Sei
tornato, ti dicono le cose.
Implorano
i muri,
bisbigliano
le carte da parati
crepitano
le sedie,
lampeggiano
i quadri appesi,
fremono le
lampade,
urgono le
cose tutte
di essere
risparmiate
dalla
catastrofe del tempo,
strappate
dalla morte per annegamento
nell’eterno
flusso dell’Adesso.
Il tempo
intanto intorno danza
la danza
del sogno infranto
Vedi, sei
tu quel bambino
che gioca
solo in una stanza
Tutto è
come è sempre stato
Eternità
dolcezza e incanto
L’orlo del
letto è una scogliera
e il
pavimento è il mare
Ti diverti
a scagliare
un
soldatino giù dal letto
mandandolo
ad annegare
sul
pavimento.
Dal salotto
arriva il rumore
della
televisione.
La squadra
del babbo,
sembra sul
punto di accedere
alla finale
per lo scudetto
Ma non ti
importa
Pensi
soltanto all’invasione in atto
dei soldati
americani sul tuo copriletto.
Ti rivedi
sdraiato su quel letto-scogliera
mentre
scruti dall’alto quel solido mare.
L’abisso
dei decenni si è dissolto come cera.
Ciao,
piccolo, dici al tuo te stesso.
Sono qui
con te.
E lui si
ferma e si guarda in giro,
come se
davvero
potesse
sentirti parlare: sta quieto un poco,
poi
ricomincia il gioco.
Sono qui,
bisbigli al suo piccolo orecchio.
Non ti
lascerò mai più da solo.
Una
striscia di sole crea barbigli sullo specchio,
attraversa
in diagonale
quell’immenso
pavimento-mare
fino alla
riva del muro opposto.
I soldatini
mandano deboli riflessi
In fondo
siamo tutti
soltanto
figli di noi stessi.
e figli dell'illusione del tempo che si infrange disintegrandosi sulle nostre certezze azzerate.
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