Strage a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo. Dodici morti. Gli
assassini sono terroristi islamici offesi dalle vignette pubblicate sul
giornale: tavole non particolarmente spiritose, ma decisamente irrispettose su
Maometto e co.
Quelli di Charlie Hebdo hanno fatto bene a prendere per il culo per
anni questi coglioni fanatici, anche se hanno pagato un prezzo altissimo. La
presa per il culo è esattamente quello che meritano. Purtroppo se aizzi le
bestie feroci, senza testa e senza cuore, prima o poi rischi grosso.
Hanno ammazzato anche un paio di poliziotti di cui uno ferito a terra, finendolo
con un colpo in testa. Insomma sono entrati in tutto e per tutto nell’allucinazione
di una guerra santa che esiste solo nelle loro menti rancide. Il momento è
pericoloso. Ci manca solo la guerra di religione in questa fottuta epoca e poi
siamo a posto.
È vero che questo colpo maledetto cade come il cacio sui
maccheroni per le cosiddette destre. È vero che le cosiddette sinistre si sono
rese responsabili in Europa di politiche dell’immigrazione semplicistiche e
ottuse. È vero che, se si va a guardare bene, quando si parla di “terrorismo
islamico”, si sta in realtà discutendo di come le élite dei paesi arabi e di
quelli occidentali manovrino la popolazione più debole per renderla paurosa e
docile nei propri confini e aggressiva nei confronti del “nemico”.
Con la caduta del comunismo il nemico più pittoresco che si poteva
inventare per rendere docile il peone, è il “terrorismo islamico”. Si è fatto di tutto per renderlo una minaccia
mondiale e, per la miseria, ci sono riusciti.
Il “terrorismo islamico” attecchisce nella miseria delle metropoli
occidentali, dove molti immigrati hanno solo Allah cui rivolgersi per sentirsi
esistere. È alimentato dagli interessi internazionali, dall’indescrivibile guazzabuglio
creato in Medio Oriente da decenni di politica USA – URSS di cui stiamo
masticando i macabri avanzi ormai da troppo tempo.
È inutile parlare di Islam buono o cattivo. Non esiste una sola
religione che non abbia il suo lato oscuro e in questo campo i tre monoteismi
fanno a gara senza superarsi mai.
Eccoci qua, signori e signore: abbiamo trovato il “nemico” giusto
per il XXI secolo, oscuro ed etnico quanto basta e dunque possiamo continuare a
fare porcate e a “sottomettere” la gente, nel nome della Santa Guerra delle
Libertà Democratiche, contro l’oscurantismo.
“Sottomissione” è una delle possibili traduzioni della parola
Islam, sembrerebbe. Qui, però, quella che viene in continuazione sottomessa, è
la volontà, l’anima e l’intelligenza delle persone, siano islamiche o
occidentali. Ci stiamo addentrando sempre più nell’incubo e non ci sveglieremo
tanto presto.
Nei fatti l’islamizzazione (la sottomissione) è già avvenuta. Viviamo
in un’epoca che più religiosa non si può. È questo forse il senso (se non ho
capito male) del nuovo romanzo di quella specie di clochard della letteratura
francese che è ormai Houellebecq. Le sue provocazioni sono sempre più
esplicite. L’occidente tutto vuole, meno che la libertà, da barattare con una “soumission”
religiosa apparentemente inaccettabile, ma che in realtà nel profondo
desideriamo tutti: assenza di delinquenza, ruoli ben definiti, possibilità di
poligamia, sottomissione a Dio, totale, definitiva. È il ritratto di una
simpatica utopia, il sogno oscuro che non osiamo ammettere. Houellebecq, forse
non è un granché dal punto di vista dello stile letterario ma sa mettere sempre
il dito nella piaga, facendosi pubblicità e vendendo milioni di copie: un perfetto alleato
contro se stesso della Societé du Spectacle.
E ormai in cartellone abbiamo Società dello Spettacolo vs. Islam: la
religione del capitale virtuale, contro il paradiso delle urì; la Democrazia
senza popolo, contro la Teocrazia senza confini; Barbarie del Mercato Globale,
contro Barbarie del fanatismo.
Due religioni pericolose e idiote si affrontano sul terreno comune
dell’ignoranza e dell’arroganza. Le morti provocate dalla Società dello
Spettacolo sono meno appariscenti ma di proporzioni ciclopiche e altrettanto
crudeli: si parla di più di un milione di morti finora in Iraq, migliaia in
Afghanistan, per non parlare dell’interminabile e atroce conflitto Israele –
Palestina.
