Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 13 settembre 2011

Contro e basta



Impossibilità, man mano che si invecchia, di rileggere, di ristudiare, di impiegare il tempo sempre più breve in cose impegnative. Follia di consumare quanto resta della sabbia nella clessidra a ricordare, valutare, classificare e a non vivere.
L’aumento sconsiderato degli stimoli audio-visivo-intellettuali in quest’epoca fa parte del progetto sistematico di sterminio dell’individuo che, nel tentativo di acchiappare al volo tutto, manca all’appuntamento con sé stesso.
Non c’è niente che uccida di più il processo creativo, che un eccesso di stimoli. Le ossessioni radicate, così profondamente necessarie per fare qualunque cosa, vengono soffocate dal rumore infernale del mondo.
Troppe verità sul tappeto, distolgono da sé stessi, l’unico vero tramite tra la realtà fisica e quella psichica. Non è individualismo, è semplice bisogno di respirare.
Un Lutero che usufruisse di Internet attirerebbe un nugolo di commentatori idioti, che lo distoglierebbe dalla propria missione.
L’esercizio di dare la propria opinione su tutto, squalifica argomenti e opinioni e allontana sempre di più da azioni risolutive.
Nel mondo d’oggi è in vigore la più mostruosa illusione di eternità, attraverso lo scintillio dell’opinione democratica.
Si deve avere il tempo di farsi una opinione su tutto, ma il fatto è che il tempo non c’è.
Quello che resta viene risucchiato dall’onnipresenza dell’intrattenimento. E noi si continua a succhiare la tetta del divertimento che non c’è.
Non c’è nulla di più criminale dell’intrattenimento.
La gente è indotta a privarsi spontaneamente del proprio tempo di vita mortale, in cambio di esperienze mediocri e ripetitive.
L’esperienza dell’estasi, folle, assoluta, è rimasta appannaggio di qualche alpinista e di qualche paracadutista, ed è chiamata adrenalina. Devono però avere qualche sponsor.
Altrimenti si devono accontentare di qualche pasticca in qualche discoteca.
Per vivere, oggi, bisogna essere contro, completamente e definitivamente.
Bisogna essere contro la società, contro tutto e tutti.

2 commenti:

  1. Massimo, tendo a pensare che non è oggi... è sempre stato così... ci si nutre, si fa un po' di moto... poi c'è sempre stata una piccola minoranza di esseri più... spirituali?... ma non è detto siano quelli più giusti... tendo a pensare che nella disperazione delle vittime dell'intrattenimento ci sia poesia più pura di chi non lo è. Ma è complicato... Lutero non fare questo non fare quello ne risponderai alla tua coscienza non è un modo lo stesso criminale per tenere sotto controllo gli impulsi vitali? Il fatto è che nelle società non c'è lo spazio fisico per liberare le pulsioni di tutti, ma solo di piccole minoranze...

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  2. E' giustappunto così come dici, Larry. In termine tecnico si dice "chi pote pote, chi non pote se lo scuote". In questo modo gli impulsi vitali vanno dove devono andare.
    La poesia si trova dovunque, fortunatamente. Solo che chi è vittima non la vede. Ma poi siamo tutti vittime.
    Per lo meno, o lo sono.
    D'altra parte la ricerca dell'estasi coincide infallbilmente con la morte.
    Quindi per puro istinto animale di sopravvivenza, ci becchiamo quello che c'è e ce lo facciamo piacere.
    Ma c'è chi dice no.
    E' interessante studiare le brevi vite di chi ha detto no.
    Ciao Larry e grazie per essere passato di qui. Le tue visite sono sempre bene accette.

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