La noia di avere un’identità. La noia della circolarità del tempo.
Il tempo non è così circolare come ci vogliono fare credere i fautori delle
filosofie new age. Il fatto che le particelle quantistiche e il gatto di
Schrodinger e bla bla bla, nella nostra povera piccola vita non cambia nulla. Il
tempo procede in avanti verso la dissoluzione di tutto e basta.
Le temp detrouit tous, dice Gaspar Noe nel film Irréversible.
Per qualcuno che abita su Andromeda, noi non siamo ancora nati. Il pianeta Terra è quello di
due milioni di anni fa: nello stesso tempo siamo vivi qui e ora. L’universo è un
gigantesco aldilà della morte in differita parziale per tutti gli esseri e gli
enti che vi abitano, ma questo non cambia proprio nulla per noi. Nulla di
nulla. Dobbiamo passarci in mezzo a questo nulla. Tutto il dolore sarà
percepito senza sconti. Tutta la cosiddetta felicità ci farà palpitare e volerà
via per non tornare. Siamo prigionieri in una trappola.
È curioso come oggi ci sia solo il cinema che possa esprimere
certe cose. La cosiddetta letteratura è troppo schiava di vecchie ideuzze e
schifezze consortili varie.
Il cinema, certo cinema, ha molto più coraggio e arriva prima.
Il cinema è il grande romanzo del XXI secolo che nessuno può
scrivere, perché tutto è diventato finzione.
Ho fatto una scorpacciata di film di Kim Ki Duk, ultimamente. Ho visto
Time, Soffio, Primavera estate autunno inverno … e ancora primavera, Bad Guy,
Pietà, Ferro 3 …
Mi sono incantato di fronte alla poesia di questo regista sud
coreano.
Mi incanta soprattutto la possibilità che hanno gli orientali di
toccare le corde del melodramma senza rendersi ridicoli. Noi occidentali,
(specialmente italiani) non possiamo permettercelo. Forse l’esotismo rende più
indulgenti nel giudizio.
In ogni caso ho trovato questi film dei piccoli gioielli fatti di
poesia delicata, mista a violenza inumana. Kim Ki duk tocca tutte corde del suo
strumento filmico. Gioca con le distorsioni temporali, gli scambi di identità,
la filosofia buddista, il sesso, l’amore, l’arte e confonde le carte.
Vorrei tanto scriverne più diffusamente, ma me ne mancano tempo e
forze. Ho troppa carne al fuoco, come si dice. So solo che la visione di ognuno
di questi film, anche il meno riuscito, mi tocca profondamente, a riprova che
dove c’è la cosiddetta “anima” qualsiasi fallacia logica o povertà di dialogo o
situazione inverosimile può essere accettata senza storcimenti di naso. I critici,
come solito, vadano a farsi fottere.
Dietro le apparenti semplicità e le simmetrie del sentimento, il
regista sud coreano mostra una grande pietà per i propri personaggi e dalla
pietà scaturisce la visione.
È un cinema fatto di silenzi, di personaggi inamovibili nelle loro
passioni, di grandissima delicatezza. In Bad Guy, il pappone dal cuore buono
non dice una parola in tutto il film, ma il suo sguardo carico d’amore dipinge
il male e il dolore delle stesse pagliuzze d’oro che ornano i templi buddisti. Il
male rimane male, ma si trasfigura. La
ragazza decide di prostituirsi per amore suo, con la naturalezza delle cose
ovvie. L’amore è condividere una sigaretta e l’abitacolo di un camion, ma è
qualcosa di grande come il mondo.
In Soffio la donna tradita dal marito decide senza nessuna ragione
apparente di dedicare la propria vita ad alleviare le sofferenze di un
condannato a morte, regalandogli amore e attenzione, quell’amore e attenzione
che il marito le nega. Alla fine il marito stesso si rende “complice” di questa
strana generosità. La pietà, la delicatezza sono fari che illuminano la
desolata pianura di un mondo spietato e disumano.
