Cronache Babilonesi

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Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

mercoledì 4 aprile 2012

Tarkovskij e il cinema minerale


Il 4 aprile di 80 anni fa nasceva da qualche parte della Russia, Andreij Tarkovskij.
Cinema di elementi il suo, la terra, l'acqua (onnipresente in tutti i film), il fuoco, il vento che soffia tra le foglie.
Gli umani che si muovono lenti dentro questo mondo, sono figure scarne che  aspirano sempre a trovare qualcosa, inquieti e paradossali: tutto meno che personaggi da commedia.
Tarkovskij si muove incurante tra la fantascienza e il romanzo storico, tra la visionarietà più ardita e la semplicità contadina.
Attraverso i suoi occhi ci viene mostrato ciò che l'uomo ha perso: la spiritualità, intesa come profondo senso di comunanza di tutti gli esseri, come ricerca delle radici assolute.
Tarkovskij è una delle tante scoperte prodigiose che la TV di quando ero ragazzino permetteva.
Ricordo ancora l'emozione nata dalla visione dell'Andreij Rubliev in bianco e nero, la grande scena della fusione della campana, il folle volo del monaco sopra il villaggio; oppure Stalker, vera e propria odissea spirituale nel deserto atomico, alla ricerca di una felicità che nessuno vuole.
Poi c'è la poesia assoluta di Lo specchio, il più bergmaniano dei suoi film.
Infine, lo struggente dono di sé di un padre al figlio in Sacrificio, l'ultima pellicola del Maestro, già conscio della fine.
Che dire poi dell'Oceano di Solaris?
Il romanzo di Lem è poco più di una traccia da seguire per impostare un viaggio completamente nuovo dentro la vita umana. L'Oceano, misteriosa entità extraterrestre, riporta in vita quello da cui vogliamo fuggire. Bisogna distruggere tutto ciò che ci impedisce l'oblio: bisogna impedire ai miracoli di accadere.
La fantascienza di Tarkovskij è poco tecnologica.
Gli ordigni sono semplici strumenti per la creazione a getto continuo di poesia.
Attenzione però a non sottovalutare il profondo realismo che pervade tutta il cinema dell'autore russo.
Tarkovskij non si abbandona a esplorazioni di mondi immaginifici, astratti: nella sua potentissima visionarietà, appare sempre e solo il nostro piccolo mondo, fatto di terra, acqua, vento, fuoco.
Si potrebbe muovere una critica sul poco o nessuno spazio in Tarkovskij, per l'umorismo.
Va detto però che qui siamo oltre ogni risata umana, siamo ormai andati oltre lo specchio del cinema, siamo precipitati dentro la realtà naturale basica.
In Tarkovskij tutto è paesaggio, compreso l'anima dell'uomo.
Siamo nella contemplazione pura, della cosa in sé.
Il suo è cinema che vince la morte, talmente aderente agli elementi, da fondersi con essi.
E' cinema minerale. Non c'è nulla più di cui ridere.
Solo silenzio da ascoltare. Poesia da vedere.

6 commenti:

  1. non sono una grande estimatrice di cinema, e confesso la mia grandissima ignoranza ( e non solo questa) in merito, figuriamoci poi un regista russo...ma curiosa come una scimmia, sono andata spulciare in giro, ho visto qualcosa di Nostalgia...e ti ringrazio vivamente di questo prezioso consiglio, che approfondirò, mi ha turbata e questo e' un buon segnale...grazie

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  2. Cara S. mi fa piacere che questo post ti abbia stuzzicato la curiosità nei confronti di Tarkovskij.
    I suoi film sono a volte lenti, ipnotici (non nel senso che fanno venire sonno ...). Non è facile entrarci dentro, se non sei un po' appassionata di cinema ... ma diciamo che è come guardare un quadro famoso, che ne so, un Leonardo, un Raffaello, un Rembrandt. Anche se non conosci la storia dell'arte, a contatto con questi capolavori, senti lo stesso qualcosa, percepèisci un livello di vita differente.
    Anhe nei film di Tarkovskij, ma anche di altri, accade lo stesso ... il vero problema è la mancanza di tempo.
    La fruizione dell'arte richiede un investimento di tempo. E il tempo è proprio quello che ci rubano, quotidianamente. Io credo che ci rubino il tempo proprio per impedirci di aprire la nostra mente e la nostra vita ... perché nel momento in cui troviamo la bellezza, non vogliamo più farcela portare via ...
    Vabbé, grazie per la visita ciao.

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    1. d'accordo con te...ma il tempo può essere scandito anche dalle proprie priorità e/o urgenze...cerco di limitare il mio essere schiava, ovviamente a scapito di altre rinunce, materiali, di cui posso farne benissimo a meno, mentre penso siano irrinunciabili le cose che mi rendono felice,
      anche se sono piccole cose di valore non quantificabile, come leggere un bel blog, che mi indica strade nuove da percorrere...grazie a te

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  3. Bel post monografico!
    Hai condensato in poche righe tutta l'essenza del cinema di questo grandissimo autore.
    Bravo!
    Io Stalker però ho dovuto vederlo in tre volte, finivo sempre per addormentarmi... non perché non mi piacesse, ma anzi, al contrario, perché piacendomi mi assorbiva troppo, assorbiva tutte le mie energie.
    La bellezza può essere stancante, come una corsa in mezzo ad un prato.

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  4. E' vero, non siamo più abituati (in generale) ai ritmi lenti, a darsi tempo, a sentire le cose. Film come quelli di Tarkovskij li devi sentire oltre che vedere.
    Inproponibile ormai un approccio del genere. Adesso dobbiamo ingoiare tutto, consumare tutto in fretta, tanto per fare. In questo modo crediamo di essere vivi, ma quello che facciamo èl'esatto contrario della vita.

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  5. Ciao! Sono appena approdata in babilonia. Mi avrà portato l'onda. Devo dire che mi trovo bene qui... anche a me piace molto Tarkovskij.
    Ho un difetto grosso, però...lo dico piano perchè ho letto il tuo ultimo post: ho letto "Parenti lontani" di Gaetano Cappelli e mi è piaciuto proprio tanto. Posso venire a trovarti lo stesso ogni tanto ?

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