Eppure ce ne sarebbero di cose: il famoso coronavirus; l’asteroide di Aprile; la guerra semi liquida e semi fredda tra America e Cina e America e Russia e America e resto del mondo; l’accanimento del politically correct sulle menti ormai annichilite dei peones digitali di tutto l’Occidente; la morte che lavora sui visi della gente, ogni anno più visibile; la vita che fa altrettanto e che pertanto si capisce essere interscambiabile con la morte; le ipotesi sulle origini dell’universo, del multiverso, della materia oscura, dell’energia oscura; la situazione politica italiana (no, di questo non vale la pena scrivere); il parallelismo tra Pascal e Nietzsche nella filosofia di Chestov; la bellezza delle donne; la misoginia in Saul Bellow; gli scrittori di destra e sinistra; la necessità dell’entusiasmo per vivere e la mia cronica mancanza di esso; certe mattine di sole; la bellezza della vita in certi giorni del 2017, 2018 e 2019; parallelismi tra Cristo e Buddha; letteratura alta e letteratura bassa; il problema dello smaltimento delle caccole del naso; Dio e la morte; il nulla e il formaggio pecorino DOP; Barbara D’Urso alla luce della filosofia della Scuola di Tokyo; Piero Angela: torinesi falsi e cortesi?; il tempo, Sant’Agostino e i cambiamenti climatici…
Insomma, viviamo in tempi troppo interessanti, che sfiancano. Bisogna avere un ego durissimo per mettercisi. In un mondo dove ci sono milioni di blogger, ognuno dei quali crede veramente di fare qualcosa di diverso, l’unica cosa da fare sarebbe tacere. Ma tacere non posso.