Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

giovedì 17 gennaio 2013

Nietzsche




All’ospedale di Jena mettevi
cocci di bottiglia tutto intorno al letto,
non facevi avvicinare nessuno.

Mangiavi i tuoi escrementi
come un’ostia impura, un viatico
per ritrovar pensieri ormai perduti.

Urlavi la tua maestà al creato sfidando
gli Hohenzollern assieme al gelo che entrava
dai vetri rotti della finestra del reparto.

Ti davano il cloralio
perché eri molto agitato:
smaniavi frammenti di poesie perdute,
lettere a discepoli inventati.
E come potevi stare calmo
con il cuore ricolmo di un dio?
Gridavi la gioia infinita, lo strazio dell’oblio.

L’uomo è un ponte sull’abisso:
le sue sponde, un corpo fragile

Tutto ciò che ti colpiva
inevitabile scendeva
al centro del tuo essere.
E il tuo cuore sanguinava
Sils-Maria
Sils-Maria
Pas encore

Volevi disperatamente
essere il divenire, trasmutare l’avvenire.
Sulle cime dei monti gridavi,
invocando la crudeltà del mondo,
affinché sciogliesse la tua tenerezza
Hai seppellito la malinconia
sconfitto l’ipocrisia filistea
insieme ad ogni metafisica.

L’uomo è un ponte sull’abisso:
le sue sponde, padre e madre

Danzavi la notte sul letto
con il fallo eretto
la danza di Dioniso disturbando
il reparto con il canto
dell’eterno ritorno
Per loro eri soltanto
malato di troppa solitudine,
un ex professore smarrito
ai confini dell’impero.
Sils-Maria
Sils-Maria
Pas encore

Contro il sentimento paralizzante
della dissoluzione e incompletezza
sgorgava incontenibile
la veemenza orribile della vita
che forma esseri aspiranti alla gioia,
per subito distruggerli
in un cerchio di fiamma vorticosa.
Una corrente spaventosa
ha spezzato il tuo canto.

L’uomo è un ponte sull’abisso:
le sue sponde, forza e debolezza

Solitaria scimmia umana,
legionario del pensiero,
danzante sotto i cieli
di una Grecia mentale
pervaso da musiche
non udibili da orecchio umano,
sei sfuggito per sempre
al peso che grava
su ogni stellare ritorno. 
E dopo l’ultima sfavillante giravolta,
ricadesti nelle mani delicate di mamma,
quelle mani che ogni volta
spezzavano la tua volontà di potenza,
come si spezza il pane d’abbondanza.
Infaticabile, inevitabile, fedele
L’utero che ti generò ti riaccolse:
quale ritorno custodì la tua notte.

Sempre un dio ci strazia,
che non può mai morire:
Dio del Ritorno
Dio della madre
Dio dell’oscuro antro
Dio della rinascita
Dio dell’affannosa lotta.

(settembre 2005)

6 commenti:

  1. Viene in mente il paragrafo "Morale per medici", dal Crepuscolo degli idoli (credo).

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  2. @ Humani

    Nel paragrafo che segnali giustamente, è rivelato il crudele destino di Nietzsche. Lui che vedeva nella malattia una specie di parassitismo, è finito come si vede nella foto. Tutto quello che ha sentito e pensato si è svolto al contrario nella sua vita personale.
    Dice Massimo Fini nella sua biografia del filosofo, che per capire N. basta leggere le sue opere e applicarle al contrario. La sua vita fu il contrario di ciò che scrisse, un'eterna aspirazione a essere ciò che non fu mai.
    Eppure è sconvolgente vedere quanto attuale sia ancora oggi, il pensiero di questo eterno nerd inattuale.
    Aveva ragione a definirsi l'Anticristo. Di Cristo, come di Nietzsche, ancora oggi non si riesce a farne a meno. Sono sottintesi in tutto quello che facciamo.

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  3. Un pensiero simile esigeva forse una vita del genere. La malattia come maschera necessaria per gettare uno sguardo fondamentalmente sano sul mondo.

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  4. Non sono d'accordo. La follia di Nietzsche è la giusta posizione e la ironica ma necessaria conseguenza di un pensiero che demolisce se stesso e le categorie con le quali vaglia il mondo. Dopo aver smontato verità e logica, la mente salta. La follia è una benedizione, la demenza una conquista.

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  5. @ Anonimo

    Può essere. Il mondo è un manicomio da cui si sfugge diventando pazzi. La domanda è: dove Nietzsche ha fallito qualcuno può riuscire?
    Intendo, a superare il nichilismo e vivere con gioia, senza intoppi religiosi.

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  6. Buddha ci è riuscito. Shankara ci è riuscito.
    Dogen ci è riuscito.
    Nessuno di costoro ha nulla a che fare con la religione.

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