In Primavera estate autunno inverno … e ancora primavera, la
risposta è che il male è ciclico ma che l’attenzione e l’amore sono ogni volta
una riscoperta.
In Ferro 3 la parabola del mondo fluttuante, immagine tipica del
buddismo, è portata al massimo grado. Il protagonista (anche questa volta
silenzioso dall’inizio alla fine) vive leggero come una nuvola, sfruttando gli
appartamenti lasciati vuoti dagli abitanti partiti per ferie, in cui vive una vita in
prestito e che poi lascia intonsi e addirittura riparando orologi o bilance o
suppellettili rotti. Attenzione e cura e leggerezza, dentro al dolore del
mondo.
Il protagonista di Ferro 3 sviluppa la sua abilità a un tale
livello che riesce a diventare invisibile al marito della sua amata, riuscendo
a vivere con lei una dimensione d’amore perfetta, la dimensione del sogno,
appunto.
In Time, il film più dialogato di Kim Ki Duk, la donna vuole una
nuova identità per essere sicura che l’amato non si stanchi mai di lei,
portando la vicenda fino alla tragedia finale.
Il tempo che cambia tutto, “il tempo che distrugge ogni cosa”, può
essere affrontato solo accettandolo. La sfrenata corsa dell’uomo che vuole
vincere il tempo, così tipica della nostra epoca, lascia gli individui soli e
infranti, senza più nessuna possibilità di amore.
In Pietà l’anima intrisa di male del protagonista (ma più che
male, direi un vuoto in cui solo l’essenziale
del debito da saldare rimane l’unico aspetto vitale) viene scaldata dal
ritrovamento della “madre”. Il meccanismo della vendetta si rivela speculare a
quello della compassione. Anche in questo caso un curioso miscuglio di
insegnamenti buddisti e pietà cristiana costituiscono l’humus della vicenda.
Kim Ki Duk mi viene da considerarlo un regista buddista,
profondamente intriso di buddismo. Nello stesso tempo opera un mescolamento di
registri tra il surreale e l’ultraviolento alla Takeshi Kitano. Ha la marcia in
più della profonda poesia.
Quest’uomo sembra conoscere gli uomini e averne la giusta
considerazione, cioè la pietà.
In passato ho visto Ferro 3, e l'ho trovato particolare per l'attenzione che il regista dedica a certi particolari. Mi piacerebbe vedere Time
RispondiEliminaCiao Carla, ben trovata. Dovresti vedere anche Soffio. Ma quasi tutta la filmografia di Kim Ki Duk è degna di nota.
EliminaVisto One on One. Film che è anche cinema, fenomeno sempre più raro.
Eliminafammi sapere dove posso procurarmelo...tu però devi dirmi cosa pensi del film il danno di Louis malle ...
RispondiEliminaSi può scaricare da Internet facilmente ...A me i film li procura un collega che li scarica gratuitamente. Devo imparare anch'io come si fa, ma non ho mai tempo. Non so se invece da FNAC vendono i DVD ... ma perché spendere se si può evitare?
RispondiEliminaPer quanto riguarda Il danno, l'ho visto molto tempo fa in TV e non me lo ricordo molto bene ... però, se devo essere sincero, non mi aveva colpito un granché ... Spero non sia grave ... ;-)
Non mi fido molto a scaricare, comunque il film che ti consiglio è da rivedere, una seconda lettura ci vuole sempre nella vita, e poi lo trovi in versione integrale su youtube! Altro film da vedere è Mato Grosso. A presto :-)
RispondiEliminaNon mi fido molto a scaricare, comunque il film che ti consiglio è da rivedere, una seconda lettura ci vuole sempre nella vita, e poi lo trovi in versione integrale su youtube! Altro film da vedere è Mato Grosso. A presto :-)
RispondiEliminaAnche Babel è da aggiungere all'elenco. Ciao Max!:-)
RispondiEliminaAnche Babel è da aggiungere all'elenco. Ciao Max!:-)
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