Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 27 maggio 2014

Il valore delle cose



E' abbastanza chiaro sul blogroll a fianco ma ci tengo a sottolinearlo qui.
C'è troppa arroganza, troppa poca umiltà in questo paese: è faticoso riconoscere il valore delle cose.
Si possono fare mille dotte analisi, calcoli meticolosi, mostrare abilità strategiche e dialettiche, ma il risultato non cambia.
Era un tentativo e soprattutto, il primo vero tentativo nobile che questo bolso paese abbia mai avuto dal dopoguerra.
A questa parola molti rideranno. E' un riso amaro.  Forse un giorno si arriverà a capire cosa avrà voluto dire questo tentativo e probabilmente a rimpiangerlo.

La libertà di voto o di astensione dallo stesso, è, e rimane indiscutibile. Ognuno ha le proprie motivazioni e va bene così.
Per il resto vi rimando al link. Come al solito è spiegato tutto molto meglio di come potrei fare io.

lunedì 26 maggio 2014

Non c'è molto da dire





Non c'è molto da dire. Quello che penso sull'ennesima elezione all'italiana, viene spiegato molto meglio di come saprei fare io qui.

venerdì 23 maggio 2014

L'intelligenza del fanatismo



Elezioni europee. Strilli di scimmie sugli spalti. Pro e contro. Tutto nel pallido miraggio di un cambiamento che non potrà mai avvenire da quei pulpiti. Grillo, devo ammetterlo, mi è simpatico, da sempre. Molto di quel che dice, è condivisibile. Anche quel che non è condivisibile, comunque, va sempre visto in una prospettiva che non è mai fissa.

Quel po’ di carica rivoluzionaria presente nel M5S fa raddrizzare i peli sulla schiena dei puristi: quelli che hanno depositato il copyright della rivoluzione da qualche parte. Alt, dicono. Tizio (o caio) ha scritto che la rivoluzione è questo e quest’altro.

Certo la “rivoluzione” grillina non va a toccare i modi di produzione. Niente al mondo lo può fare. Per ora.

È qualcosa, però, di cui non si è mai visto l’eguale finora. I tentativi di assimilare il M5S al fascismo del 1919, al Partito dell’Uomo Qualunque, al nazismo, al comunismo, non riescono. È sempre la vecchia tendenza di vedere l’oggi con gli occhi di ieri. Vedere la storia come un fenomeno che si ripete mi sembra una fallacia logica. C’è sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che appartiene solo al presente.

Mi piace il M5S perché è una delle risposte del XXI secolo alla merda novecentesca. È un prodotto odierno, nato dall’oggi, destinato a navigare a vista verso il domani. Niente futuri radiosi, niente sol dell’avvenire: soltanto gente che si mette insieme a rimestare sulle macerie dell’adesso per provare a trarne qualcosa di diverso, un pragmatismo fiabesco.

È l’utopia del presente, la sola possibile in quest’epoca.

Intendiamoci, nonostante ribadisca la mia simpatia per il M5S, so quasi per certo che è destinato a fallire, sia che vinca, sia che perda: non credo, in altre parole, che potranno realmente cambiare la sostanza delle cose. È però un grande tentativo. È bello che succeda proprio in Italia, paese ormai completamente cinico e ottenebrato.

L’Italia è il laboratorio dei più grandi esperimenti sociali, diceva il solito Debord (cosa non ha anticipato quel povero alcolista suicida? Si dovrebbe studiare nelle scuole e invece è rimasto solo un nome che fa figo pronunciare, di solito senza averlo letto).

Ripeto, qualunque cosa accada, il M5S è destinato al fallimento, o alla trasformazione in qualcosa di altro. Ma nonostante tutto quello che possono dirne i detrattori, la vita lì dentro pulsa, stranamente in controtendenza con i tempi.

È proprio questo che fa incazzare e allarmare tutti, sentire l’alito del possibile sul collo.

Sentire che c’è qualcuno che si muove, a tentoni, sbagliando, fuori dagli schemi, da profano, tutto quello che si vuole: è intollerabile, mi rendo conto.

Meglio pensare che il M5S sia solo una banda di accoliti di un guru pazzo e incazzoso, dei lobotomizzati, dei poveri di spirito plagiati.

Io ho fatto parte di una setta, nella mia vita passata. I meccanismi della psicologia di gruppo, li ho dapprima vissuti sulla mia pelle e poi, quando a fatica me ne sono staccato, studiati.

Le dinamiche gruppali sono molto simili tra di loro. Dentro al M5S, si è ancora nella fase in cui c’è molta attenzione alla purezza iniziale del messaggio e c’è una forte coesione intorno al messaggio stesso, molto più che intorno al personaggio Grillo. Si fa attenzione, si coltivano capacità individuali.

