Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

giovedì 31 maggio 2018

Siamo nella preistoria

Lega - M5S ci riprovano? C'è già un sapore di vecchio in questo. Si era già pronti per un nuovo capitolo della saga, ormai, si sa, cose della settimana scorsa sono preistoria. Questo lunedì è già  passato remoto, il treno dell'avvenire sfreccia veloce portandoci attraverso paesaggi sempre uguali e sempre nuovi, in un eterno ritorno delle novità. Una cosa appena passata è già bruciata, non interessa più alla labile memoria del consumatore. Quello che conta è continuare a correre come criceti sulla ruota.
Vera rivoluzione sarebbe fermarsi. Per questo non accadrà mai.

martedì 29 maggio 2018

A che serve il popolo?

Che tempi, questi. Qualcuno era giunto perfino a rispolverare il vetusto concetto di “patria” e veramente qualche lacrimuccia si è trattenuta a stento nel vedere il capino di molti poveri italiani, ergersi fuori dalla tana e ricominciare a dire “noi”.
Ma erano naturalmente illusioni. Non ci può essere cambiamento se si resta nell’alveo capitalistico, o almeno questo è quello che pensano molti dotti pensatori cripto marxisti e chissà, magari avranno anche ragione. Il fatto è che la dittatura del proletariato non è alle viste e non credo che nemmeno il proletariato la voglia.
La sinistra c’è ancora. E lotta a fianco delle banche. Anche la destra, se è per quello.
Dunque destra e sinistra ci sono ancora e lottano contro di  noi.
Questi nostri tempi. Certo i nostri tempi non sono granché, ma sono nostri. Dovremmo se non amarli, comprenderli.
E questi sono i tempi in cui, come scrive Mark Fisher nel suo bel libro “Realismo capitalista”, è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo.
Ma la fine del capitalismo, può arrivare solo attraverso ondate graduali di consapevolezza collettiva e non con qualche Che Guevara che muore per dei contadini a cui delle riforme agrarie popolari non frega una cippa. Bisogna proporre istanze di godimento alternativo per cui le banche possano essere raggirate. Che so, una bella forma colossale e mondiale di baratto collettivo, o un potlach dissipatore nella piazza di Lussemburgo. Scherzucci di dozzina, diceva il poeta Giuseppe Giusti in “Sant’Ambrogio”. La poesia tratta di un’invasione tedesca nella Milano ottocentesca. La storia è un’abitudine da cui è difficile disfarsi. I pretendenti aumentano, le finanze devono giocare, poverette, mica possono stare ferme. I debiti vanno onorati. Ma sì, bisogna capirlo il nostro presidente, non è mica facile dare retta a tutti.
Se ci si astrae per un po’ dal groviglio emotivo che avvolge la faccenda, tutto risulta grottesco.
Grottesco e in certa qual misura malvagio, il modo in cui le istanze popolari, puerili o evolute che siano, sono state sistematicamente sabotate, boicottate, rallentate, ignorate e distorte negli ultimi anni con una spregiudicatezza inquietante.
E in tutto questo a che serve il popolo? Ma a nulla, naturalmente.
È un’appendice rumorosa e pretenziosa di cui ancora non si è capito come disfarsi senza che sembri troppo brutto e che, hai visto mai, si ribellino. E così questo popolo viene impiegato giusto per pagare quel po’ di tasse e servizi che servono a far girare l’enorme sistema mondo che fa da sfondo alla vita delle élite, cioè la vita vera. Il popolo è merce deperibile.
È perfettamente inutile inveire contro le banche, contro l’Europa, contro le agenzie di rating.
È come prendersela con dei bassorilievi raffiguranti inquietanti personaggi alla Lovecraft. Nulla cui un semplice umano possa appellarsi.
In Italia finora c’è stato solo un assaggio. Se mai le istanze “populiste” dovessero veramente un giorno salire al governo e tentare veramente qualcosa, quanto credete che durerebbe la nostra nazione?
Credete veramente che ci lascerebbero in pace?
Credete veramente che non ci sia nessuna guerra in corso?
Credete che siano tutte cazzate complottiste?
Lo credete, vero? Lo immaginavo.

domenica 27 maggio 2018

I desideri di un traghettatore di morti

"Quando il corteo funebre passava lento e dolente per le strade Oskar, al volante, tirava fuori la lingua e se la passava sulle labbra ogni volta che vedeva una bella ragazza sul marciapiede.
'Bella figa, vieni a fare giro con noi? Ti faccio vedere una bella cosa.'
Si leccava le labbra mentre seguiva la ragazza con lo sguardo.
'Secondo te bella figa sale su carro da morto, vero?' diceva Franjo, che gli stava seduto a fianco, solo per farlo incazzare.
'Magari solo se è malata o puttana'.
Oskar sapeva che Franjo aveva ragione ma sentirselo dire lo metteva in uno stato di cupa disperazione.
'Noi stiamo qua con i morti e il mondo è pieno di belle ragazze vive. Porca puttana.'
'Non pensare alle donne, Oskar, pensa a tua moglie e ai tuoi figli e vedrai che ti passa'.
'Se penso a mia moglie, di sicuro mi passa.' "

Confessioni di un lavoratore non specializzato

sabato 26 maggio 2018

Risentimento Vs dispetto

La sinistra ha perso per strada definitivamente e in malo modo, il monopolio della critica al capitalismo, dirò di più: finché ci sarà la "sinistra" il capitalismo non subirà alcuna modifica.

