Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

giovedì 22 settembre 2011

Il buco nella rete


Ho eliminato l'ultimo post su Terry de Nicolò.
Era inutile.
Non c'è bisogno di aggiungere le mie idiozie a quelle che già imperversano su blog più "seri".
E poi, ogni volta che scrivevo "Terry" subito dopo mi veniva da aggiungere "Schiavo": il cognome della poveretta (antesignana della Englaro) in stato di coma irreversibile. Il "galantuomo" Ferrara già all'epoca accusava lo staff medico di volere assassinare questa donna per sete.
Roba già vecchia.
Ma l'assonanza dei due nomi mi frullava in testa e chissà perché non mi lasciava in pace.
E dunque alla Terry dalle labbra rifatte e dalla parlantina sincera, si sovrapponeva l'immagine del povero volto, apparentemente sorridente, ma in realtà ormai soltanto un involucro di quello che una volta era un essere umano cosciente.
Chissà perché.
Forse perché entrambe le donne, seppure in modi diversi, mi suscitano compassione.
Entrambe sono inchiodate in un ruolo, anche se quella con le labbra rifatte ha ancora una minima possibilità di scelta.

Si cercano tante stronzate, ma non si cercano mai le parole "giuste" per capire una vita, una qualunque vita di una qualunque persona che incontriamo dal vero o anche vediamo in TV.
Dietro quelle labbra rifatte c'è un essere umano.
Le sue motivazioni possono essere aberranti, ma in quanto motivazioni umane, mi interessano. Cioè, mi interessa capire quali moventi reali ispirano l'agire umano.
Ci si nasconde sempre dietro la corazza dei ruoli, delle interpretazioni, degli schemi mentali, delle ideologie politiche, della convenienza o in-convenienza, della propria o altrui cul-tura.
Basta sfogliare un qualunque thread su NI (ma non solo), per capire che ognuno parla da dentro un abisso individuale, dal quale manda solo segnali di fumo.
La sostanza è sempre un'altra. E non viene mai percepita.
In rete ci si parla seduti intorno a un buco.
Ogni tanto qualcuno ci casca dentro.
Questo buco è la non-esistenza reale: fantasmi che parlano a fantasmi, di cose che non esistono.
Se la letteratura è menzogna (Manganelli poteva permettersi di dirlo), anche la rete è menzogna: come la TV, che però non ha la pretesa di essere interattiva.
Si usa la rete per gridare: la propria esistenza ignorata, i propri fanatismi, il proprio narcisismo imbellettato alla meglio.
E meno male che c'è la rete.
Eppure, non la si usa mai per guardare l'abisso individuale.
Anche virtualmente ci confermiamo sempre negli stessi ruoli e negli stessi giochini di potere, gli stessi io-la-so-lunga, dico-e-non-dico, il-punto-è-ben-altro, e così via.
Si parla di Terry de Nicolò (o di Terry Schiavo, o di altro ancora) e quello che viene fuori è il solito polverone: destra-sinistra, Berlusconi, il ruolo femminile, è sempre-stato-così, è sempre-stato-cosà, ecc, ecc, ecc.
Il succo della sostanza invece è: cosa mi (ci) (vi) rode in questa, come in altre faccende?
Dietro i nickname o i nomi propri qual è l'umanità che pulsa?
Io voglio vedere le facce, o l'equivalente telematico.
Voglio vedere dove fa male, oppure fa godere.
Non mi interessano le conventicole, le dotte disquisizioni, le glosse a margine. Mi interessa, come avrebbe detto Céline, che si metta la pelle (o le palle) sul tavolo.
Chi la mette la pelle sul tavolo?
Il resto sono stronzate.
Dovremmo tacere, tutti quanti, e imbracciare, piuttosto, dei mitra.
E poi assaltare la fortezza dell'idiozia universale.
Se proprio si è contro la violenza, ci si può accontentare di fanculizzare il non essenziale.
E' già qualcosa.

PS. Da adesso in poi, è caccia all'essenziale. Rischio di non scrivere più, mica solo una parola... nemmeno un misero avverbio.
Non sarebbe una gran perdita per nessuno.
Ma se dovessi riuscire...
da qui, d'ora in poi, uscirà solo roba essenziale.

5 commenti:

  1. secondo me, Massimo, coll'essenziale, su internet, caschi parecchio male... ognuno ha il suo "essenziale", mica interessa tanto, è come andare a fare il mercato per esporre sulla bancarella le proprie caccole e i propri peli pubici, va bene a meno che tu non sia Gipi, Saviano, Misseri, Parolisi...

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  2. Massimo il tuo post va pure bene, ma il mio magnifico commento? Ciao.