Hanno resistito al fuoco di sbarramento ininterrotto di tutti i media nazionali, tesi a screditare il loro movimento. Si sono fatti largo nella palude di menzogne o peggio, mezze verità, che avvolgono la coscienza civile di questo paese. Non si sono mescolati, errore che gli italiani, avvezzi al compromesso, ancora non gli perdonano.

Ci vuole intelligenza e fanatismo per fare questo. Il fanatismo dell’intelligenza: quella percentuale di intransigenza che se è proiettata verso scopi “nobili” può essere motore di trasformazione.

Resta solo da vedere quando il fenomeno comincerà a degenerare.

Hanno dalla loro parte il fatto di essere circondati in ogni direzione solo da esempi negativi. Questo è un grande sprone a cercare di fare qualcosa di meglio.

Dubito che saranno eletti. Dubito anche (sono costretto a ripeterlo ancora), qualora lo fossero, che riusciranno a fare molte delle cose che si prefiggono, ma è importante che qualcosa del loro movimento rimanga. Quello che non potranno fare adesso, lo farà qualcun altro magari tra venti o trent’anni.

L’astuzia della ragione, l’ha sempre messo nel culo a tutti, a partire da Hegel stesso, per finire a Marx, Gramsci, Hitler, Stalin, Roosevelt, Gandhi, King, Pippo Baudo, Berlusconi, Madre Teresa, Jovanotti, Renzi … e anche Grillo.  

martedì 13 maggio 2014

Adesso è adesso



Sei tornato, ti dicono le cose.
Implorano i muri,
bisbigliano le carte da parati
crepitano le sedie,
lampeggiano i quadri appesi,
fremono le lampade,
urgono le cose tutte
di essere risparmiate
dalla catastrofe del tempo,
strappate dalla morte per annegamento
nell’eterno flusso dell’Adesso.
 
Il tempo intanto intorno danza
la danza del sogno infranto
Vedi, sei tu quel bambino
che gioca solo in una stanza
Tutto è come è sempre stato
Eternità dolcezza e incanto
L’orlo del letto è una scogliera
e il pavimento è il mare
Ti diverti a scagliare
un soldatino giù dal letto
mandandolo ad annegare
sul pavimento.
Dal salotto arriva il rumore
della televisione.
La squadra del babbo,
sembra sul punto di accedere
alla finale per lo scudetto
Ma non ti importa
Pensi soltanto all’invasione in atto
dei soldati americani sul tuo copriletto.
Ti rivedi sdraiato su quel letto-scogliera
mentre scruti dall’alto quel solido mare.
L’abisso dei decenni si è dissolto come cera.
 
Ciao, piccolo, dici al tuo te stesso.
Sono qui con te.
E lui si ferma e si guarda in giro,
come se davvero
potesse sentirti parlare: sta quieto un poco,
poi ricomincia il gioco.
Sono qui, bisbigli al suo piccolo orecchio.
Non ti lascerò mai più da solo.
 
Una striscia di sole crea barbigli sullo specchio,
attraversa in diagonale
quell’immenso pavimento-mare
fino alla riva del muro opposto.
I soldatini mandano deboli riflessi
In fondo siamo tutti
soltanto figli di noi stessi.

venerdì 9 maggio 2014

La dura legge del sogno



 
I sogni non provengono da chissà quale dimensione inconscia collettiva, o da qualche iperuranico insegnante che ci istruisce sotto ipnosi. I sogni sono elaborazioni delle informazioni assorbite dal cervello nel corso degli anni. Se uno si prendesse la briga di segnarsi i contenuti dei sogni, non solo in termini di vicende “narrate”, ma anche evidenziando come viene assemblato ogni “scenario”, in cui queste vicende si svolgono, si accorgerebbe che il cervello seleziona ed elabora un numero limitato di sfondi, variandoli leggermente. Per i navigatori dell’inconscio più esperti, questo è un aspetto facilmente verificabile.

Il nostro mondo è tristemente solo quello esistente nel nostro cervello. L’unica cosa che possiamo fare è ampliare il più possibile le nostre conoscenze. Nonostante questo tipo di ampliamento, ci accorgeremmo dopo un po’, che il cervello continua lo stesso a proporre gli “scenari” acquisiti per primi.

Per potersene accorgere, bisogna avere buona memoria e una discreta passione per il sogno. Io sogno tanto e in modo veramente esuberante, in quanto a visionarietà.

Proprio per questo ho potuto verificare la dura legge del sogno: da se stessi non si esce.