Lo scrittore filosofo e critico musicale Mark Fisher parlava di legame tra depressione e condizionamenti sociali. Questo legame è indiscutibile.
L'obbligo di essere performativi scatena ansie e fobie incontrollabili.
La società comunista, con la sua privazione di libertà pullulava di depressi e suicidi.
La meravigliosa e auspicata società futura che avrà come vessillo le belle canzoni di De Andrè o altro , pullulera' di gente che si impicchera' perché non riesce ad essere abbastanza contenta del buon umore collettivo.
Un mondo di gente felice ti ammazza piano piano, ti scava dentro, ti allontana dall'umano. Il tanto atteso sol dell'avvenire multiculturale renderà obbligatorio essere felici e accoglienti, solidali e sorridenti, popolo e chitarra.
Un turismo eterno avvolgera' il pianeta come gli anelli di Saturno. Non staremo mai fermi, saremo deleuzianamente sempre pronti a cavalcare il divenire in cerca della nietzscheana gaia scienza di vivere. Il mondo sarà un grande festival. Mussulmani e cristiani e ebrei si daranno la mano e faranno un girotondo intorno al mondo praticando la meditazione. Saremo tutti migranti e migrati, pronti a condividere le succulente gastronomie del vasto mondo. Procreeremo milioni e milioni, perché c'è notoriamente spazio per tutti, lavoro per tutti, successo per tutti, mezzi per tutti, arte per tutti. Nessuno sarà escluso. Chi si sente escluso lo sarà per colpa sua. Verrà aiutato con dei salutari esercizi di consapevolezza.
Il capitalismo,  il grande mostro, la grande idra a mille teste, verrà sconfitto e al suo posto sorgerà una magnifica economia del dono, frammezzata da qualche sano potlach. Tutti doneranno tutto a tutti. Perché l'avidità avrà cessato di esistere. Non sarà mai esistita. Perché l'avidità è un prodotto del capitalismo. Come sanno tutti.
In una società di felicità obbligatoria la depressione non si scatenerà più nel rendersi conto di non essere abbastanza performativi, ma perché ci si accorgerà di non sopportare le facce sorridenti a cazzo tutto intorno.
Il fatto è che l'uomo non è mai contento, non lo potrà mai essere. Una parte di lui/lei vuole mettere a ferro  e fuoco l'universo, sempre, anche se non lo sa. Vuole rompere il giocattolo.

giovedì 24 maggio 2018

L'Italia è tutta qui

"L'Italia è un paese fondato sui bar. Mamma, calcio, bar. E soldi, prima di tutto i soldi, pochi o tanti, da fare possibilmente con il lotto o il totocalcio o il gratta e vinci o la lotteria di capodanno.
L'Italia è tutta qui."

martedì 22 maggio 2018

Democrazia ai semafori

"Tutta una parte del mondo era diventata libera. Allora aveva iniziato a spostarsi e il risultato era stato che ai semafori degli incroci si vedevano i polacchi, li chiamavano così, anche se magari non venivano dalla Polonia. Questi volevano ad ogni costo lavarti il tergicristallo in cambio di qualche moneta. Poi i polacchi si erano fatti furbi e da un momento all'altro di polacchi non ce ne sono stati più perché avevano fatto un salto di qualità e la loro vita era migliorata grazie alla democrazia e al lavoro. Dunque ai semafori c'erano finiti gli albanesi, poi i marocchini, poi i romeni e insomma il progresso della libertà nel mondo si poteva capire dal succedersi dei popoli ai semafori."

Confessioni di un lavoratore non specializzato.

lunedì 21 maggio 2018

Mussolini si commuove?

"Chissà, mi chiedevo, se anche Mussolini qualche volta si era commosso guardando le stelle? Che importa. A me Mussolini non piaceva ganto, anzi mi faceva un po' paura. Mussolini poteva anche non commuoversi mai. Io invece mi commuovevo per le stelle. Affacciato al balcone, nel fresco della notte, leggevo le istruzioni per trovare le costellazioni, le seguivo con il dito e mi sembrava di essere dentro quell'immenso cielo e respiravo il cielo e non ero più io, ma soltanto cielo e non so spiegare come tutto fosse così bello, bello da farmi scoppiare di gioia."

Confessioni di un lavoratore non specializzato

domenica 20 maggio 2018

"Il lavoro lo mangi e lo sputi"

"Farsi venire gli esaurimenti per il lavoro, è veramente una cosa che non capisco"
"Nemmeno io la capisco."
"Il lavoro bisogna mangiarselo" continuava lui come se non avessi parlato.
"Il lavoro lo mangi e lo sputi. Lo mangi tu il lavoro, non aspetti che ti mangi lui."

Confessioni di un lavotatore non specializzato

sabato 19 maggio 2018

Non ci sono uomni poco interessanti ...

Non ci sono uomini poco interessanti.
I destini sono come le storie dei pianeti.
Ognuno è unico, non c'è pianeta che gli sia uguale.
E se qualcuno ama stare in disparte,
anche il suo stare in disparte è interessante.
Tutti hanno un mondo segreto.
E in quel mondo c'è un attimo felice,
come pure l'ora più orribile,
ma tutto resta sconosciuto.


Evgenij Evtušenko