorali di pensiero dando l’occhiatina allo smartphone.

Intanto la strada verso il luminoso futuro è tracciata. Noi non rinunceremo mai a intasare aeroporti, stazioni, cessi, alberghi, locali, non rinunceremo alla nostra birra e ai concerti degli U2, non rinunceremo al nostro sussidio di disoccupazione. Non rinunceremo a mettere al mondo figli, orgogliosi che a tre anni già sappiano maneggiare un Iphone. Siamo colorati noi, siamo dalla parte della vita, yeah. Abbasso la morte.

L’ideale della vita è un passionate trheesome  come quelli che si vedono su youporn. Le espressioni delle tipe, bellissime, valgono il Valhalla o il paradiso di Dante o delle Uri. Spasimi di sistemi nervosi che godono, senza un pensiero al mondo, circondati da suppellettili adattate all’uopo: tutto il mondo mercantile si riunisce, sotto forma di camera d’albergo extra lusso con vetrata luminosa su panorami visionari e incoraggianti, per benedire la tua eiaculazione.


L’ISIS e la sovrappopolazione, specialmente di giovani maschi senza arte né parte.

La desertificazione e la guerra per le risorse. Il lento ma inesorabile andare a puttane del tutto. Questo kali yuga non finisce mai.

 
Gli USA non sono, naturalmente, colpevoli di tutto, sarebbe ingenuo affermarlo. È che riescono a interagire in perfetta sinergia con le idiozie degli altri paesi. Il risultato è una idiozia mortale planetaria.


Mishima. 45 anni fa. Suppellettili moderne sparse sul pavimento del disastro – telefoni, lampade - la scrivania usata per sbarrare la porta e il collo scoperto per la lama. Stridente contrasto tra il mobilio stile occidentale anni settanta XX secolo e il dramma da periodo Tokugawa che sta per consumarsi. Si aprì il ventre con un coraggio assoluto. Aveva scritto, poco prima “La vita dell’uomo è limitata, ma io vorrei vivere per sempre”. Non c’è contraddizione in questo.
Indecifrabile per noi occidentali. Esibizionista, narcisista, vitalista, chi più ne ha, più ne metta. Aveva semplicemente deciso che la cosiddetta saggezza della vecchiaia non gli interessava.

2 commenti:

  1. Il mio prossimo libro di lettura sarà: Rashomon!
    ciao Max :-)

    RispondiElimina
  2. Tra radical chic ed ex proletari imborghesiti ormai la differenza è solo nel conto in banca. Su tutti (li vedo la mattina in metropolitana) lo stesso grugno saccente e soddisfatto, la stessa vacua espressione da cavia di laboratorio, lo stesso frenetico compulsare smartphone in cerca di non si sa cosa. “Colpevolmente incoscienti” li definiva Pasolini. E la rovina avanza.

    RispondiElimina