Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 12 febbraio 2013

O mein papa



Il papa si è dimesso. Una vita intera a far parte del carrozzone ecclesiastico e solo adesso si è accorto che Dio non esiste e Gesù è un personaggio storico dalla dubbia veridicità?
No, no. L’ha sempre saputo.
Concediamogli il beneficio dell’onestà tardiva, sommata alla paura di morire nelle sgrinfie di chi ha costretto Wojtila a un accanimento terapeutico intollerabile per chiunque. 
Perché continuare, si sarà detto, ad avallare questa stanca leggenda, cui nessuno crede più se non trasformandosela a suo piacere? Il cristianesimo è un paganesimo politeista camuffato, ormai. E la politica è il regno della tristezza.
Meglio la stanzetta da studente di teologia, pranzi frugali, pianoforte, musiche di Schubert e Bach, vitto, alloggio e cure mediche assicurate. Che sia un altro a giocare con le apparizioni mariane, con le pretese degli omosessuali, i preservativi, la genetica, il relativismo, lo IOR, un fatturato miliardario annuo e stronzate simili. Che sia un altro a tirare fuori dai guai tutti quegli schifosi pretonzoli a cui piace toccare o farsi toccare dai ragazzini. Che sia un altro ad avere a che fare con quegli islamici che stanno prendendo sempre più spazio. Loro, gli islamici, sì, che hanno il vigore della fede. Noi, stanchi cattolici, avrà pensato Ratzinger, abbiamo ormai rinunciato alla nostra jihad. Gli affari del mondo ci hanno tradito.
Il vecchio Ratzinger è come un personaggio di Dostoevskij. Tragico, comico, assurdo, il suo “gran rifiuto” me lo rende umano, più del mediatico Giovanni Paolo II.
Ratzinger è uno studioso. Ha provato per anni a difendere la Chiesa filosoficamente dall'avanzare del cosiddetto nichilismo, ma non ce l’ha fatta. Per recuperare posizioni la Chiesa dovrà aspettare il crollo di questo sistema sociale e la conseguente valanga di miserabili che ne conseguirà. La disperazione, B 16 lo sa, non porta al nichilismo, ma alla superstizione. Si tratta di attendere e lui è troppo vecchio. Ci vuole nuova linfa, maggior fanatismo, di cui lui, nonostante tutto, è incapace.
La barca di Pietro è naufragata da tempo, ormai e B 16 lo sa. È diventata un carrozzone che viaggia su terreno asciutto da secoli. Troppi ci si attaccano, troppi attaccano. Il declino è nell’ordine delle cose e la Chiesa è in preda a un declino irreversibile.
Un papa nero, o orientale, sarebbe la novità che dà “colore”e risolleva le sorti, per un po’, più o meno come è successo con il presidente USA nero: un tardivo e finto segno di modernità, quando il moderno è già post da un pezzo.
Ma ormai i tempi delle grandi individualità che cambiano il mondo è finito.
È facile profetizzare che la fine di questo secolo porterà la fine della Chiesa Cattolica come la conosciamo. Qualcosa con questo nome esisterà ancora, certo, una tradizione bimillenaria non sparisce nel giro di un mattino, ma la sua potenza seguirà lo stesso declino del cosiddetto occidente. 
I suoi seguaci saranno quei milioni di esseri che venerano immaginette e miracoli, scaricabili da cellulari. Anime infantili che sopportano sorridendo la miseria del mondo che gli hanno lasciato, in nome di Gesù Cristo ®.
L’individuo occidentale nasce con Cristo. Prima di Cristo esistevano le stirpi, i ceppi, le razze. Dopo di lui, nasce l’uomo solo, nel giardino di Getsemani.