Viene voglia di citare Panella – Battisti: Specchi opposti e riflessi, limpidi e inebetiti da se stessi.
Se le cose degenereranno (ormai non è più possibile fare
previsioni), diverrà impossibile non schierarsi. Ed è proprio quello che
vogliono, in fondo.
Noi siamo da questo lato del mondo. Noi siamo dalla parte della
Democrazia e della Libertà (nostre), basate sulla “soumission” de le reste du
monde.
Loro sono dei ruspanti fedeli in una religione arcaica,
allucinante e adatta casomai a una civiltà basata sulla pastorizia, ma
tecnologicamente equipaggiata. Da noi.
Il cerchio si chiude.
Resta da piangere di rabbia sulle vittime innocenti, sulla follia
di questi imbecilli invasati, alimentati da un incredibilmente infantile e
odioso spirito di emulazione verso quelli che loro considerano eroi. Resta di
piangere di rabbia su una società confusa che, a fronte di un progresso
tecnologico impressionante, non è riuscita a liberarsi da nessuna
superstizione, ma le ha assunte tutte in sé, in nome di un aberrante “non si
butta via niente”.
Resta da piangere di rabbia sulla follia delle creature umane,
sulla disperazione di finire ammazzati, in una metropoli moderna, da un gruppo
di immense teste di cazzo, in nome dell’ennesimo dio che non esiste.
Contro questa follia c’è solo da contrapporre la consapevolezza di
chi siamo e di dove siamo e perché siamo a questo punto.
Contro questa follia dobbiamo smettere di essere marionette mosse
sempre da qualcun altro, Allah o il Mercato. Consumatori o fedeli. Fedeli
consumatori. Consumati.
Dovremmo essere tutti dei piccoli Charlie Hebdo. Già una roba del genere in Italia fa ridere solo a pensarci. Abbiamo paura della nostra stessa ombra. Figurarsi fare vignette o battute spinte sugli intoccabili. Noi abbiamo Benigni, quaggiù, non so se ci siamo capiti.
Peace and love e qualche saltello e volemose bene. Che non si sa mai che quelli fanno sul serio.
Dovremmo essere tutti dei piccoli Charlie Hebdo. Già una roba del genere in Italia fa ridere solo a pensarci. Abbiamo paura della nostra stessa ombra. Figurarsi fare vignette o battute spinte sugli intoccabili. Noi abbiamo Benigni, quaggiù, non so se ci siamo capiti.
Peace and love e qualche saltello e volemose bene. Che non si sa mai che quelli fanno sul serio.
Volemose bene + ddàmose dda fa = l'utopia cattoborghese di matrice italiana.
RispondiEliminaesiste l'estremismo, è questa la realtà.
RispondiEliminaL'estremismo è una conseguenza del gioco che sta giocando la società occidentale. Tra qualche settimana si dimenticherà tutto e noi ci troveremo, senza accorgerci, un po' meno liberi.
Eliminal'occidente non ha ideologie così radicate, a mio parere...
Eliminaperchè quando una donna occidentale entra in una moschea che si trova in una città italiana deve indossare il velo?
(dico questo per far capire come è debole la società occidentale)
per il resto, teniamoci stretto Benigni e la sua leggerezza...
Non so perché, ma a fine lettura del post mi è venuta voglia di abbracciarti.
RispondiEliminacondivisibile.
RispondiEliminaDisamina lucida e amarissima.
RispondiEliminaMassimo mi sa che blogspot s'è magnato il commento, pubblica questo:
RispondiEliminala religione non spiega (più) nulla di per sè, visto che è stata abbondantemente superata dalla economia come momento fondante ed egemone delle comunità. gli "estremisti" cercano un posto al sole nella contesa globale, come tutti a tutte le latitudini con gli strumenti che al momento sono in dotazione. Le ideologie o le prescrizioni religiose sono la forma articolare di una sostanza universalmente purtroppo accettata come "naturale" e "necessaria"quando non lo è. Occidente profano contro sacralità religiosa o mondo libero contro quello oppresso da medievalismi è tutta fuffa: lo scontro è intercapitalistico e fra fazioni interne per il controllo della produzione e distribuzione della ricchezza sociale, che passa "anche" dal controllo delle anime.
da
Come al solito, leggerti è beatitudine cristallina.
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