Cronache Babilonesi

Cronache Babilonesi
Escursione nella Filosofia - Edward Hopper (1959)

martedì 10 luglio 2012

Alla ricerca del bosone perduto


Signori, signore, è arrivato il bosone di Higgs, la particella che fa sì che le cose abbiano massa. Hanno pubblicizzato l’evento, come se fosse specie una rivelazione religiosa. La particella di Dio, la risposta scientifica alla Madonna Nera. Ultimamente gli scienziati si sprecano un po' troppo con i nomi a effetto. Arriva il nuovo bosone: e adesso che succede? Tutto, cioè molto, cioè niente, cioè ricominciamo daccapo.
Hanno speso milioni di dollari per creare fasci di energia a milioni e milioni di elettronvolt e vedere cosa succedeva. Hanno visto succedere qualcosa che grosso modo si adattava alla loro teoria detta Modello Standard e così si sono avvicinati a … cosa?
A cosa si sono avvicinati? La vicinanza di qualcosa, (vicinanza, non coincidenza), a una teoria, rende questa teoria realtà?
Se l’universo fosse un modello matematico sarebbe fantastico … ma non lo è.
La Big Science, secondo me, sta cominciando a perdere il lume della ragione. Si comporta come se stesse valutando il volume del flogisto.
Sono anni che si cerca questa teoria unificatrice del tutto, è diventata una questione metafisica. Si ha bisogno del centro unificatore, olistico, supremo, per giustificare un universo gerarchico.
La suprema armonia, l’amore universale, le particelle di sodio nell’acqua minerale, la gara a chi ha il bosone più grosso …
In mancanza del trastullo religioso gli scienziati si inventano una metafisica alla Comte.
Chi prova a dire qualcosa in contrario viene tacciato di essere un oscurantista.
Il punto non è essere contro la scienza, da cui deriva la tecnica della quale beneficiamo tutti, dai surgelati ai navigatori satellitari, ai preservativi al gusto di fragola, ai chips per regolare i pagamenti delle mignotte thailandesi, ficcate in vagina e abilitate a segnare gli scatti (no, forse questo non l'hanno ancora inventato: ma se ci fosse sarebbe basato sulla fisica delle particelle) ... insomma, chi si sogna di denigrare la scienza? Dopotutto adesso non si muore più di raffreddore, ma di obesità, o di cancro indotto dal progresso. Meglio che morire di difterite.
Chi vorrebbe mai tornare a credere nella terra piatta?
Come farebbe un satellite a girare intorno a una terra piatta?
La scienza è una gran cosa. Però non sempre è così scientifica, oggettiva, rigorosa, pura, come dovrebbe essere. Ci si dimentica che è una attività umana e che gli umani sono sempre delle teste di cazzo, anche se vincono il Premio Nobel.
Chissà tra cento anni di tutte queste astruse teorie, dal Big Bang, alle super stringhe, al Modello Standard, cosa sarà rimasto. Si accettano scommesse. Probabilmente resterà molto poco.
Dopo anni di esperimenti con fasci di energia sempre più fenomenali per produrre bosoni sempre più inverosimili, man mano che gli stanziamenti si faranno sempre più scarsi, gli scienziati si accorgeranno che questo giochino non porta assolutamente da nessuna parte. Semplicemente non c’è fine alla faccenda.
Non ci sarà mai la macchina del tempo. Né si supererà mai la velocità della luce, né si vincerà mai in alcun modo la morte. O forse sì, ma in un modo che ancora non possiamo immaginarci e che probabilmente non ha niente a che fare con l bosone di Higgs che forse non è ancora lui, ma un altro simile. Stanno cercando nella direzione sbagliata.
La forza più possente dell’universo, la gravità, è ancora inspiegata. Le forze, in generale, sono inspiegate. Gli abbiamo solo dato un nome e sembra che ci appartengano. Ma né ci appartengono, né sappiamo qualcosa di più.
Camus diceva che la scienza man mano che progredisce lascia il posto alla poesia. Il Modello Standard è un poema matematico, probabilmente (per gli intenditori) elegante, splendido.
E il mondo resta assurdo.
Dio e i suoi derivati (modello ormai desueto di spiegazione) o il nulla e i suoi derivati (modello poco appetibile ai mercati). Alternativa ancora non c’è. E il problema più importante, come diceva il buon Albert, è se la vita valga o no la pena di essere vissuta. Tutti rispondono sì, naturalmente, senza riflettere. Né c’è da stupirsi. Non c’è alternativa.
L’altro Albert invece diceva che Dio non gioca a dadi con il mondo. Come ho già scritto da qualche altra parte, questa piccola frase contiene in sé ben quattro affermazioni idealistiche. Dio? Gioca? Dadi? Mondo?
Ognuno gioca con i concetti o con le particelle che lo divertono di più.

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