Ossessione delle diete, di curarsi con l’alimentazione, la tendenza tutta XXI secolo del cibo, cosa mangiare, dove, quanto, quando; frasi tipo “era ancora giovane” detta di uno morto a 84 anni …
Tutto questo rivela una speciale follia che è propria di questo tempo.
Abbiamo l’ossessione della salute, della forma fisica, della cura “definitiva” per ogni male della vita, che sia però il più possibile naturale perché occorre durare senza pagarne le conseguenze.
Felicità senza tristezza, piacere senza dolore, amore senza odio, medicine senza effetti collaterali, vita senza morte, questi sono gli ideali di questo secolo diafano, svuotato di nerbo, dove tra un esploratore artico e un commesso di un supermercato non ci sono molte gradazioni di differenza, giusto magari il livello di istruzione, poca cosa, in un’epoca in cui tutti possono illudersi di sapere tutto compulsando dieci ore al giorno un fottuto smartphone.
Il secolo dell’Alzheimer, delle scarpe da ginnastica multicolore, di You Tube, nel quale possiamo trovare la rivelazione dell’ultimo segreto esoterico. Il secolo della morte in alta definizione, qualcosa che avrebbe dato da pensare a Heidegger.
Il secolo che sa tutto e il contrario di tutto, in cui ogni smarrimento è codificato e le persone sono talmente attaccate alle loro maschere che sotto, virtualmente, non c’è più niente.
Il secolo in cui non si ha più il coraggio di soffrire se la propria sofferenza non viene “illustrata” da qualche faccina.
Il secolo in cui si guarda avanti guardando indietro, a una ipotetica natura che non c’è mai stata. Un secolo rousseauiano, pieno di male senza cattiveria. La cattiveria ce l’hanno solo quelli dell’Isis.
Come sono lontani i tempi dell’Uomo in rivolta di Camus. Contro cosa rivoltarsi?
Ora il grande enigma è la coscienza. Rendiamo edotta la popolazione che non esiste alcun sé dietro i nostri occhi, ma che il Samadhi è a portata di mano. Abbiamo a disposizione tutta la saggezza passata e presente e futura, abbiamo un guru per ogni stagione e ogni aspetto della vita. Abbiamo mille strade da seguire e tutte promettono miracoli.
Abbiamo informazioni, non c’è nulla sul quale non siamo informati, sul quale non possiamo formarci opinioni subito contraddette da qualcun altro. Fazioni in lotta sullo stesso versante della follia, come un coro di pazienti lobotomizzati che urla fuori sincrono dalle finestre di un manicomio grande come un pianeta.
Un secolo di idioti.
Un gran bel finale.
RispondiEliminaPurtroppo, Lorenzo.
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