Anche
il più scalcinato dei nerd o il più vetusto appassionato di fantascienza sa che
un pianeta orbitante intorno a una nana rossa non può ospitare la vita come noi
la conosciamo. Le temperature sono troppo basse, la possibilità che ci sia un’atmosfera
adatta è altresì bassa. Tuttalpiù potrebbero esserci dei microrganismi, residui
di un rigoglioso passato o qualche fossile, sempre di qualche microrganismo.
Certo, sarebbero batteri extraterrestri e dunque una prova che la vita esiste
anche fuori dalla Terra. Ma sono solo ipotesi e niente altro. La verità è che è
difficile che ci siano anche solo dei batteri. Su Marte che è infinitamente più
vicino a noi ancora non è stato trovato nulla, se non le tracce di tracce di
tracce di acqua.
Si
aggiunga inoltre che sette pianeti che orbitano così vicini gli uni agli altri
sono sottoposti a variazioni orbitali che impediscono la stabilità temporale occorrente
per formare la vita.
Queste
cose gli scienziati della NASA le sanno benissimo.
Viene
da chiedersi il perché, allora, di questi roboanti annunci dell’ ente americano
di scoperte epocali, “pianeti gemelli della Terra”, simpatici Doodle di Google
e compagnia bella. È probabile che abbiano bisogno di fondi. Niente altro.
Devono finanziare una eventuale spedizione su Marte nel 2030 che probabilmente
non ci sarà mai, oltre a mantenere un baraccone costosissimo.
Intanto
consoliamoci con l’illusione che lo spazio sia in fondo null’altro che l’estensione
del nostro giardinetto, in cui nel futuro manderemo milioni di umani tutti
armati di PayPal e app. gratuite per inviarsi stronzate attraverso gli anni
luce. Il silenzio degli spazi infiniti di Pascal non può atterrirci finché abbiamo ancora credito telefonico.
Oh accidenti,mi sa che hai ragione. Peccato, il sogno di qualcosa fuori da noi, di un nuovo inizio veramente nuovo è qualcosa che ci accompagna da sempre.
RispondiEliminaE sempre ci accompagnerà, mi sa.
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