Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

venerdì 22 marzo 2013

Il segno dell'universo



Come avevo scritto tempo fa, il modello teorico con il quale identifichiamo il mondo, è strettamente  collegato al modo di vedere noi stessi. In altre parole, cosmologia e psicologia sono più collegate di quanto sembra. 
Il desiderio innato di conoscere cozza contro il fatto che la Scienza si è messa in condizione di non potere conoscere mai niente. 
Anche dopo la "scoperta" del Bosone di Higgs, si è ben lontani da una Teoria del Tutto. 
Secondo le ultime rivelazioni,  l'universo ha un'ottantina di milioni di anni in più di quelli previsti (ormai siamo sui 13,8 miliardi di anni). La questione fa un po' sorridere: questa smania di conoscere l'età del'Universo, stabilire una misura umana per qualcosa che non ha misura. 13,8 miliardi di anni terrestri
Si potrebbero calcolare anche i giorni dell'Universo, includendo i giorni in più degli anni bisestili. Con più accurati calcoli avremo la data di nascita giusta, con orario e ascendente astrologico del nostro caro Universo. L'Universo è Toro? O Ariete? Bilancia? Scorpione?
La scimmia umana guarda all'indietro fino a intravedere qualcosa che pretende di definire come il buco del culo dal quale essa è stata espulsa insieme al resto e non riesce a vedere altro che la propria faccia riflessa, sempre più demente.
Secondo le teorie di Lee Smolin, il nostro Universo è solo un punto nello spazio in mezzo a infiniti Universi ognuno con caratteristiche differenti e anche leggi differenti. Viviamo immersi in una gigantesca esplosione che però è solo un punto in espansione di uno spazio che presumibilmente è occupato da infiniti altri punti che sono altrettanti universi in espansione.
E' come se un ragazzino buttasse una manciata di sassi in un laghetto. Si formano tanti cerchi concentrici quanti sassi lanciati, le onde si intersecano tra di loro e poi tutto si placa e la superficie del laghetto ritorna immobile.  
Tanto rumore per nulla.
Ci si smarrisce di fronte a questi "nodi quasi di stelle" per dirla con il Leopardi.
Nella smania di trovare particelle, materie oscure, radiazioni fossili, la comunità scientifica ha imboccato la strada della ossessione compulsione e si è ritrovata in mezzo alla fredde stelle, alla ricerca del Mito del Tempo Perduto, unico che possa ancora confortare nel mondo in cui Dio è morto.

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