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  3. @ Larry

    Dando per assodato che tutti i tuoi post sono magnifici, a quale ti riferisci? Ciao

    @ Dinamo

    Certamente, ognuno ha il suo "essenziale" ... se Internet è come le bancarelle del mercato, allora scatta la gara a chi le spara più grosse ...
    A me non interessa questo aspetto.
    Ho scritto il post per cercare di evidenziare qualcosa nel percorso che sto facendo verso la (mis)conoscenza.
    Ho aperto questo blogghetto da due spiccioli per tentare di fare chiarezza innanzitutto dentro me stesso.
    Cerco di farmi strada nella babilonia dentro e fuori ogni giorno e spero che, anche e soprattutto con l'apporto degli altri, questo ghiommero si dipani, almeno un po'.
    Insomma, in maniera forse un po' presuntuosa, cerco di vederci chiaro nel casino del mondo e di me stesso, magari solo un po' più chiaro.
    Perché per adesso c'è buio.
    Tocca fanculizzare molte cose prima di vedere l'uscita del tunnel ...
    Ma io sono così stupido da pensare che l'uscita ci sia ...
    Quando l'onda del maremoto finalmente si ritira, qualcosa, fossero pure solo macerie e carne trita, rimane.
    Da quello che c'è si riparte ...
    Tu e Larry mi date sempre una grossa mano per capire un po' meglio ...

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  4. Massimo, per me la tua è una gran bella bottega, altro che bancarelle scorticate e topaie.
    L'unico vantaggio di Internet(che poco non è) è che noi ci si può incontrare attorno a questi tavolinelli e salutarci qualche ora tra chiacchiere e stronzate. Possiamo anche constatare e dimostrare, ed è da ridere, che quelli che stanno sopra di noi in popolarità e prestigio valgono un cazzo, infatti ci vogliono fuori dal Castello, a fare i pasti nelle nostre piccole corti. le più belle discussioni penso si facciano in un triangolo, un quadrilatero di piccoli blog, altro che NI dove si mangia e si caga nella stessa ciotola...
    mi piacerebbe poter scovare qualche altro blog dopo il tuo e quello di Larry: per esempio quel tipo spettacolare, quel fachiro di Genseki, se si decidesse a fare un blog più discusso... ma fa bene così, invece, perché è in mezzo alla poltiglia di cosucce non proprio essenziali che talvolta scappa, impigliata, qualche pagliuzza di essenziale. capisco che hai voluto togliere di mezzo il tuo post su Terry e quella faccenda volgare (e Larry rivorrebbe il suo commento in placche d'oro lasciato in calce e quello si cancella assieme al post... ah Larry!) ma magari partendo da lì scappa qualcosina. se invece cerchi l'essenziale con l'essenziale, non scrivi più niente, come hai ben inquadrato da solo. Quella volta che Hem disse che la vita si riduceva a un po' di cibo, pulizia e illuminazione... mi sembrò alquanto semplicistico. aveva saltato dei tornelli di controllo, stava facendo il kamikaze... e infatti!
    Solo la Scienza si può permettere di riprodurre i suoi effetti, e lo fa ripetutamente, noi che siamo invece dei bottegai senza botteghino, un po' appestati dall'arte, possiamo solo sottrarci alla ripetizione, perché più ci ripetiamo più moriamo: questo è il vero. mi piace ciò che svincola, che non si può ripetere più d'una volta, e mi sa che è figlia del caso e della (s)ventura.
    ciao Massimo

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  5. Appunto, potevi cancellare il tuo modesto post e lasciare il mio magnifico commento (massimo, è naturale che scherzo)

    Ti ringrazio per la stima. Anche io son sempre curioso di entrare in questa tuo esercizio, anche se a volte mi fa un po' paura, ho timore di trovare l'umore dell'esercente più inurbano del normale. Son d'accordo con Dinamo, piano piano si riuscirà ad allargare la piccola comunità, che tuttavia è importante anche com'è adesso, diciamo in forma introspettiva.

    Genseki? Meglio soli che ben accompagnati. Dinamo, secondo me deve avvenire tutto in modo naturale, con tempi biologici. In ogni caso la rete non ama l'eterodossia, tende a fare fascio attorno a contenuti di autorità riconosciuta; quindi qui il processo di aggregazione attorno ai nostri negoziucci è ancora più lento di quanto sarebbe nella vita reale. Ma questo potrebbe anche rivelarsi un vantaggio. Bisogna produrre contenuti buoni, essere almeno in pace con sé stessi sapendo che meglio di quello che si fa non si può (o non si vuol) fare. Buona serata a tutti.

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